Giudizio del concorso:
Giudizio di rekichan:
La tua storia è stata la più lunga e la più difficile da giudicare: non avevi un tema facile da trattare e, nello svilupparlo, ti sei un po’ “persa”.
La storia parte con una lemon – una signora lemon, questo va detto – che dura quasi due capitoli. Nel frattempo, il primo personaggio ad esserci presentato è Sasuke. Un Sasuke che, nonostante nelle storie sia sempre restio ad accettare il suo essere gay, non si fa problemi ad ammettere che preferisce andare a letto con gli uomini. È solo la paura di un rifiuto da parte del padre che lo porta a nascondere la sua omosessualità. Quello che abbiamo davanti è un Sasuke che ha accettato quello che è e la sua vita, in quel senso, non gli dispiace.
Differente, invece, è Naruto. Inizialmente abbiamo di lui l’immagine tipica di Uzumaki: un ragazzo un po’ confusionario, ma allegro, forte e pronto a lottare. Questo, finché Sasuke non si allontana; allora si scopre una difficoltà di Naruto ad accettarsi; il suo problema nel considerarsi – in quanto omosessuale – un abominio.
Questo è il primo quadro che ci viene presentato, poi lo scenario cambia: ci troviamo a scuola, con Sakura e Ino che litigano per Sasuke; Sai che intuisce l’omosessualità di Uchiha, in un perfetto e maligno outing, il quale rimedia invitando Ino ad uscire.
Da quel momento in poi, la situazione cambia. I personaggi si trovano coinvolti in un rapido e continuo precipitare di eventi, fino al sospirato raggiungimento del tema: le terapie per curare l’omosessualità.
L’unica presa in esame è quella dell’elettroshock; i protagonisti vi arrivano per vie traverse: Sakura spinta da Ino, che non riesce ad accettare che l’amica sia “diversa”; Naruto lo ha subito in passato e Fugaku, venuto a sapere dell’omosessualità del figlio, prende seriamente in considerazione l’ipotesi di aiutarlo a “guarire” tramite il centro.
L’arrivo al punto di svolta è tanto rapido, quanto è lento il centrare l’argomento, il quale si rivela solo negli ultimi capitoli.
Il viaggio attraverso la mente di Naruto è a dir poco psicotico: un capolavoro d’introspezione, in cui veniamo trasportati nel suo doloroso passato. Al tempo stesso, la figura che colpisce di più è quella di Hinata, giovane lesbica “curata”, che ha perso totalmente se stessa a causa della sua “guarigione”. Il contrasto con Naruto – scappato -, con Sakura – salvata da Anko -, con Sasuke – di cui i genitori, ascoltato il racconto di Uzumaki rifiutano quella pratica barbara dimostrandosi più aperti di mentalità del previsto -, è fortissimo. Si prova pietà per questa povera vittima delle circostante e, allo stesso tempo, tanta rabbia.
Un particolare degno di nota è la caratterizzazione di Fugaku: non OOC, ma sicuramente originale rispetto al solito modello di padre despota che si trova nelle storie. Sei riuscita ad evidenziare un lato che nel manga viene mostrato solo marginalmente: quello del padre severo che, in fondo, ama profondamente i suoi figli. È così che è Fugaku in questa storia. E la dolcezza e l’amore che traspaiono da lui e da Mikoto – tra loro, ma anche verso il figlio minore – è palpabile all’interno della storia.
Anche lo stile è ottimo: pulito e scorrevole; ho rinvenuto qua e là alcuni errori grammaticali che, però, in una storia di più di cinquanta pagine sono decisamente tollerabili. In ogni caso, il lessico è utilizzato molto bene, anche quello specifico; le frasi sono facilmente comprensibili, ma non per questo meno eleganti e l’effetto è assolutamente una bomba.
