Recensioni per
Asterix e l’usignolo
di Andrea Micky

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/03/24, ore 22:13

Mi ha fatto piacere che tu abbia finalmente pubblicato una nuova storia. 
Non ricordavo che Assurancetourix cantasse tanto male da far piovere. 
La canzone cantata all'inizio della storia è la sigla del telefilm su Sandokan e quella cantata alla fine è "L'amico è". Molto belle entrambe. 
In effetti Automatix ha ragione, Assurancetourix potrebbe trovarsi altro da fare. 
“Dunque, siamo spiriti affini: io sono il bardo del villaggio e lui é il bardo della natura” commentò Assurancetourix. Mi è piaciuta questa frase. 
Non c'è molta carne su un usignolo. Cucinarlo è un'idea stupida. 
Non sapevo che gli usignoli migrassero. 
Divertente l'atterragio di Svogliatus su Caius Raffinatus (nomi che sono tutti un programma). 
Tenero il finale in cui il nostro stonatissimo bardo accetta la partenza dell'amico e riceve una nuova lira. 
Hai scelto benissimo la canzone per il finale. 
A presto e complimenti. 
Farkas. 

Nuovo recensore
10/03/24, ore 18:48

Ciao, Andrea, ho voluto farti una sorpresa scrivendo la mia recensione direttamente qui!

Hai avuto un tempismo perfetto nel pubblicare questa storia dal momento che proprio ieri ho rivisto "Asterix & Il Regno degli Dei", e quindi ho rinfrescato grazie ad esso tutti gli aspetti principali di questo cartone, le sue gag, i suoi ritmi, scrittura dei personaggi, ecc. Devo dire anzitutto che sei stato pressochè perfetto tanto nei tempi quanto nei toni: non ho faticato assolutamente a leggere la storia immaginandomi di sfogliarla fra le mani come se avessi il fumetto fisico. La scrittura è leggera e vivace, con dialoghi semplici nè mai banali, toni vagamente fiabeschi e slapstick tenuto nei ranghi canonici. Persino i personaggi secondari, i Romani di turno, rispecchiano fedelmente lo stile classico della serie inquadrandosi all'interno di facili e immediate macchiette con quella spruzzata di "burinaggine" data dall'accento "de Roma" e nessuna pretesa di prendersi sul serio pur conservando la dignità: delle maschere di Plauto, insomma. Anche i nomi sono stati scelti secondo lo stile latinorum della serie, che spesso e volentieri esaspera nel nome una qualità fisica o caratteriale del legionario/centurione di cartello: qui abbiamo il legionario poco sveglio Svogliatus responsabile della piega degli eventi, e il centurione grasso e delicatino Caius Raffinatus, che pur facendo il minimo indispensabile reggono bene la scena e mi hanno fatto divertire. Ho apprezzato anche la scelta di dipingere un centurione che non reagisce al solito in modo impulsivo e arrogante di fronte ai galli, ma cerca di spiegare le sue ragioni subito e ci riesce. Si vede come quella chiacchierata sul centurione Caparbius de "Asterix alle Olimpiadi" ti sia rimasta in testa. Bravo.

La storiella è semplice e carina, quasi nei toni di una fiaba, scegliendo (scelta rischiosa) un protagonista tra i personaggi meno considerati solitamente dal fumetto, ma che funziona. L'amicizia che sboccia tra il bardo e l'usignolo è una storia che sa di già visto ma funziona lo stesso, e mi sorprende come un'idea simile non sia mai venuta agli autori originali. A conferma della scarsa considerazione che sembra abbiano sempre avuto per il personaggio di Assurancetourix al di là della running gag, quella immancabile, col nerboruto fabbro Automatix. La storia dell'usignolo si svolge in modo scorrevole, e com'era prevedibile porta un po' più di amore nei confronti del bardo anche da parte del suo stesso villaggio, con il suo canto a differenza sua armonioso e soprattutto portatore di concordia se è riuscito nella rara impresa di evitare la quotidiana battaglia a pesci in faccia. Panoramix come sempre contribuisce all'arricchimento culturale sullo sfondo, insegnandoci che gli usignoli migrano nei paesi caldi (conoscenza che a noi oggi risulta scontata e banale ma se ci caliamo nei panni e nel periodo storico dei personaggi questa era una cosa che potevano conoscere solo i druidi più affermati.) Così come ho apprezzato il dettaglio sul pranzo "sofisticato" del centurione: i Romani erano grandi consumatori di uccelli ma erano anche particolarmente schizzinosi sul cibo e più che dalla caccia li preferivano da allevamento, e dunque ha perfettamente senso che Caius Raffinatus prediliga una gallina allevata e cucinata appositamente che un uccelletto catturato dai suoi legionari nel bosco.

Lo svolgimento è stato quindi tutto quasi perfetto, l'unica nota che ho trovato stonata, forzata, e un po' goffa nell'esecuzione è stata la scoperta di un usignolo femmina al quale appaiare quello del nostro eroe: a mio giudizio, non serviva perchè già si sapeva che l'usignolo avrebbe dovuto separarsi dal suo amico bardo a prescindere da come si sarebbe conclusa la missione di recupero al castra romano. A questo aggiungo alcuni errori grammaticali riscontrati qua e là soprattutto all'inizio, e qualche imprecisione tipo non aver usato spesso per Obelix l'esclamazione "Per Toutatis!" che è lui a ripetere più di chiunque altro nel villaggio. Cose di poco conto, insomma, che ti dico solo per completismo.

In conclusione, è questo il tipo di FF che devi tornare a scrivere: semplicità abbinata a un'idea simpatica di fondo e a personaggi coi quali puoi facilmente sbizzarrirti nel creare macchiette e caricature a dare condimento alla storia che vai a raccontare. Oggi mi hai fatto leggere una bella storia a fumetti, ti ringrazio e ti auguro di continuare così. Alla proxima!