Innanzitutto, premetto che è la prima volta che leggo la traduzione di Protege moi, ed è davvero azzeccata (e bella, ovviamente).
Al solito recensisco man mano che leggo, perchè diventerebbe troppo difficile fare una recensione coerente rielaborando 25 pagine.
Allour... Amo la "location": Venezia. Diciamo pure che si tratta di orgoglio nazionale, sapere di poter vantare una simile città, così ricca d'arte, di cultura, di storia. E poi il Carnevale di Venezia è davvero affascinante, molto più di altri carnevali nel mondo.
Ed ovviamente, la prima apparizione di Rouge lo vede nudo. >_>'' No, scherzi a parte, è bello che subito, alla decima riga, si senta, prepotente, la presenza della gelosia di Kei - sai bene quanto io ami il personaggio.
E poi, finalmente, si intravede il passato di Rouge.
Un'altra cosa che mi ha colpito: per ben due volte, da subito, descrivi Yurij come una donna; sottolinei la sua femminilità (che poi verrà come confermata dalla Gnaga), che pure non nasconde una certa virilità negli atteggiamenti e nel modo di affrontare le situazioni (così cocciuto, ostinato e orgoglioso!).
E poi, ecco come ricompare definitivamente Rouge, in questa seconda opera: leggermente ubriaco di whisky, in preda alla furia di Kei.
L'innamorato, geloso, dotato, violento, dolce ed ottuso Kei, amante sincero, amante eterno, ed amante nel senso più vero del termine: che ama.
Quel Kei che non può sopportare l'idea che il proprio Rouge vada in Italia (lontano da lui) con un ALTRO; perchè forse gli altri amanti si sono accontentati di essere solo compagni di sesso occasionale... ma lui no. E di certo non sta lì a guardare mentre gli portano via la persona che ama, adora, idolatra.
E poi, inaspettatamente, Kei è molto più passionale di Rouge...molto più caldo.
Guardaci: Rouge è freddo, indifferente, immobile; Kei invece è agitato, frenetico, vero (nel senso di genuino, puro e sincero).
Sinceramente, è toccante la tristezza di Kei: lui a Rouge (che nonostante la pigrizia dei movimenti -e l'atmosfera creata mi ricorda un po' quella di Supreme- si diverte a giocare con quell'amante così diverso, provocandolo con gesti forse nemmeno troppo calcolati)ha dato tutto se stesso, eppure non basta; conosci la canzone "Una parte di me", di Nek? Esprime questo concetto, in parte.
Nel ritornello dice: "Dimmi quante volte, se per troppe volte ho sbagliato con te, dimmi almeno perchè."
Ed ancora una volta, seppur nel contesto della disperazione di Kei, torna la storia del passato della bella Madame Englantyne: ancora vago ed accennato, eppure (me ne rendo conto solo ora) già si introduce la Lussuria, e Rouge come impersonificazione di essa.
Ma subito si torna alla lascività del russo, che tanto mi ricorda la "casta signorina" (usiamo qualche eufemismo, vah) nel celebre passo di Nevio (sarà lui? boh!). Lascività che di certo lascia il segno, anche su Kei...nonostante lui sia, probabilmente, l'unico veramente interessato a quell'io solo e senza passato di Ivanov.
La scena della donna che ride, corteggiata dal giullare, mi ha fatto -incredibilmente- infinita tenerezza: non so, per un momento ho respirato la stessa aria fresca che respira Rouge, assaporando quel Febbraio non così rigido.
(non mi esprimo sulle sue fantasie sessuali, perchè comunque credo che le abbia ogni essere umano, in un modo o nell'altro)
Ed ecco il Medico! Inquietante da subito, figura nuova, per i lettori, eppure si ha l'impressione di conoscerla, si ha l'impressione che sia sempre stata lì...
Ma, subito, molto "cortesemente" scompare tra la folla.
Gianni mi piace, come personaggio: nel senso che l'hai ritratto bene; e credo che, come amante, possa competere con Kei: è passionale, e desidera profondamente il CORPO (e di certo non altro) di Rouge.
Ed è chiaro che non ha ben capito i gusti e le voglie del bel rosso, che non ama rimanere con la meme personne troppo a lungo.
Sai, è strano: solo ora noto quando dà i baci e come li dà.
Ed è davvero bellissimo il bacio tra lui e Kei, carico di passione, certo, ma anche -a mio parere-, di tenerezza: Kei accarezza le mani dell'amato con premura, quando gli dice che si sta uccidendo; perchè lui ci tiene davvero, forse molto più di Rouge stesso, a quella PERSONA che è Yurij Ivanov.
Sul voler morire giovani non mi dilungo, già sai cosa ne penso: evviva la vecchiaia!
Inizia la scena di sesso... Oh cavolo, non so che dire. La descrivo a parte nel votarla, ti va bene?
Passo invece a Kei e Yurij, che mi interessano di più: nel discorso sull'anima ribadisci nuovamente il rifiuto di Rouge di baciare i propri amanti durante l'atto sessuale.
