Recensioni per
Una cattiva figlia
di Ninfea Blu
Mi hai fatta emozionare come sempre, coinvolgendomi nella lettura dalla prima all'ultima parola. |
(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali') |
Non so se hai passato tutto questo, ma devo dirtelo, hai ragione. |
Ciao ninfea, in alcuni punti ho ritrovato me stessa in Diana (l'anagramma è per caso fortuito?)la mia situazione era molto similare alla sua. Che dire i vincoli di sangue devono essere alimentati dall'amore e dal rispetto, altrimenti inaridscono. |
Un racconto intenso e profondamente riflessivo. |
Carissima, una storia sentita e toccante, partecipata e coinvolgente, molto bella e curata come tutto ciò che tu scrivi. Io non credo che i legami di sangue contino poi così tanto, credo che le persone da amare si scelgano e che l'amore vada meritato e non dato solo in ragione di un fatto genetico. Però d'altra parte mi rendo conto del tormento di Diana che si sente una cattiva figlia a non amare suo padre...ma forse possiamo (dobbiamo?) parlare invece di un cattivo padre? Io dico che Diana dovrebbe vivere la sua età adulta in maniera serena, sapendo di essere diventata la donna che voleva e di avere molte persone da amare e da cui è amata, anche se con esse non ha alcun legame biologico. Alla prossima storia zia e complimenti di cuore! |
Avevo già letto questa bella storia, ma qualche giorno fa non avevo avuto il tempo di commentare e oggi sono tornata a rileggerla e a lasciarti la mia opinione. Come sempre sei stata bravissima. Mi piace tantissimo leggere storie così realistiche, così sentite, che esplorano a fondo l'animo umano. |
Molto toccante e sentita: commovente! La figura di Diana è in evoluzione, una dolorosa evoluzione nella sofferenza, che la spinge ad avere sensi di colpa immotivati: non è affatto una cattiva figlia, semmai è indifesa davanti all'assurda inumanità di quel padre padrone; perché la sola figura veramente meschina della storia è lui, lui che pretende amore e rispetto senza darlo, lui che non sa che cosa voglia dire l'amore perché non lo ha mai provato davvero, se non per sé stesso: è una figura che fa compassione, perché condannata alla solitudine, come tutti coloro che pretendono, senza dare in cambio. Bravissima, come sempre! |