Insomma, una storia molto bella, scorrevole e capace di trasmettere grandi emozioni. Purtroppo c’è una pecca: tanto è intensa la parte SasuNaru, tanto appare piatta la conclusione della trattazione di Sakura ed Ino. È come se mancasse qualcosa; come se – per mancanza di pagine, di tempo, o di ispirazione –, bruscamente, Sakura decidesse di privarci dei suoi pensieri e delle sue emozioni, limitandosi alle azioni: certo, probabilmente è confusa, indecisa e in preda agli ormoni adolescenziali, ma la mia sensazione che neanche questa “confusione” traspaia, non sparisce. Il colmo è che non si sarebbe notato se la SasuNaru non fosse stata, per contro, così approfondita. Insomma, il punto di forza della tua fan fiction ne mette in rilievo l’unica vera debolezza.
In ogni caso è una storia matura, complessa e ricca di indizi che, apparentemente irrilevanti nella parte iniziale, sfociano in una perfetta conclusione.
Il tema è centrato, anche se lento ad arrivare, ma è centrato. Arrivi al finale con le lacrime e ti chiedi come è possibile che dei genitori possano permettere una cosa del genere sui loro figli. È una realtà dura, che sei riuscita a descrivere adeguatamente. Oltretutto, non sei rimasta ferma solo sul tema assegnato, ma ti sei mossa con abilità in una rosa di tematiche, toccandole sì superficialmente, ma in modo che “arrivassero” al lettore, nonostante lo scarso approfondimento (cosa che non è passabile di penalizzazione, visto che non era un tuo compito, ma lo hai fatto egualmente).
Il dolore dell’abbandono; la paura di perdere gli affetti; la sofferenza nel non sentirsi accettati e vedere le persone che si amano voltarsi le spalle… Forse questa è la storia che meglio riflette i problemi del mondo omosessuale, compreso il desiderio – suo e degli altri – di “curarsi”, per sentirsi nuovamente accettati.
E’ dovuto soprattutto a questo il punteggio molto alto, purtroppo non pieno a causa degli errori grammaticali (che ho considerato molto poco, visto la lunghezza del racconto) e dell’amaro in bocca che mi ha lasciato il finale di Sakura. Sarebbe bastata una riga in più per trasmettere quel “qualcosa” che avrebbe reso questa storia perfetta.
Ammetto che ho un punto particolare che adoro: quando Fugaku rimane sconvolto dall’affermazione di Naruto, il quale lo informa che Sasuke non voleva che si sapesse della sua omosessualità per timore di perdere l’amore del padre. Lì mi sono commossa seriamente.
Ho apprezzato molto anche la caratterizzazione dei personaggi: non sono proprio quelli del manga – in un’AU è impossibile -, ma ne riprendi caratteri, abitudini in maniera originale, approfondendoli e adattandoli allo scenario alternativo che hai preparato per loro.
Un lavoro a dir poco egregio, insomma.
Voto: 9.5
Giudizio di Stateira:
Questa è sicuramente la storia più ricca e più matura, a livello di sviluppo dei personaggi e della vicenda. È coinvolgente e si spinge più in là, rompe i tabu senza paura. Non solo tocca il tema assegnato, ma si insinua anche in altre questioni scottanti, apre un po’ un ventaglio di tematiche che danno, nel complesso, un’impressione di organicità, di completezza. La foga di alcuni passaggi costringono quasi il lettore alla partecipazione, con in più il fatto di lasciarlo libero di immedesimarsi in chi preferiscono: le vicende di Sasuke e Sakura corrono parallele, tutti i quattro protagonisti vengono approfonditi nella giusta misura, senza lasciare spazio a vuoti di caratterizzazione.
Nota negativa: c’è qualche errore, ma palesemente dovuto ad una rilettura frettolosa, non certo ad una scarsa conoscenza dell’italiano. Per questo, ho ritenuto di non darci troppo peso.
Voto: 9
A parte, amore lo sai che adoro questa storia con tutta me stessa. E' veramente un piccolo capolavoro e sono orgogliosa di te che l'hai scritta. Non potrei avere una donna migliore al mio fianco.
Ai shiteru. |