Difatti, mentre l'atto sessuale è incontro fisico, il bacio è incontro sensibile: e per Rouge questi due lati non collimano; Kei, al contrario, crede profondamente nell'amore -quello vero, spirituale e sensibile- fisico, e lo dimostra con abbracci, stringimenti, baci... Sarò ripetitiva, ma io lo trovo stupendo, ed estremamente dolce - sebbene dimostri di essere piuttosto permaloso.
Un'altra cosa: Rouge mi sembra molto infantile, molto ingenuo... Perchè non comprende il motivo per cui Kei gli dice che si sta facendo del male, motivo, tra l'altro, piuttosto palese.
Mi colpisce il fatto che nessuno degli amanti di Rouge riesca a comprenderlo pienamente: nessuno comprende le sue idee, ciò che pensa, ciò che fa... Forse lo comprendono in superficie, forse lo accettano per quieto vivere, ma nessuno capisce. Rouge è solo.
La scena che segue la discussione sul carattere è forte, molto: la desolazione in cui Rouge, inconsciamente, cade, è disarmante ancora adesso per me, eppure già ho letto la scena. è semplicemente devastante, vedere quella bottiglia vuota e quelle sigarette fumate...
Secondo me Rouge teme ciò che Kei prova per lui...è un sentimento troppo profondo.
Dunque prosegue la scena di sesso tra lui e Gianni (scena sublime in ogni suo più piccolo particolare, descritta con parole ponderate e ben calibrate), ma un elemento oserei dire STRANO interviene nel mezzo: Kei. Sempre Kei, le cui fugaci apparizioni nella mente di Rouge dicono molto più di quanto Yurij possa immaginare.
Che sia amore, affetto, o puro attaccamento a quel corpo caldo, sincero e fremente, è certo che Ivanov è legato indissolubilmente con Kei: forse perchè è stato il suo -di Kei- primo amante, forse perchè Kei lo tratta in modo naturale, senza cercare perversi artifici per soddisfarlo...
Esiste un'espressione a mio dire orrenda, che però mi sento di usare: "due corpi che si appartengono".
Comunque è sconvolgente vedere e notare quanto sia inerme, Rouge, senza la droga e senza l'alcool; siamo stati sempre abituati, noi lettori, ad un Rouge affascinante e potente, dominatore e padrone di se stesso, mentre ora lo vediamo nel suo degrado (già esplicato da Kei), debole e sconvolto lui stesso dalla propria debolezza. Lo vediamo piegarsi davanti a Gianni (che non intuisce nemmeno lontanamente lo stato d'animo del compagno) e rendersi conto di quanto quella situazione sia umiliante, pur non riuscendo a ribellarsi alle proprie pulsioni sessuali. Rouge non sa dire, e dirsi, no.
Non ora, almeno. Un tempo di sicuro...
Il bacio. Il bacio è coinvolgente, e non in senso positivo: si sente perfettamente la rabbia di Rouge, come si percepiscono il suo orrore ed il suo disgusto; leggendo si pensa soltanto: "Smettila di baciarlo, è fastidioso!"
Ci si immedesima completamente, e non stona affatto la permalosità del bel francese alla fine di tutto: e quasi delude notare come a Gianni questo non importi, vedere quanto lo deride.
I sogni: come già ti avevo detto, sono descritti magistralmente, e proprio per questo piuttosto angoscianti, se non terribili -per il lettore, intendo.
Il sogno della sua infanzia è ... particolare: non è spaventoso, ma inquietante sì: la solitudine, credo, spaventa tutti, chi più chi meno.
Ed immaginati come dev'essere sentirsi soli per tutta la notte, ed accorgersi, di giorno, che è così.
Il sogno con i corvi mi ricorda i dipinti di Van Gogh, in particolare "Notte stellata" e "Campo di grano con volo di corvi"; il fatto che sogni la Morte dopo la prima sigaretta, per un istante mi ha ricordato "La coscienza di Zeno". Non centra molto, in realtà, poichè il tema del fumo lì è trattato in modo completamente diverso, ma intanto te lo faccio presente.
Si bacia con la Morte, la cui lingua è un serpente spietato che maciulla e divora belle labbra rosse, labbra di un peccatore. Rouge se la ride, deride l'accusa ed il mattino dopo gioisce: è molto incosciente questo da parte sua, no?
Ancora più inquietante (e doloroso, vedendo quei vermi all'interno di un corpo ancora vivo) il secondo sogno: un sogno che segue la sua prima notte di sesso. Un sesso selvaggio e sbagliato, sporco ed immondo, e la Morte già lo aveva ammonito: ora ride lei.
Ed al risveglio Rouge non può fingere che non sia successo niente.
Mi è parso veramente brutto che quell'uomo lo abbia consolato: a lui non importava niente delle sue pene, lui lo consolava solo perchè è un bel ragazzo.
