Anzitutto, Liv eccomi qui *-* spero di recensire bene, perché è da un bel po' chen on leggo né recensisco XD meglio dare una rilettura della storia prima di inventare cose.
La morte. Ecco il tema che ricorre spesso con Sirius - credo sia più che normale, effettivamente - e quello che qui è diverso è la mancanza.
Del pezzo iniziale mi è piaciuta questa regola imposta a Sirius; sa tanto di Black, di persone pragmatiche. Ma io credo che Sirius sia un eroe romantico, alla fine, e questa legge imposta lo rende più solo, alla fine, e più desideroso di sfogarsi. (ricorda I Sepolcri XD)
I. Annotazione grammaticale (intermezzo): Si ricordò la luce, provenire da quelle finestre - o senza virgola, o "la luce, proveniente da", comunque credo non sia un errore grave ma una tua scelta XD.
La descrizione della casa dei Potter mi ha commossa. E' cruda, esplicativa, emotiva e crudele. Come Bellatrix, giunta lì a pungolarlo, a godere di quell'olezzo di morte, di quel cugino che l'ha sempre odiata; e lei dall'odio ne ha tratto piacere. Ecco, ci sono altri morti da piangere, molti altri; mi sembra quasi che la vita intera di Sirius sia morta quella sera, cosa gli è rimasto? Un traditore come amico e un lupo mannaro in pericolo in quei tempi bui; una cella, i fantasmi del passato a tormentarli. Moriranno tutti e rimarrà lui, morto per il senso di colpa, forse anche per riflesso.
E' stata colpa sua. Questa frase l'ho ricollegata subito alla storia dell'incantesimo di cui ora non ricordo il nome xD quello uguale a quello posto a Grimmauld Place con Silente come protettore. Sirius diede il suo posto a Minus. Fu colpa sua e questo tormento lo accompagnerà fino alla tomba e alla morte che oramai l'ha già preso.
(bei discorsi tra cugini, comunque *ç* me fangirl sbava)
II. E' una questione di tempo. Forse lo è sempre stata, per Sirius (e Hermione). Non gli è bastato quel tempo che ha ricevuto prima della morte - due anni di fuga, di nascondigli; una vita in un mausoleo dove ogni angolo ricorda un passato ormai lontano. Ed è vero, lui è l'ultimo, il superstite di questa caterva di morti. E' rimasto soltanto lui - e gli resta di scegliere, vivere o soccombere. Probabilmente è stato il tempo, o forse non era più adatto alla vita; io credo che in quella stanza dell'Araldo anche lui fosse come quei nomi segnati o bruciati sul tessuto, un ricordo, un morto che cammina. Hermione non ha voluto violare la sua privacy, né abbracciarlo, quello non era un posto "per lei", per una viva. E per lui? Lui? Era giù morto?
Non so se sia stato il tempo, ma sicuramente ha fatto la sua parte. La guerra è tornata e l'eroe è morto per il protagonista destinato ad andare avanti.
III. Lui che in vita aveva osato tutto (*___*!), pur avendo questa scusante, questa illusione, Sirius non ha mai osato parlare ai suoi morti, forse per timore, per non poterli sentire rispondere, forse per un'antica riverenza alla morte; forse per codardia (può essere? Sirius codardo. Fragile lo è di sicuro), comunque silenzioso e non più vivo, non del tutto. Perché anticipare i tempi, d'altronde? La morte sta arrivando (anche se non lo dici).
Questo ultimo pezzo mi ha commosso tanto. Quando lui va oltre il velo e li vede, li vede sorridenti, si sono ricongiunti, sono lì, sono morti tutti e tre. E' dolcissimo e tristissimo, ma appagante. Alla fine è un lieto fine, almeno per me =)
L'ultima frase, in più, è una delle tue solite: evocativa e poetica (e vera).
Insomma *ò* un gran bel lavoro, Liv, su una tematica particolare. Più della morte, è la mancanza che toglie il fiato, nevvero? Mi è piaciuto Sirius e il suo sentimento. Mi è sempre piaciuto, sì.
Qui lo vediamo in uno scorcio realistico e introspettivo, senza illusioni, né maschere.
Brava.
(Recensione modificata il 29/05/2010 - 09:18 am) |
