Recensioni per
It's just the sun
di Ulissae

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/10/10, ore 20:34

Che bel quadretto domenicale: scampagnata in occasione del bel tempo, così raro a Forks. Non manca nulla: papà improvvisati pescatori, mamme previdenti e pazienti, pargoli ansiosi di vedere gli amichetti e di giocare e correre liberi, ragazzine alle prese con i primi turbamenti.
Jacob nel breve dialogo con Leah rivela una dolcezza preziosa, capace di farla arrossire...Entrambi non conoscono e non immaginano il dolore che la vita riserverà loro.
Passa il tempo ma la dolcezza di Jacob rimane immutata, così come la sensibilità di Leah che arrossisce come tanti anni prima... 

Recensore Junior
22/07/10, ore 21:45

Ti ringrazio moltissimo per avermi segnalato questa storia!! =)
Anche se Seth partecipa solo marginalmente, si riconosce, è sempre lui: adorabile ^^
E poi i momenti fra Jake e Leah sono davvero incantevoli; non sono una fan sfegatata di questa coppia, ma quando leggo delle storie così ben scritte e ben ideate - e sono rare - non posso fare a meno di vederli perfetti insieme.
Bravissima e Grazie ancora! ^^

Recensore Master
20/11/09, ore 17:08

Sic. Ecco perchè odio Stephanie Meyer, perchè quando ha estratto dal cappello per creare le coppie ha dimenticato una delle più bella.
Questa Fic ha un retrogusto amaro, diciamo: la prima parte si staglia in una tipica domenica soleggiata, tra i bambini che vogliono solo giocare e le bambine che già pensano all'amore.
La parte tra Leah e Jacob da bambini è stata dolcissima; Jake parlava con quella tipica innocenza fanciullesca che ti fa sorridere e un pò arrabbiare, perchè Leah - un passo più avanti - già sente il cuore battere troppo veloce.
La fine è stata...amara. Ho sentito la leggera sofferenza di Leah, coperta da quel velo di felicità nato dopo un piccolo (e forse incalcolato da Jake) complimento.
Sic, ma quanto sono belli?

Recensore Junior
20/11/09, ore 17:08

Che dire? Non so da dove cominciare!!!
E' stupenda, meravigliosa. La adoro. In questo orripilante venerdì pomeriggio di novembre mi sono ritrovata in riva ad un fiume con il Sole, a guardare bambini zozzi e ragazzine complici che giocavano e parlavano.
Ma che mi piace come scrivi, lo sai già, no? Sai benissimo che riesci a catturarmi dalla prima parola all'ultima.
Ma ti ripeto che mi piace anche cosa scrivi. Uno scorcio di vita bellissimo, descritto con leggerezza e precisione.
A prescindere dal fatto che amo, adoro e voglio adottare il dolce e sorridente mostriciattolo logorroico, tutta la scena è perfetta.
Jacob, semplicemente un amore.
Ed è bellissimo che quel tratto di lui ( l'ingenuità e la sincerità innocente) siano ancora lì, dietro i muscoli e le cicatrici di un mondo non sempre bello o colorato come le macchie su una maglietta di bambino.
Stupefacente la pace di Leah, una Leah da assaporare e ricordare.
E' vero, sono perfetti insieme. Perchè anche la Meyer non se ne è accorta risparmiandoci la bimbetta dai capelli rossi e la sua insopportabile mamma?

Recensore Veterano
20/11/09, ore 15:58

Eccomi qui, come promesso.
Muy bìen, shot davvero bella.
Bello il modo in il titolo viene ripreso nei due momenti diversi della storia: mi ha davvero emozionato quando Leah dice "è solo il sole" da piccoletta, perchè proprio non mi aspettavo la risposta.
C'è qualche errore di abttitura e distrazione, come per esempio "la famiglia Altaera e Call". Quell'Alteara non mi suona xD e secondo me è meglio "le famiglie". Ho notato anche in un certo punto un "li" invece di "gli", ma sono tutti errori dovuti ovviamente a distrazione.
Complimenti, donnaH
Bacioni

