Recensioni per
Cieli stellati.
di whitevelyn

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/07/10, ore 16:00
Cap. 2:

Ti scusi... ti scusi?!? No no, cara whitevelyn, non ti puoi scusare...
Ho pensato un po' a cosa scriverti in questo commento, perchè non credo che ci siano parole adatte... Tu però le parole le trovi sempre, parole rubate chissà dove, che stanno così bene insieme, che esprimono così bene quello che provi che mi viene quasi da pensare di averlo conosciuto quello stesso amore che va al di là dell'amore di cui parli tu... Un amore perduto, ovvio.
Perchè ultimamente mi è venuto da pensare che quelli siano gli unici che durano davvero, che non si consumano, forse perchè alimentati dall'illusione... Ma non voglio ridurre tutto al fatto che siano perduti e indimenticabili solo per questo... Come vedi le parole alle volte non servono, o perlomeno non bastano...
E poi l'hai già "spiegato" così bene con la tua solita poesia, la smetto di rovinarla... ;)

Recensore Veterano
19/07/10, ore 11:38
Cap. 2:

No, niente passa. Non siamo fatti di sabbia e le impronte non vengono spazzate via dal vento. Però le cicatrici sono più facili da sopportare, no? Quelle dei tagli profondi rimangono, fanno anche male, la pelle in quel punto è insensibile, ma alla fine ti ricordano che quelle rimarranno sempre delle ferite. Eppure sono più facili da sopportare.
E quando soffro (ma per davvero, non quando sono triste, quando Soffro e mi sembra di voler morire - di occasioni purtroppo ne ho avute parecchie e di diversi generi, ma il dolore quando la gravità delle cose è la stessa è comunque simile -) l'ultima cosa che voglio che mi dicano è che passerà, passerà, passerà. "Stai tranquilla, passerà", "Mi dispiace, passerà". E non è vero, non passa. Però impari a sopportarlo e l'ombra invece di averla sempre davanti agli occhi la porti sulle spalle, dove pesa, ma non si vede finché non cedi alla tentazione di girarti indietro.
E ripeto sempre le stesse cose magari, e dal momento che la mia età non arriva nemmeno a due decenni forse sto dicendo stronzate. Ma è quello che ho "sperimentato" io, e solo questo posso dirti di quel che so.
E per quanto riguarda la penna... Be', quella può rimanere sul tavolo tutto il tempo del mondo, perché più importanti degli scritti sono gli scrittori.
L'importante è sempre la stessa cosa: non farsi sopraffare. Ci si pente dopo di aver fatto il gioco del dolore, te lo assicuro. Spesso si finisce per perdere ancora di più di quello che si è perso.
Non prendere le mie parole come un'intromissione, per favore. Non mi permetterei mai. Prendile come una mia riflessione personale, perché come le esprimi tu le emozioni, non l'ha mai fatto nessuno.
Alla prossima, dolce white.

Ci saranno ancora cose belle, anche se il resto non passerà.
(Recensione modificata il 19/07/2010 - 11:42 am)

Recensore Veterano
18/07/10, ore 21:23
Cap. 2:

A volte mi viene da pensare che forse dobbiamo aver vissuto le stesse tempeste, o quasi, perché non so proprio come sia possibile, ma trovo sempre un po' di me in tutto quel che scrivi. -qui, poi. oimè-.
Poi penso che a ognuno tocca un destino diverso e lascio perdere il pensiero, scuotendo la testa.
Mi dispiace solo cogliere tutto questo dolore nei tuoi scritti, sai?, perché alla fine lo so cosa vuol dire. E anche se magari non ci conosciamo a sufficienza, mi viene sempre un certo magone a pensare che non posso abbracciarti e farti sentire un po' -non tanto. almeno un po'- meglio.
Sarà che io sono una di quelle persone che ne ha sempre bisogno, di un abbraccio sincero, però ho sempre il pensiero che si possa fare di tutto, con un abbraccio. -oibò, quante volte ho detto la parola "abbraccio" .__.-.
Io sono una tua lettice -pure accanita, direi u.u- e ti posso assicurare che nonostante questo non voglio alcun tipo di scusa. Prenditi il tempo necessario, l'importante è che tu ti senta almeno un po' meglio.
Lo so che ci sono cose che non passano, che s'incidono sulle pareti dell'anima e non se ne vanno più, perciò non sentirti in dovere di giustificarti, okay? (:
Bah, che recensione .-.
Un bacio (stavo per scrivere "abbraccio", ma quello mi pare scontato, no?).
May the life smile you.

