Recensioni per
La Duchessa
di Vivien L
Ciao, come molte ti hanno già scritto ho letto la storia e la trovo interessante. La trama è sempre stata molto lienare, credo che tu fino ad un certo punto avessi una idea precisa del modo in cui dovevano snidarsi gli eventi. Ad un certo punto poi i capitoli sono diventati sempre più frenetici, ai consueti caratteri dei personaggi si sono affiancati accenni di quelli che credo dovrebbero essere sviluppi futuri. L'impressione però è che tu sia terribilmente indecisa, questa svolta deve avvenire? se si come? |
Ciao ho letto questa ff incuriosita dal titolo e dal prologo ...ho trovato i primi cap interessanti anche se un pò tosti mentre quelli centrali un pò monotoni e ripetitivi con continui personaggi che andavano e venivano ma che sostanzialmente nn facevano granchè.Oltretutto nn ho ben capito l'età d isabella sembra si sposi a 14,poi lui dice che la prima volta l'ha vista a 15 in seguito litigano e lei gli ricorda che l'ha violata a 16...boh xò in effetti la prima notte così a 14 anni fa passare edward per un maniaco è vero che l'età e l'epoca lo consentono ma fa sempre effetto leggerlo.Cmq nn ho visto il film a cui t sei ispirata ma secondo me l'idea è buona forse a un certo punto hai perso d ispirazione o hai cambiato direzione x' l'isabella del finale era odiosa quasi più d edward il che era davvero difficile!!!!!Lettura interessante ma che mi ha lasciato un pò l'amaro in bocca x questo pseudo lieto fine solo nelle ultime 10 righe.Questa è la prima tua ff che leggo e forse è il tuo stile o il tuo genere e io nn lo comprendo ma c sono tante cose che sembrano rimaste in sospeso...magari c saranno degli extra??? |
Ciao, ho letto questa storia aspettandomi, probabilmente, qualcosa di diverso da quello che invece ho trovato. |
Ciao Essebi, |
io una cosa mi chiedo...ma prima di postare una storia perchè non la completate...non mi pare giusto che si comincia a leggere una storia e poi non si può leggere come si svolge o la fine...dipendesse da me non vi permetterei di comportarvi così...è una delusione... |
ciao, |
credo di comprendere assolutamente le paure di isabella e la sua decisione di non concedere ad edward l'ultimo pezzo di sè stessa...fidarsi di lui è naturalemente impossibile... tuttavia non riesco a fare a meno di pensare che in quel momento edward era finalmente disposto a dare qualcosa e non solo a pretendere...anche solo il fatto di ammettere di non cercare più una vittoria nel loro rapporto mi è sembrato un passo avanti...non sono sicura di quello che sto dicendo, non incito isabella a cedere ad edward ma se l'avesse fatto forse le cose tra loro avrebbero potuto iniziare a cambiare...sono un po' contorta... |
Qualche tempo fa mi hai detto che secondo te le donne dell’epoca soffrivano molto per la loro condizione, ma che erano molto brave a nasconderlo. Permettimi di dissentire: la reazione dell’essere umano ad una condizione che vive dipende da come la cultura in cui è cresciuto l’ha influenzato. Moltissime donne che portano il velo sono ben felici di indossarlo sebbene sia una limitazione enorme, per non parlare della loro condizione in generale (ovviamente non mi riferisco ai casi estremi in cui le donne possono anche essere lapidate). Diverse associazioni europee si sono applicate per tentare di imporre la nostra cultura moderna su queste società, ma molte donne hanno affermato di voler continuare a portare il velo e di voler stare con i loro uomini. E questo non perché portare un burqa sia piacevole o perché ti fa sentire bene sapere che tuo marito ha altre mogli, ma semplicemente perché sono state cresciute così. Per loro è questa la realtà delle cose e vogliono che il loro mondo continui come è sempre stato, e nella loro vita incompleta (dico così perché non possono assaporare tutte le gioia della vita che invece possiamo goderci noi) riescono a essere felici, mentre sarebbero probabilmente infelice se, essendo cresciute in quel mondo, si ritrovassero costrette a diventare come noi. Poi ci sono molte di queste donne che tentano di ribellarsi, ma solo perché vedono il nostro modello di vita e capiscono che è migliore; le donne dei secoli passati, invece, non avevano questo modello, e venivano cresciute in modo tale che conoscessero solo quella realtà, e cioè sposarsi per forza, dare un erede maschio, accettare gli eventuali vizi e relazioni dei mariti e godere appieno di tutti i vantaggi che i soldi potevano dare. Non ne soffrivano perché per loro era quella la felicità, perché non conoscevano niente di diverso. È un po’ la stessa “politica” adottata da luigi XIV: lui aveva fatto ristrutturare Versailles rendendola una reggia magnifica e aveva stabilito di ospitarvi la nobiltà ed inoltre aveva rivoluzionato radicalmente il modo di vestire. Tutto questo lo aveva fatto per rinchiudere i nobili in una prigione dorata in modo tale da tenerli sotto controllo senza che loro lo sapessero e senza farli lamentare e per distrarli a tal punto con la moda e con il modo di apparire al fine di non subire più