Recensore Veterano
20/11/09, ore 14:45

Lo sai che amo questa storia? che ne adoro ogni più piccola parte, riga, virgola o punto?
E' davvero splendida, piena di dolcezza, di attimi teneri e ben descritti. arei tentata di copiarti il commento di Mia90, ma non lo farò. Questa ff mi ha lasciata sorpresa, la prima volta che ebbi modo di leggerla, perchè mi aspettavo tutt'altra cosa. Credevo che parlasse del branco, o meglio, dei padri del branco che noi tutti conosciamo, invece poi mi ritrovo ad immaginare un sorprendente giorno di sole -in un lugo dove di sole se ne vede sempre ben poco-, numerose famiglie, con padri, madri, bambini e ragazzine, ed in fine quella giusta dose di sarcasmo che è nel tuo stile, accentuato nella scena della partita tra il piccolo Jake ed i suoi amichetti.
Proprio in questo punto, mi soffermerei a parlare ore ed ore di Seth (**) ma è meglio di no, altrimenti diventerei monotona, quindi racchiuderò il tutto in un'unica parolina idiota: pusolo*///*
Poi, passiamo a Jake.
E' davvero adorabile, perfetto, come se non ci fosse voluto niente a descriverlo. Quello è lui, è il Jacob che conosciamo grazie ai libri di Stephenie, solo che manca Bella a rompere le scatoleXD
E poi, c'è Leah, più grande, coi suoi infantili problemi di cuore, quelli che hanno tutte le ragazzine.
Ho amato la parte finale,naturalmente. Come resistere ai due dialoghi, così uguali, ma fatti in tempi diversi, tra Jake e Lee lee?
Si percepisce tutta la tenerezza dei due attimi, la seconda è quasi un eco della prima, eppure qualcosa è cambiato. Loro non sono più bambini, ed hanno scoperto cosa significa soffrire, o soffrire per amore, quindi si ritrovano così, insieme, a pensare ai rispettivi problemi, ma insieme^^
Complimentoni per il primo posto, Lalla.
Commentone finito=)
by Sam

Recensore Veterano
19/11/09, ore 21:40

Ho visto che lo hai già inserito tu il mio commento, ma lo faccio anche io perché la storia mi è piaciuta troppo ecco, così ti rinnovo i complimenti per la vittoria. ^^

