Se ho ben capito, questa dovrebbe essere una parodia del film “Up”. Mmh.
Il mio Garzanti (mi scuso per lo spam, ma io ADORO il mio dizionario, e desidero che tutti lo sappiano) dà di ‘parodia’ la seguente definizione: ‘composizione letteraria o musicale che contraffà con intento comico o satirico un’opera conosciuta’.
Se la tua ff (che, per tua stessa ammissione, è un primo tentativo) voleva essere una parodia, mi dispiace distruggere le tue aspettative, ma non faceva ridere. Sempre se questo era il tuo obiettivo.
E’ contorta, in certi punti (che cosa combina Russell con l’ausilio di tutti quei componenti chimici? Non si è capito), esagerata in altri (le riflessioni di Russell a proposito degli anziani e del signor Fredricksen sono qualunquiste e scontate). Inoltre mi chiedo se tu conosca il significato corretto del termine ‘ipocondriaco’.
Leggo qualche parolaccia di troppo: intendiamoci, non sono una puritana, ma il linguaggio volgare nel contesto sbagliato… non lo digerisco proprio.
Sarà che non riesco a immaginarmi di poter parodiare in un qualsiasi modo una storia tanto delicata e piena di buoni sentimenti, sarà che gli errori di ortografia e grammatica mi hanno distratta, ma… avresti potuto dedicarti a questo progetto ancora un po’, prima di postarlo.
Sai, in giro su EFP ci sono parecchi ragazzi che pubblicano, e alcuni di loro sono anche piuttosto bravi. Ben venga che ne arrivino di nuovi a incrementare il repertorio di storie: c’è sempre bisogno di leggere qualcosa di nuovo, e soprattutto occorre sfatare il mito che la scrittura sia ‘roba da donne’. In fondo, quasi tutti i miei scrittori preferiti sono uomini: Roald Dahl, James Ellroy, Dan Brown, Clive Cussler, Marc Levy, Guillaume Musso… ma no, sto divagando.
Dicevo, ben venga che ci siano ragazzi come te, che cercano di inserirsi in questa grande comunità e di farsi conoscere con le proprie storie.
L’importante è però che siano rispettate alcune regole, ovvero:
-controllare grammatica e ortografia prima di postare (spero che ‘recenzioni’ e ‘tizzi’ siano state solo sviste);
-rileggere il proprio operato e rispondere a una serie di domande: ‘E’ chiaro?’, ‘E’ ben sviluppato?’, ‘Dice tutto quello che intendevo dire?’, ‘Ho dato il giusto peso a ogni elemento?’, ‘E’ comprensibile dal punto di vista formale e morfologico?’, ‘E’ credibile?’. Sembrano sciocchezze, ma sono queste cose che rendono una storia migliore;
-controllare la forma: a volte, a seconda del tipo di storia che si sta mettendo in scena, un intervento dell’autore può risultare gradito; ma quando gli interventi diventano dieci, venti, trenta, a volte anche inopportuni, e senza un preciso scopo all’interno della storia, allora non vanno bene.
Con questo non intendo ergermi paladino del rispetto delle regole sul sito (questo è compito degli amministratori), ma semplicemente esporti quello che credo potrebbe essere il punto di vista di molti lettori, con la differenza che io, invece di segnalare la tua storia, ho preferito cercare il dialogo. Anche io ho avuto, un po’ di tempo fa, una brutta esperienza con un paio di lettrici che non hanno esattamente ‘adorato’ due mie storie, ma ho cercato di accogliere con serenità quelle che potevano essere critiche al modo in cui avevo messo giù la storia, senza arrabbiarmi e senza cercare la guerra… perché tanto l’avrei persa.
A presto. |