le loro ingerenze che dopo la morte del cardinale Mazzarino stavano diventando sempre più pressanti. È solo grazie a questa sua geniale idea che è riuscito a governare per molti anni con una monarchia assolutista. La sua nobiltà era felice, anche se in realtà non otteneva tutti i vantaggi che voleva, ma quasi non se ne accorgeva. Lo stesso principio è stato applicato per secoli sulle donne nobili. Lei si distraeva con pizzi e merletti, le si istruiva per bene su quali fossero i loro compiti e su quando devessero “chiudere gli occhi” per non vedere quello che accadeva sotto il loro naso. Inoltre se sognavano le grandi storie d’amore, erano comunque consapevoli del fatto che erano assai rare e che perlopiù erano fantasie, infatti i grandi amori erano narrati in quelli che all’epoca venivano definiti romanzetti e che, se venivano letti dalle fanciulle (e non sempre era loro permesso di farlo), erano pubblicamente definiti come sciocchezze che deviavano la mente delle ragazze. In sostanza non erano poi così depresse come tu le dipingi perché erano “imprigionate” in una gabbia dorata di pizzi, merletti, frivolezze e pettegolezzi che impediva loro di sentirsi distrutte e le rendeva inconsapevoli della loro reale condizione di impotenza. Poi ovviamente c’erano dei casi limiti. Se un uomo picchiava la moglie è ovvio che lei ne soffriva. Tra tutte le donne ce ne erano alcune che, per il loro carattere o per una spiccata intelligenza, capivano che la loro apparente fortunata condizione era solo una facciata, ma erano poche come per esempio la duchessa di Devonshire o come alcuni personaggi letterari (per esempio Elizabeth Bennet). Tra l’altro la duchessa di Devonshire non è che si lamentasse poi tanto della sua prigione dorata, semplicemente voleva sempre di più per i suoi innumerevoli vizi e poi ovviamente aveva un marito con cui andava particolarmente in disaccordo. Ma per una donna dell’epoca il prototipo di vita felice era: trovare qualcuno disposto a sposarti, che questo qualcuno avesse una buona rendita e fosse alla moda all’interno della società, che non fosse troppo tirchio, e che fosse abbastanza indolente da non disturbarla. Sono i cosiddetti “matrimoni alla moda” che prevedono che ognuno dei due coniugi viva la propria vita “per conto proprio”. Poi c’erano quelle più felici di altre, che trovavano anche l’amore nel matrimonio, ma era una cosa più. È come se noi oggi dicessimo che siamo più felici di altre perché, oltre ad aver trovato un uomo buono che ci ama, questo non ha problemi economici e ha una madre che ci adora e ci lascia in pace senza quindi renderci la vita un inferno. Questa è una cosa in più, non è che non siamo felici se nostro marito ha una madre che è un’arpia, però saremmo più felici se fosse un angelo, giusto? È la stessa cosa. La nostra società ci insegna che è giusto sperare nel grande amore e che la parità dei sessi sia una cosa importante per cui lottare, lo società settecentesca passava altri valori. Ho scritto un poema. Ora vado avanti. A fronte di tutto quello che ho scritto fin’ora mi permetto di dire che quando bella ha detto che è la più devota delle mogli a stento ho trattenuto le risate. Mi sembra ridicolo quello che dice. Edward non è il marito perfetto, nemmeno per i canoni del tempo, ma lei dovrebbe essere molto molto molto più accomodante per poter azzardarsi a dire di essere una moglie devota. Questo capitolo mi ha resa triste perché ovviamente ho riconosciuto lady Elizabeth Foster in quella Maria e il signor Charles Grey in Emmet, anche se in principio pensavo che toccasse a James quel ruolo. Non so come reagire perché, come hai detto tu stessa, questa è una EdwardXBella, ma se tu ti dovessi attenere alle reali vicende amorose dei personaggi storici, non ci potrebbe essere un lieto fine per l’amore di Edward e Bella, in quanto quelle stesse relazione adultere hanno collaborato ad impedire un lieto fine per il vero duca e la vera duchessa. Io spero sinceramente che almeno Bella non tradisca il marito, anche perché mi pare che perlomeno Georgiana, almeno per i primi anni di matrimonio fosse stata più accomodante e che solo dopo diversi anni e dopo la sofferenza enorme per i vari aborti l’abbiano spinta a tradire il duca. La situazione di Bella non è neanche lontanamente tragica come la sua, quindi perderebbe davvero ogni simpatia agli occhi di un lettore (o almeno credo e spero) se si abbandonasse ad un così riprovevole comportamento. Ovviamente ribadisco che tutto quello che dico non è detto allo scopo di offendere, ma solo di esprimere quello che penso in base alle mie conoscenze e ai miei giudizi, quindi spero che tu non te la prenda per questa recensione povera di complimenti anche perché, secondo me, un commento che dica solo “bellissimo capitolo, posta presto” oppure “o che peccato, che brutta situazione. Posta presto” siano pressoché inutili. Se leggo vuol dire che la ff mi piace e spesso non lo dico perché, dal momento che dedico parte del mio tempo a questa storia, credo che sia ovvio. A presto. Un bacio |