Ho apprezzato molto il fatto che questa raccolta sia stata strutturata in 12 poesie: 12 è un numero magico, fortemente simbolico e ricorrente in molte culture.
Ma avrei preferito testi più differenziati, non come stile ma come contenuto. Invece mi sembrano tutti (spoiler) più o meno simili, a una lettura veloce.
Forse la presenza di un titolo, accanto al numero romano, avrebbe aiutato a comprendere meglio i testi, su un argomento estremamente stimolante.
Bello qui l’inizio, cantato, nostalgico, archeologico (l’archeologia per me che ho frequentato il classico è sempre stata come una chimera mai raggiunta, ho fatto tutt’altro nella vita).
Poi si avverte come una frattura insanabile fra passato e presente: primavera, musicalità e aspettative fuggono via.
Ma la capacità di accettazione, credo, dipende solo da noi. |