Quando arrivano giornate come questa, il risultato è sempre imprevedibile.
Ci si aspettano grandi cose, e ce le si aspetta da parecchi mesi. Si fanno macchinazioni, ipotesi sconclusionate, ragionamenti che nessun sano di mente proverebbe a fare.
E poi, alla fine di tutto, ci si ritrova davanti a un pc, a fissare lo schermo con aria inebetita, e si riflette su cosa sia successo negli ultimi minuti.
Perché, negli ultimi minuti, il mondo si è fermato e la pagina bianca di EFP si è allargata fino ad occupare l'intero universo. Perché, senza più spazio per stupidi viaggi mentali, si scopre di avere la mente completamente svuotata, indecisa se prolungare l'estasi della lettura o se cadere nella disperazione di una nuova (per quanto, si spera, contenuta) attesa.
La verità è che, di fronte a ciò che si è aspettato a lungo, tutto ciò che si pensava di fare va in frantumi. Avrei potuto scrivere pagine e pagine di commento "tecnico" su questo capitolo, se si fosse trattato di un'altra fanfiction.
After Crisis (o comunque la si voglia chiamare) merita di meglio; merita il commento di chi vuole semplicemente svuotare i propri pensieri (benché limitati) nello spazio recensioni, senza pensare a commentare ogni singola frase.
La prima cosa che mi viene in mente è "Non ci posso credere". Perché, nel bene e nel male, quella sensazione di "PS3 Tech Demo" che pervadeva la pubblicazione isolata del primo capitolo non era facile da abbandonare. Era difficile avere fiducia in un progetto del genere, specialmente con aspettative spaventose quanto le mie. Per un anno sono vissuto nel dubbio di non vedere mai altri capitoli, e che ACS si limitasse a un semplice "What If?". Di questo ne abbiamo già parlato abbastanza, e fortunatamente non se ne parlerà più.
Iniziando la lettura, uno strano fenomeno mi ha colpito; potrei chiamarlo "Sindrome delle citazioni inesistenti", per utilizzare una definizione scientifica. Leggendo, e commentando di pari passo per la prima pagina, avevo spesso l'impressione che ci fossero citazioni di intere frasi da After Crisis, principalmente durante tutto il paragrafo di Aerith. Queste citazioni, in realtà, non esistevano. Ma la cosa non si esaurisce qui.
Perfino alcuni concetti, che mi sembravano appartenere da sempre ad AC, dando un'occhiata al libro qua di fianco non li ho trovati. L'idea del vetro come "schermo" dalla corruzione di Midgar è un'idea nuova, ma che mi è parsa così naturale da farmi credere che fosse vecchia di due anni.
Il motivo di tutto questo è solo uno, riflettendoci un minimo. Saranno cambiati i concetti, e sarà cambiata la forma... Ma l'essenza della storia è sempre la stessa. Durante questa recensione prenderò in esame parecchi cambiamenti tra le due versioni, ma nonostante tutto ACS è l'evoluzione naturale e affatto forzata di ciò che era AC. Posso dire con sicurezza, benché le mie speranze per il finale non mi diano tregua, che sono la stessa identica cosa.
Un'altra cosa molto particolare da notare è lo strano cambiamento di atmosfera che occorre in due situazioni distinte in questo capitolo (sebbene in maniera opposta).
La prima volta è, chiaramente, durante il dialogo tra Aerith e Tseng. Quel dialogo, che alleggerisce in modo allarmante la tensione emotiva creata nelle righe precedenti, ha delle battute così geniali da far effettivamente sorridere.
E il fatto è che, senza farci attenzione, la cosa non si nota nemmeno. Tutto viene catapultato nella direzione opposta senza che il lettore se ne renda conto, e la cosa è piuttosto spaventosa.
Successivamente (saltando al paragrafo di Cissnei) abbiamo l'esatto contrario.
Quello che prima era un apparente risollevamento della situazione emotiva della nostra (oh... beh, diciamo MIA) Turk preferita ricade nella depressione più totale appena si fa strada per un istante il pensiero di Zack.
Qua, a differenza di quello che ho detto prima, il taglio è decisamente (e volutamente) netto. Come ormai bisognerebbe sapere, qui la situazione è mutevole e nulla è prevedibile. Un personaggio (o forse bisognerebbe parlare di persone) può essere il più ottimista del mondo due righe prima, ma bastano poche parole per gettarlo nella disperazione.
Il punto successivo del mio commento è decisamente meno aulico. Di sicuro non è voluto, e in effetti non c'erano molti altri modi per dirlo... Ma vedere Tseng pronunciare le parole "Un'altra lettera?" mi ha veramente fatto piangere. Questa è la prima vera situazione identica tra le due fanfiction, probabilmente, e sarebbe stato difficile fare altrimenti. Lo noto solo io, anche perché sono uno dei pochi eletti ad avere accesso alla leggendaria fonte originale, ma fa sempre piacere scovare piccoli particolari del genere.