Recensore Veterano
17/07/10, ore 14:18

Mi sono sempre chiesta cosa ci fosse di reale dietro tutta quella malinconia, tenerezza, dolcezza delle tue altre storie... perchè c'è quasi sempre qualcosa di reale, no? Ed eccolo qua, più vero di tutto, più emozionante di tutto, quel qualcosa.
Poi ci si sono messe anche le coincidenze (6 anni, vero? Mmh, ecco.) ed ecco che come al solito mi sono sciolta, leggendoti.
Vorrei ringraziarti per tante cose, ma mi fermo al ringraziamento più reale che ho trovato: grazie per avermi procurato, in questa giornata torrida in cui nient'altro riesce a rinfrescarmi, un brivido freddo lungo la schiena.

Recensore Veterano
15/07/10, ore 00:50

Visto il mio rapporto col dolore e la delusione mi piace leggere questo tipo di cose, inoltre tu scrivi in un modo che è impossibile non apprezzare ciò che scrivi, però mi rendo conto che questa shot è molto personale. Hai espresso ciò che provi in una maniera in cui pochi sono capaci. Spesso invece di tirare fuori questo tipo di sentimenti e sensazioni la gente tende a nasconderli, tu invece non lo fai e sei da ammirare per questo. La realtà non è una fan fiction, perciò ogni giorno dobbiamo farci i conti, perché non possiamo decidere noi come andrà a finire. Forse è anche per questo che scriviamo, per provare la sensazione di poter controllare almeno qualcosa. Mettiamo su dei personaggi, gli diamo il carattere che vogliamo noi, gli facciamo compiere determinate azioni e facciamo susseguire i fatti nel modo che ci aggrada di più. Poi però spostiamo gli occhi dallo schermo del pc e ci rendiamo conto che intorno a noi c'è il mondo. La realtà. Che se la prende con alcuni e lascia in pace altri. E delle volte è davvero crudele. Però poi scopri che quella che ti sembra crudeltà in realtà non lo è così tanto: la realtà ti vuole insegnare qualcosa in quel momento. E sceglie quel momento perché sa che in quel determinato momento puoi sopportare quello che ti porta, altrimenti non potresti cogliere il suo insegnamento. Come quando ci si taglia con un coltello: esce il sangue e fa male, poi però piano piano guarisce, anche se rimane una cicatrice che sta lì a ricordarci che ci siamo tagliati. Quella cicatrice è l'insegnamento: se prendiamo in mano il coltello dalla parte sbagliata ci facciamo male. Nonostante questo, ci sono circostanze in cui la vita ci costringe a prendere il coltello dalla parte della lama e noi non possiamo fare altro che assecondarla. L'importante è rialzarsi da ogni caduta e continuare a camminare. Però un po' di tempo per massaggiarsi la parte che abbiamo battutto e che fa male ce lo possiamo prendere. Secondo me la forza è non stare al gioco nel momento in cui ti sembra che la realtà ti prenda in giro. Bisogna sempre andare a testa alta e convincersi che nulla ci può distruggere. Tutto passa, in un modo o nell'altro. Ogni cosa ha una fine.
Andrà tutto bene.
Anche se può sembrare scontato da dire, ma è così. Basta convincersene.
Forse non era il momento per i miei discorsi filosofici, ma non ce l'ho fatta. Mi ha toccata quello che hai scritto, in un modo che non immagini.
Love. <3

Recensore Veterano
12/07/10, ore 12:43

Niente recensione delle mie, quest'oggi, che m'hai sconvolto -in senso buono, eh. suvvia- a tal punto che anche il mio lato logorroico tace.
"Shhh!" gli han fatto. Poretto.
In ogni modo, qualcosa ti dovrò pur dire, no?
'sta shot è perfetta. Semplicemente perfetta.
E non posso neanche citarti come mio solito, perché ci sarebbero troppe frasi da trascrivere, sai?
No, davvero. Io, i miei brividi e le mie lacrimucce -sì, oggi ci son pur quelle- smettiamo di blaterare e ti mandiamo uno di quegli abbracci grandi grandi, che ti danno come l'impressione d'essere un puzzle completo, hai presente? Ecco. E un bacio, pure. Crepi l'avarizia ;)

Nel freddo degli inverni andati io ti ricordo. Stretto a me.
Nel sole delle estati andate io ti ricordo. La tue mani più grandi delle mie.
Io ti ricordo.
Persino dove non siamo mai stati. Persino dove saremmo potuti arrivare.


No, non ce l'ho fatta. E' più forte di me.