Recensioni per
Primavera
di minimelania

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
16/09/15, ore 15:25

Ho scoperto la storia per caso, e per fortuna. C'è qualcosa nella tua scrittura che cattura e colpisce, rimanda a mondi vecchi e consumati, e i personaggi nella loro miseria sono così veri. Li adoro tutti. Mi hai davvero catturato, il che per me è insolito perchè tendenzialmente le long tendono a stufarmi, ma in questo caso ho sentito il bisogno impellente di continuare a leggere. E i dialoghi: bellissimi. Ben calibrati, mai banali. Complimenti! Attendo con ansia il seguito :) 

Nuovo recensore
03/01/11, ore 00:25

La tua storia è veramente meravigliosa. L'ho letta qualche tempo fa e purtroppo non ho avuto il tempo per recensirla immediatamente, perciò le sensazioni si sono un po' raffreddate, ma l'ammirazione resta. Meriti tantissimi complimenti per lo stile, che non perde mai un colpo in otto capitoli, curato e affascinante al tempo stesso; meriti tantissimi complimenti per la caratterizzazione di questi personaggi, per le immagini che riesci a trasmettere con una naturalezza soave.
E' uno scritto bellissimo.

Recensore Veterano
19/09/10, ore 22:01

è stupenda. nient'altro da dire. mi piace come hai caratterizzato i personaggi, il loro essere simboli quasi di sentimenti e situazioni, come una rielaborazione di sentimenti ed eventi. c'è qualcosa di simbolico e psicanalitico in quanto scrivi, di quel soggiacente, nel senso che ha preso nella psicanalisi dopo la filosofia antica.
mi piace.

Recensore Veterano
13/09/10, ore 11:03

La donna che porta la peste. scusami se sono poco discreta, ma c'è qualcosa al legame con i tuoi studi classici e tardo antichi della donna portatrice di morte e dannazione? capitolo sempre magnificamente scritto e veramente splendido.
un abbraccio

Recensore Junior
10/09/10, ore 08:46

"...ma ormai quei giorni li sapeva a memoria"

Ha ragione sawadee quando parla di "stile antico". La storia sembra svolgersi, al contempo, in uno spazio vicinissimo a quello del lettore, uno spazio che lo costringe a tenere i sensi all'erta per strappare odori, suoni e colori di ciò che lo circonda, ed allo stesso modo in un tempo estremamente lontano, dotato d'altri ritmi e d'altri sapori.
E poi c'é il luogo, che é uno strano ed affascinante intreccio fra l'aspetto materiale (cui tu sei sempre attenta, con descrizioni curate ed analogie fulminanti) e quello spirituale, fra ciò che si vede e si tocca con mano e quel che invece é soltanto allusione che trapela dalle parole di Cèsar.
Confermo la mia prima impressione su Juan. Naturalmente é un personaggio splendido quanto tutti gli altri che animano la tua storia, ma é anche l'obiettivo della mia antipatia. Preferisco, s'intende, il "cartiglio d'ironia" delle labbra di Luìs. Eppure la scena dell'incontro fra i due ragazzi é freschissima, tinta di quell'istinto per l'amore, nella sua accezione più istintuale e selvatica, che ben si adegua a questi adolescenti.

Quanto al melograno, é il tocco magistrale di questo capitolo.
E' un'immagine che, come e più di altre che scrivi, vola dritta alla mente ed esplode, rossa ed efficacissima.

