(Recensione del contest)
Mi piace com'è inserito il tema: la storia coglie il momento della scelta della condizione di nomade, e il protagonista usa la citazione scelta quasi per “sfidare” il fratello che mette in dubbio la sua scelta, quella di cominciare a viaggiare. In generale mi piace anche il protagonista: si avverte la sua ansia di partire, sognare, scoprire... un'ansia anche un po' affrettata e forse infantile, che però risveglia simpatia.
Stilisticamente ci sono dei passaggi buoni, con metafore efficaci, anche se forse in qualche passaggio sono un po' troppe – questo a mio parere. C'è qualche errore di svista.
In generale, può essere un buon inizio, anche se ci sarebbe bisogno di “centrare” meglio la situazione. Così i due personaggi sfuggono un po', così come la storia in sé. Si capisce che il protagonista vuole partire e si avverte il suo desiderio di “infinito”, ma perché vuole partire? Mi sarebbe piaciuto cos'ha portato Steve a non amare lo studio, a volere una partenza da casa, nonostante ci sia un fratello al quale mi sembra che voglia bene. Ecco, in conclusione direi che le idee e i concetti ci sono, ma la storia in sé manca di una struttura più precisa. Con questa e qualche altro accorgimento questo potrebbe essere l'inizio di un bel viaggio...