Il tuo preludio è di forte impatto: Bella è su "quell'enorme letto" che ricorda quasi un altare destinato alla vittima sacrificale di uno strano rito oscuro. Si fa "agnello" volontariamente: nessuno l'ha obbligata e lei, imperterrita e sorda a qualunque richiamo (della ragione o degli affetti che dir si voglia), decide di compiere questa pazzia.
Lei lo chiama amore, ma quest'amore assomiglia molto all'ossessione: la stessa fanatica ossessione che la fa rimanere inchiodata nel buio, anche quando un "urlo inudibile" si fa strada nella sua mente.
Edward - il vampiro, il non morto, non il ragazzo dal sorriso sghembo che la Meyer ci ha descritto da ogni angolazione possibile - le chiede se davvero è quello che vuole, ma le sue parole sono quasi "di maniera": i suoi orribili occhi rossi lo contraddicono e già la stanno valutando come preda.
Ed sembra indugiare e Bella quasi "torna a sperare" (bellissimo questo passaggio così particolare per il momento...in fondo si sta realizzando quello che ha sempre desiderato). Speranza vana: il dolore si fa strada dentro di lei insieme a quella frase che io ho trovato sconcertante, rivelatoria, affascinante e senza dubbio sconvolgente «Sai, penso che potrei accettarti anche dopo, forse.»
Cara Saorio, come sempre riesci a coinvolgermi anche dopo poche righe.
Sono contenta che tu abbia deciso di creare una long fic e ti ringrazio per questo. Ovviamente sei già nelle preferite. A presto.
PS. ho appena riletto “Un segreto lungo un’eternità”...è sempre splendida! |