Recensioni per
Eclipse
di Willow Whisper

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/11/09, ore 13:37

Piccola prefazione: la prima volta che l'ho letta, questa storia, è stata su l'i pod touch di mia sorella, ma, comunque, ne sono rimasta rapita.
Conserva un piccolo spicchio di Leah, lo racchiude al suo interno; con le giuste parole, con la giusta dose di sentimenti e sensazioni, con il suo essere.
Tutto questo per dire che è IC, e da una parte ci siamo.
Poi, cara, tu colpisci basso! Perché sai che li adoro insieme e che odio Bella Swan, quindi, *w*, adoro questa storia.
Perché è come se non narrassi unicamente di Leah, ma anche di me. Perché ho provato le stesse sensazioni quando ho letto quel libro, quando ho visto una certa persona baciare certe ragazze.
Perché, forse, il problema di Lee Lee è solo questo: non essere una certa ragazza, ma essere singola, indefinibile, indomabile.
Staccarsi da tutto, provare a farlo, per smettere di soffrire, ma alla fine il risultato è anche peggiore.
Credo sia per questo che adoro questa storia, credo sia per questo che ho pianto, la prima volta che l'ho letta; non si trattava più di due personaggi di un libro, ma di esperienze veramente vissute.
Tornando alla storia... cosa posso dire che la giudice non abbia detto? È ben scritta, è ben fatta, è ben resa.
Hai uno stile particolarmente malleabile, Sam. Riesci a passare da Marcus a Leah solo volendolo, riesci a incastrare il tuo bello stilo -citando Dante- dentro ogni personaggio.
Credo che questo risultato voglia dire solo una cosa: stai migliorando, stai maturando.
E credo proprio bene.
(L)

Recensore Veterano
19/11/09, ore 19:24

Qui saliamo invece sul podio e le due storie da podio, appunto, sono state premiate da me perché erano quelle in cui ho trovato la maggior compiutezza ed organizzazione di trama, oltre ad un buono stile di scrittura.
Qui si riprende non esattamente un missing moment di Eclipse, ma di sicuro un momento visto dal punto di vista di Bella e perciò strettamente soggettivo e chiuso, ma tu hai ribaltato il POV, immaginando la presenza di Leah in questo momento di “intimità” fra Bella e Jacob. E proprio questo stravolgimento di POV, in un momento che tutti noi ricordiamo narrato da Bella Swan, è risultato ai miei occhi apprezzabile, se per di più contiamo il fatto che qui la parte introspettiva è presente nelle giuste quantità, senza andare a discapito dell'elemento narrativo che per una storia, ovviamente, ci vuole, ma non deve occupare l'80% di un racconto già breve di per sé.
Lo stile di scrittura rispecchia perfettamente i pensieri di Leah, difatti si legge nelle sue parole gelosia, rabbia, frustrazione, il tutto mentre ella non fa altro che raccontare, dal suo punto di vista, che cosa era accaduto quel giorno della battaglia contro i neonati. Difatti si alternano momenti di scrittura concitata (il susseguirsi di domande è un espediente comune, ma sempre efficace per esprimere un flusso di pensieri angosciati) a repentine troncature, che segnano potentemente un cambio di umore o di pensiero e tu ti sei destreggiata direi in maniera abbastanza apprezzabile fra questi espedienti, alternandoli nella giusta maniera.
Un'altra cosa che emerge qui è il dolore di Leah per le sue sofferenze, ma che lei accetta con risolutezza, come fosse abituata davvero a tutto; eppure non è così: pur avendo già sofferto per il grande amore della sua vita, eccola fuori da quella tenda, a soffrire di nuovo. Eppure rimane lì, in un'ostinata e stoica sopportazione del dolore che o è filosofia o è masochismo. Nonostante ciò bisogna ammettere che ci vuole coraggio ad affrontare spontaneamente il dolore, specie se così grande e provocato da una ferita non ancora rimarginata. Tutti questi aspetti emergono molto bene dalla tua storia. (“Perché m’interessava così tanto di quello che accadeva a pochi metri da me? Perché non potevo semplicemente osservare la scena con il mio solito cinismo, quello che mi aveva resa la più detestabile del branco?”).
Una frase poi mi ha colpito molto, poiché dà una chiave di lettura interessante e diversa all'odio di Leah verso Bella (“La avvolse con le sue braccia fin troppo muscolose per un ragazzino di diciassette anni e si mise a cullarla, come se fosse una bambina bisognosa di ancora più affetto e attenzioni di quanto non ne ricevesse già.”). Forse un altro motivo di questo rancore è proprio il fatto che Bella riceva le attenzioni di tutti, l'amore di tutti, sebbene ne abbia in abbondanza, anche troppo, mentre lei, Leah, forse per il fatto di essere più introversa, tanto introversa da risultare scontrosa, riceve dagli altri disappunto ed irritazione, non amore né affetto, probabilmente anche per una sua pecca, ma di sicuro per una mancanza anche da parte di chi la circonda, specie i membri del suo branco, che, probabilmente per l'età giovanile, non possono comprendere cosa può agitarsi nel cuore di una ragazza così tormentata; non lo capiscono e ciò li respinge, li insospettisce.
Ed è qui che scatta la molla estrema che spesso attanaglia gli animi disperati: il desiderio di rischiare il prezzo più alto, tutto per evitare di soffrire più, se non per sempre, almeno per un po'.
E quindi viene qui introdotta la battaglia (che di per sé ha un puro ruolo narrativo e trovo che la Meyer ci abbia già scritto abbastanza, quindi ho apprezzato molto il fatto che tu non ti ci sia soffermata troppo) ed è proprio la battaglia a far nascere in Leah quella eterna sensazione di solitudine, quello stadio esistenziale in cui prima o poi tutti si ritrovano ad essere, ma che per lei è diventato quasi una maledizione. Ed ecco anche la nuova rilettura del significato del titolo Eclipse, questa volta costruito attorno a Leah e non a Bella... oserei quasi dire che quella di Bella fosse un'eclissi apparente, mentre questa è un'eclissi reale. (“Capitava, a certe persone, di desiderare di eclissarsi, di scomparire per lunghi periodi di tempo senza dover dare spiegazioni a nessuno. A me non sarebbe mai potuto accadere, perché ero l’eclissi stessa. Invisibile agli occhi di tutti, Leah.)