Ed ecco qui la storia vincitrice. Dunque, uno degli elementi che più mi ha fatto protendere per il primo posto è stata la naturalezza della situazione descritta. La tua storia sembrava un quadretto del realismo ottocentesco, così fresca, genuina e naturale che è stata premiata.
Difatti i personaggi erano loro, proprio quelli della Meyer (ma senza la presenza a dir poco irritante di Bella Swan il che già ha molto giocato a tuo favore xD), eppure erano normali, in una situazione quotidiana: niente lupi, vampiri, battaglie, spargimenti di sangue... solo un tranquillo pomeriggio di pesca a La Push.
La prima pagina immerge il lettore in un'atmosfera familiare, descritta con tale vividezza e semplicità che se ne viene quasi risucchiati, obbligati a prenderne parte, ad immergersi in essa, perché è una situazione in cui tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo ritrovati: in macchina con genitori e fratelli, diretti verso una gita di qualche tipo che nessuno di noi vorrebbe fare. Le reazioni dei ragazzini, poi, sono descritte in maniera deliziosa: con pochi accenni, senza essere né pesante né didascalica, ma hai tracciato perfettamente sia i tratti caratteristici specifici di Rachel, Rebecca e Jake, sia, in generale, comportamenti generazionali, dovuti all'età. In particolar modo mi è piaciuto, all'inizio, come hai descritto Jacob, qui così distante dal diabetico Jake sempre intento a sbavare dietro Bella prima e Renesmee poi, eppure così straordinariamente lui.
Bella anche la parte dove si innalza l'eterno muro maschi/femmine che, prima dei sedici anni di età e forse anche oltre, non potrà mai essere abbattuto: le gemelle si dedicano alle “cose da donne” con Leah, mentre i maschi si preparano ad occupare il loro tempo con cose che sono la ragione di vita di tutti gli esseri di sesso maschile dai dieci anni in giù (e talvolta anche in su... molto in su xD). Anche il breve accenno a questo rapporto/non rapporto fra Jake e Seth mi è piaciuto molto: l'entusiasmo irrefrenabile del bambino più piccolo coinvolto nelle attività di quelli più grandi di lui e, viceversa, il rifiuto quasi congenito dei bambini più grandi nei confronti dei più piccoli. La parte della partita dipinge questo aspetto con brevi piccole pennellate, leggere e delicate ma estremamente reali. E' stato bellissimo notare il misto di sensazioni che ho provato quando il riso o il sorriso suscitato da un'azione dei bambini si scontrava, invece, con l'estrema serietà con la quale essi si dedicavano alla loro attività, come del resto tutti i bambini piccoli, che considerano il gioco con estrema serietà. La fame però fa dimenticare ogni divergenza. Persino il momento del pranzo lo hai descritto in una maniera così reale che mi ha spiazzato: in poche, semplici parole, riesci a rendere anche i più piccoli gesti, dando loro un senso ed una compiutezza all'interno della trama senza mai risultare ridondante. La maniera in cui descrivi i bambini che, mangiando l'hamburger si sporcano di ketchup mi ha fatto a dir poco impazzire (“In un attimo si ritrovarono le bocche e le magliette sporche di ketchup e maionese, che, anarchiche, erano sfuggite dal pane, tuffandosi sui loro cartoni preferiti, che adornavano le loro t-shirt.)
Infine, ecco il momento, diciamo, topico della vicenda, anche se tu queste premesse non le hai per nulla fatte pesare sul resto, anzi, il tutto è perfettamente amalgamato e fa parte della storia, perché, pur con la descrizione di attività, di fatti, sei riuscita a penetrare a fondo nella psicologia dei personaggi, pur dando l'impressione di rimanere in superficie, di volare su di essi con la leggerezza di una farfalla e l'impegno di un'ape, intenta a prendere il meglio di ogni fiore per farne il miele.
Seduti sull'erba, Jake intento a trangugiarsi i suoi hamburger e Leah in piena crisi adolescenziale. La descrizione di questo incrocio di anime dura quindici righe a dir tanto, eppure è affrontato con una delicatezza sublime, senza eccedere in romanticismi sbrodolati ed assolutamente fuori luogo per due bambini, per di più visto e considerato che lui è più piccolo di lei di quattro anni che, in un'età così giovane, corrispondono veramente ad una vita. Parlo di romanticismi perché mi è capitato di leggere delle storie dove Leah e Jake da bambini si comportavano in una maniera molto più consona a ragazzi ben più grandi di come venivano dipinti nella storia, il che rasentava l'assurdo ed il ridicolo: i bambini sono capaci infatti di sentimenti sì estremi (dell'amore più grande e viscerale, come della crudeltà e dell'odio più profondi), ma hanno anche una loro purezza, innocenza e delicatezza, con la quale possono benissimo esprimere amore, apprezzamento o interesse pur rimanendo sé stessi e bambini, come è giusto che sia. E questo è proprio quello che hai fatto tu: hai descritto l'avvicinamento di due anime, che si sono incontrate in una maniera semplice e genuina, attraverso dei gesti puliti, infantili, adatti, insomma, alla loro età. Ti sei mantenuta fedele nel tuo realismo e hai fatto centro perfettamente in quelli che sono i veri sentimenti, senza sbrodolarti e senza cadere nel ridicolo o nell'inverosimile.
Nella sua spontaneità di bambino, Jake è sincero con Leah; nel suo candore è seriamente interessato al suo stato di infelicità e se ne fa carico, la fa sua, e cerca di consolare la ragazzina delusa, senza quasi rendersene conto, eppure sceglie le parole giuste al momento giusto con una naturalezza quasi spiazzante. Ed il rossore di Leah è il momento che corona tutto.
Ho fatto il tema della maturità sull'importanza dell'arrossire in amore, ma adesso non sto qui a rifarti tutto il discorso. Ti dico solo, in breve, che nella mia tesi sostenevo che l'amore pudico, schivo, che non si mette in mostra con gesti estremi ed eclatanti, ma semplicemente con una manifestazione pura e spontanea come l'arrossire, ha pari dignità, se non una dignità più vera e superiore, rispetto all'amore passionale. Qui posso sostenere la stessa cosa, che tu hai evidenziato in una riga, ma in maniera molto potente.
E poi una sorta di déjà vu: una scena così simile eppure così differente rispetto a quella di prima ci si para davanti. Entrambi, Jacob e Leah, sono cresciuti e sono maturati, anche per via di percorsi di vita difficili, non solo a livello amoroso, ma anche e soprattutto per via della loro condizione non umana, che li ha fatti crescere in maniera diversa dagli altri ragazzi della loro età.
Essi sono finalmente rilassati, sereni e tranquilli dopo una vita difficile, in riva a quello stesso fiume che tanti anni prima aveva sorriso davanti al viso rosso di una ragazzina di undici anni. L'atmosfera è tranquilla, ma c'è una vena di malinconia sottile, quasi impercettibile, che la avvolge (“A lei basta questo: studiarlo con li occhi, accarezzarlo con questi, mentre le parole la difendono, impaurite da un possibile attacco; ma lui non è suo e Leah lo sa bene, è una stella troppo lontana per essere raggiunta, che appartiene ad un'altra galassia. E lei non può fare che rimanere là, come un satellite, e assorbire quella poca luce che la raggiunge.”)
I due si parlano normalmente, come tutti i ragazzi della loro età, e lui la chiama LeeLee (tu non hai idea di come mi sono sciolta in questo punto! ** Tu mi hai colpito subdolamente nel mio punto debole xD: adoro la coppia Jake/Leah) e lei arrossisce di nuovo, come tanti anni prima, quando entrambi erano piccoli e non ancora segnati dalle esperienze della vita.
I capelli ormai ricresciuti nascondono il suo imbarazzo insieme ad un sentimento che desidera occultare, forse per paura che la faccia soffrire di nuovo, forse perché sa che sarebbe inutile esternarlo e quando lui, come tanti anni prima, le chiede che cosa abbia lei risponde solo, con la stessa semplicità: “Nulla, è solo il sole.”