Conservo questa storia nella sezione 'da recensire' da così tanto tempo che un po' mi sono stupita di non trovarla mummificata – poi mi sono accorta che è tua, e il mistero si è spiegato da sé: tutto ciò che scrivi è così magico che la sua immortalità non sorprende.
Ah, Harry Potter... credo seriamente che questo sia uno dei fandom in cui dai il tuo meglio (come se non dessi il meglio anche negli altri, poi!), e il motivo è semplice – Little Hangleton, e ho detto tutto. Credo sul serio che quella sia una delle tue storie migliori, tant'è che ciclicamente torno a rileggerla per ricordarmi di cosa può essere capace una grande fanwriter. Ma smettiamo di girovagare attorno alla questione, e andiamo a toccare il punto.
Harry Potter... pensare ad Harry Potter e al suo universo fa inevitabilmente pensare a Silente, che è uno di quei mistici personaggi di cui ho sempre desiderato scrivere, ma ai quali non mi sono mai avvicinata per paura di snaturarli, di creare qualcosa di inferiore a quanto meritino – un po' come Igor. E dopo aver letto questa, probabilmente il mio rifiuto di scrivere di lui diventerà permanente, perché dopo aver letto un pezzo così perfetto dubito seriamente che si possano raggiungere livelli più alti.
L'ho letta una prima volta, quasi di corsa, e poi l'ho riletta ancora, sentendo un enorme groppo in gola ad ogni frase, perché... il rimpianto. Il rimpianto è la vera croce dell'uomo, e se io a poco più di vent'anni già soffro per le scelte non fatte, per le strade non percorse, posso soltanto immaginare cosa significhi invecchiare, arrivare alla soglia dei centocinquanta (anno più, anno meno?) e, trovandosi di fronte alla fine, rendersi conto di tutto ciò che non si è fatto, di tutto ciò che non si è detto, di tutto ciò che non avrà più occasione di essere. Ci si può sentire persi, di fronte all'immensità del 'non'. Ma non Silente. Silente, un uomo integro, saggio, sicuro di sé (forse non sempre innocente, ma esiste al mondo qualcuno che lo sia?), davanti alla certezza che non ci sarà più occasione di rimediare non si sente confuso, ma rimane fedele a se stesso: rimane fedele all'immagine che ha sempre dato di sé, rimane fedele al suo essere un modello, un faro nella notte, e davanti all'immensità di quanto non ha mai avuto il coraggio di fare, o di dire, o anche solo di pensare, rimane il Silente che noi tutti abbiamo sempre conosciuto.
È in questo che sta il vero talento, secondo me: resistere alla tentazione di cadere nel cliché, e insistere sulla via dell'IC – che poi non mi dovrebbe stupire, perché è una cosa che ti è sempre riuscita benissimo e che per sempre ti riuscirà.
Tentando di riassumere... brava, semplicemente. Ho già sprecato fin troppe parole per dire quello che, in fondo, sono sicura già sai. |