(Preferenza espressa per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali')
Voto questa storia, perchè profondamente colpita dalla capacità dell'autrice di creare un personaggio originale, Hanako, di così profonda caratterizzazione psicologica. Innanzitutto, bisogna premettere che accostare una nuova figura femminile ad Itachi non è affatto semplice: c'è il grosso rischio di cadere nella famigerata Mary Sue, nel tentativo di rendere la OC di pari levatura dell'Uchiha, o che, al contrario, la protagonista non emerga affatto rispetto a lui. Hanako non è nulla di tutto questo, ci appare reale ed estremamente umana, nei suoi pregi e nei suoi difetti. L'autrice riesce a conferirle particolare spessore senza dilungarsi in esplicite descrizioni psicologiche e caratteriali, ma attraverso flashback, accenni a piccoli gesti e stralci di pensiero della protagonista, con efficace sensibilità.
Hanako con Itachi ha parecchie cose in comune e, allo stesso tempo, è completamente diversa da lui. Trovo difficile descriverla decentemente in poche righe, perchè è un personaggio abbastanza complesso: come Itachi, ha avuto un passato difficile; sono ninja, strumenti di guerra, entrambi sono stati usati per lo scopo per cui erano sempre stati addestrati, e sono umani, entrambi devono sopportare il dolore che quel mondo, il mondo ninja, ha arrecato loro. Ma, mentre Itachi, per allontanare la sofferenza, inizialmente fugge la sua umanità, ponendo come fulcro della sua esistenza quella parola, parola che ricorre nei suoi pensieri, dovere, Hanako fugge il suo essere ninja. E così, Hanako, nella sua imperfetta natura umana, appare perfetta di fianco ad Itachi, assieme si completano, crescono, maturano: e lei in quel profumo d'arancia di lui trova la forza di andare avanti, come lui in quello del miele.
...E, se nel passato lei era stata vento assieme ad acqua, ora è miele, assieme ad arancia...Hanako non è più sola, Hanako può guardare al futuro.
*si asciuga una lacrimuccia* (Recensione modificata il 29/04/2010 - 10:01 pm) |