Passiamo a qualcosa di più serio, e iniziamo a parlare di Tseng.
Qua si iniziano le seghe mentali che mi ero proibito di fare, ma non ho alternative. Tseng ha subito un cambiamento radicale, e la cosa è abbastanza preoccupante, se capisci cosa intendo.
In AC, Tseng (salvo un certo episodio vicino a un elicottero) non era affatto pazzo di natura. Inizialmente il solito tseng che tutti conosciamo, la sua mente veniva piegata dalla situazione e resa un'estremizzazione di ciò che già era.
Qua, a giudicare dai suoi pensieri, un principio di violenza insensata e follia inspiegabile (se non, in parte, con la gelosia per Zack?) è lì già dall'inizio.
Con questi presupposti, si può solo avere paura degli sviluppi futuri di un personaggio del genere. In ogni caso, Tseng non è l'unico ad essere cambiato. Cloud è decisamente più maturo, più sicuro di sè e meno spaventato dalla situazione; si ritrova comunque sperduto, incapace di comprendere i suoi stessi pensieri e non padrone delle proprie decisioni... Ma di sicuro, nonostante la stanchezza e la disperazione rimangano, lo trovo decisamente diverso.
In mezzo a tutte queste novità, probabilmente il titolo si riferisce più al lettore che ai personaggi. O forse, intendo solamente il lettore che conosce entrambe le storie. O forse, solamente il sottoscritto.
Mi si chiede di contenermi con la recensione, quindi vedrò di passare in rassegna velocemente le altre cose che ho notato qua dentro.
La prima è esplicabile con una semplice frase.
"Scarlet ha un attico". Non c'entra nulla con il resto della recensione, ma devo ammettere che un sorriso ci è scappato veramente.
E poi mi dispiace, ma io devo parlare per forza dei grilli. Io stavo veramente per cadere dalla sedia. Non sapevo (in senso buono) se ridere o piangere di commozione. I grilli!
Non hanno un significato metaforico, probabilmente, nè un'utilità pratica se non quella di cantare. Ma innegabilmente il simbolo di After Crisis erano loro. Un inizio come quello non si scorda, altro che proemi dell'epica greca.
Prima delle considerazioni finali, BISOGNA parlare di Michael; o meglio, non bisogna parlare espressamente di Michael, che è senza dubbio un gran personaggio, ma del suo ruolo totalmente inedito.
Non trovo modo migliore di questo. Michael è il primo Anti-Scarlet vero e proprio della tua carriera. In Lacrimosa, Zack non ha battuto Scarlet in astuzia e ingegno, si è solo trovato un passo avanti a lei per volere del destino. Qui, invece, Michael è un personaggio che fin da subito, dalla sua entrata in scena, si pone come l'unico in grado di combattere ad armi pari contro Scarlet. Sono curioso di vedere come evolverà la cosa, e ho le mie perplessità che saranno di sicuro risolte, ma un'aggiunta così inaspettata mi ha colto totalmente alla sprovvista.
E adesso, alla fine di tutte queste considerazioni, dovrei fare probabilmente un bilancio generale del capitolo.
Ma come posso?
Come posso dare un giudizio senza ripetermi, senza scadere nel mio amato solito discorso della differenza tra fanfiction e romanzo?
Per Lacrimosa dissi che la letteratura diventa arte solamente quando c'è un po' di poesia in essa, e che avevi centrato in pieno l'obiettivo.
Adesso non posso fare altro che dire che qualunque limite precedente è stato superato. L'atmosfera è Basch come è sempre stata, ma letteralmente costellata di metafore e similitudini una più spiazzante dell'altra. Avrei voluto citarle, e me le sono perfino segnate, ma ci metterei un secolo a parlare di ognuna.
I personaggi, che sostenevi poco sviluppati, sono risultati così profondi da portarmi a esaminarne il carattere e le diversità rispetto ad After Crisis.
La forma non da mai problemi di scorrevolezza, e mi dispiace (ma mi fa anche piacere) dire che le nove pagine sono sembrate decisamente di meno.
Che altro c'è da dire? Io non lo so.
Dico sempre le stesse cose, ogni volta elevate di uno o di parecchi gradini, ma chiaramente il risultato sarà sempre una modestia credibile quanto i trucchi per far resuscitare Aerith.
Se non altro, dopo aver passato la sera a leggere, scervellarmi e scrivere, una sicurezza (al contrario della totalità dei tuoi personaggi) ce l'ho...
L'attesa non è stata vana, e le aspettative, come da copione, non sono state smentite nella più minuscola parte |