Il terzo sogno non mi sento in grado di commentarlo: mi scuote, sul serio. Lo trovo spaventoso e abominevole, e la Morte si beffa del peccatore in modo ancora più terribile. Yurij ride, ma è sfinimento, è rassegnazione. Oppure, più semplicemente, è umorismo nero.
Il risveglio, come ti ho già detto, mi ricorda quello di un vampiro dalla propria bara: un risveglio innaturale e tranquillo, come se prima non si avesse dormito.
Gianni mi pare un gran figo °-°. No, dai, torno seria: mi piace la sua maschera, perchè le hai messo il naso con la gobbetta. è davvero più realistica così.
C'è da dire che, nonostante la propria ottusità, Gianni è molto garbato: prepara vestito e vasca al proprio amante, che dorme così PLACIDAMENTE, a suo dire.
Il momento del bagno è rilassante anche per il lettore: per un istante torna la figura di Kei, ma subito scompare, per lasciare posto ad un Rouge leggermente diverso dal solito... Un Rouge naturale e sereno.
Il vestito da Gnaga che hai ideato, come l'idea stessa di introdurre tale abito popolare, è molto bello, e, come ti ho già detto, descritto minuziosamente.
Ti avevo già mostrato anche il mio apprezzamento per la leccata di Yurij, che trovo ironica e, se vogliamo, anche dolce. In un altro contesto, se l'avesse fatta con il proprio compagno (ovvero con una persona amata), di certo avrebbe assunto un valore ancora più forte.
La droga torna, tragica portatrice di sciagure. Il Medico della Peste si fa vivo, avverte, severo (e, sapendo chi è, si capisce il motivo), ma Yurij non lo ascolta.
Si sta uccidendo, la bella ed ottusa Capuleti.
è un po' triste, il fatto che Yurij viva la festa da drogato: come ti avevo detto, quando entra nella Sala della Musica il lettore stesso vive l'euforia della festa, e si sente felice di assistervi; subito, però, viene posto il dubbio: è illusione o realtà ciò che vede?
Il mondo di Rouge è distorto, quanto la propria interpretazione di favole come quella di Cappuccetto Rosso; solo lui e Gianni, certo, ma solo per un breve istante: Yurij è ancora solo con se stesso, Gianni già rincorre altre Giuliette.
Dal passato di Rousse (nomignolo così scomodo, eh?) piovono gli spettri che aveva tentato di cancellare, come i Peccati Capitali dal soffitto: Avarizia lo canzona, così come Colère; eppure, e qui azzardo io, sembra attaccato a quest'ultimo... Perchè lo vuole stringere?
Yurij è l'unico sopravvissuto, la Russia non ha avuto il suo corpo. Perchè deve sentirsi in colpa per questo? In questo senso aspetto la terza parte, per capirci di più.
La Russia è un passato orrendo e osceno che Luxure, ultimo peccato rimasto da sopprimere, vuole distruggere con la propria nuova identità. Ma dal passato non si può scappare... E la peste ucciderà anche lui.
Strano che sia proprio il Medico della Peste -sempre sapendo chi poi è- ad apparire ed a svelare tale verità.
La Morte ha proprio uno strano gusto sadico nel vestirsi da Medico della Peste, nelle visioni oniriche di Rouge!
Il vero Medico, quello della realtà, lo ama, lo ama davvero: non è un sentimento stupido e illusorio, come crede Yurij; non è il sentire di un bambino viziato: è amore vero, un amore che Rouge -nonostante ripeta continuamente di voler amare l'amore- non ha mai provato nè immaginato.
Rifugge Kei, rifugge tutti: e tutti, fantasmi compresi, rifuggono lui.
Fuggito dalla Russia, fuggito dall'Italia (che, credo, ricorderà SOLO per quell'amplesso mancato nel passaggio segreto...), torna in una Francia più desolata che mai: si accorge, pur non sapendolo coscientemente, di essere solo; a che gli servono i suoi devoti amanti?
Kei non c'è.
I cadaveri dei filtri invadono la sua stanza, e lui è ubriaco e solo, debole e inerme; si ferisce, lui che amava se stesso!
Lo vedo, quel corpo pallido, magro e tremante: malato, marcio. Pronto per morire.
La sua Dolce Compagnia, in fondo, è sempre stata lì con lui, no? Da sempre.
Ed i sei peccati capitali, orme indelebili del suo passato, sono tornati, infine, a prenderlo: l'arcobaleno, senza il rosso di Luxure, senza il sangue di Rouge, non è completo.
Ed infine c'è Kei... quel Kei così dolce e così diverso, che Yurij dice di non amare. Anche Kei lo uccide, alla fine.
Il finale aperto, come ti ho detto, mi piace. Da impazzire.
Queste sono venticinque pagine sconvolgenti, magistrali e, semplicemente, potenti.
Figurati, starti dietro quando scrivi, che sia per mesi o per quache giorno, è solo un onore.
Complimenti amore, complimenti.
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