In realtà, trovo bellissimo il fatto che qualcuno si sia preso la briga di scrivere qualcosa su Ivan che non fosse strettamente inerente alla seconda guerra mondiale o all'ultimo secolo passato.
Perché per capire davvero la psicologia di quello che potrebbe essere Ivan - e che è, in realtà - bisognerebbe sapere di più, molto di più, che non gli ultimi 100 anni che l'hanno visto protagonista.
Per questo, ti dico che è stato emozionante, davvero, leggere questa piccola fan fiction.
L'ho trovata delicata, e mi è piaciuto in che modo hai trascritto eventi storici come EMOZIONI del tuo personaggio.
Mi è arrivato qualcosa, dico sul serio ç////ç

E' una flash-fiction "passiva" (se mi permetti il termine), ma non internderla in senso negativo. La narrazione si confà all'argomento trattato, ma soprattutto allo stato d'animo di Ivan: già il suo stesso comportamento (quello stare seduto e in attesa) sono segni indicatori di una stanchezza e un affanno antichi.
A me è piaciuta, Tatta. Da questa sensazione di aspettativa e fiducia. Tu sempre che stai a di' orrenda, quanto ti odio :D