Recensore Junior
09/09/10, ore 09:46

Tornata dalle vacanze, riprendo anche a leggere e commentare la tua storia, che come sempre procede assai più rapidamente di quanto io riesca a recensire.
Questo capitolo, in verità, me l'ero leggiucchiato già prima della partenza, ma ho colto l'occasione per rileggerlo daccapo. Trovo sempre piacevolissimo come la tua scrittura, a distanza di giorni, riveli nuovi particolari, come se il poliedro della storia celasse altre facce ancora. In più, ad ogni nuovo capitolo, i personaggi acquisiscono spessore.
La scena iniziale, attorno al tavolo, é magistrale: Cèsar, con quelle sue piccole manie inquisitorie, é ancora una volta il motore del contatto - elettrizzante - fra Occhi Verdi ed il prete. L'allegria del vecchio Cèsar, però, riesce anche ad inquietarmi: si mescola all'abbandono ed alla morte che gravano sul luogo, per una strana miscela. Magari sbaglio, ma mi aspetto qualcosa da quest'uomo e non necessariamente qualcosa di buono.
Ma per ora presumo che la mia antipatia vada a Juan!
Naturalmente altro personaggio che s'insinua nella storia senza forzature, ma che so avrà un ruolo, perché nulla é casuale nei tuoi capitoli. Assieme a Cèsar, temo che questo ragazzetto dei conigli possa rubare Occhi Verdi.

"come se il tocco del vecchio fosse di calce viva" penso sia la similitudine migliore dell'intero capitolo, una delle tante perle che lasci rotolare fra le righe, con una levità che t'invidio sinceramente.

Recensore Master
02/09/10, ore 18:02

Oh ciao^
Scusa il ritardo,ma non ho avuto tempo in questi giorni per commentare.
Comunque davvero una bella storia,decisamente originale!Non credo di aver mai letto qualcosa del genere e forse è questo il segreto della sua..magia.
Occhi Verdi e tutti gli altri sono personaggi molti particolari,ognuno con la propria storia intrigante e anche dolorosa alle spalle -che non vedo l'ora di conoscere.
Ora scappo e attendo trepidante il prossimo capitolo,ciao!

Recensore Veterano
31/08/10, ore 21:15

perchè anche il silenzio ha una vita. decisamente una storia insolita, ma bella, quella che ci stai regalando questa volta.
Che carino Cèsar a prendere un vestito a Occhi Verdi, mentre Luìs è sempre lontano.
incredibilmente scritto. splendido.

Recensore Veterano
27/08/10, ore 22:35

occhi verdi. sola semplicemente, nemmeno una parola su di lei. Juan e Luìs. Ma lei sa cosa vuole davvero? trovo meraviglioso questo capitolo, questa storia, diversissima da quanto hai scritto di te che ho letto su questo sito. mi piace come scrivi, come crei le emozioni e i personaggi.

Recensore Veterano
27/08/10, ore 15:03

In questa storia aleggia come un'atmosfera di... di morto che immagino si accordi benissimo all'ambiente e davvero, non so come tu riesca a rendere tutto così vivido! Credo che tu sia davvero brava!!
Questo capitolo è molto bello, anche se... questo ragazzo, Juan, non è che mi stia proprio molto simpatico!xD Ha dei modi troppo... invadenti xD ma, a parte lui, in questa storia sembrano tutti così chiusi in se stessi... tutti così preda dei propri segreti e dolori da non accorgersi di ciò che vivono, ciò che hanno intorno... Ora ci si è messo anche il mistero del paese che, per qualche ragione, non deve sapere della ragazza... non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
Ah, e mi piacciono molto anche tutte le frasi e i paragoni che riesci a usare: quello sui melograni era davvero splendido! *_*

Recensore Junior
26/08/10, ore 18:40

Sembra che io mi perda ogni tanto, ma é soltanto per via degli impegni di studio. Quindi, con un po' di pazienza, commento ogni cosa (anche perché hai ritmi di pubblicazione superiori ai miei di commento!). E naturalmente, se recensisco é perché finisco per divorarmi "Primavera" un capitolo dopo l'altro.

In questo secondo capitolo ho gustato soprattutto i dialoghi.
Sono molto particolari ed ammiro il tuo saper costruire scambi così apparentemente semplici (spesso sono battute brevi, fulminanti) ed al contempo di tale complessità, perché ogni piccola parola, pausa, la scelta di un verbo al posto di un altro, apre un'alternativa. A volte sembra d'essere in un'opera di Escher, dove dominano spazi rigorosamente geometrici e rigorosamente impazziti, incapaci di condurre da qualche parte. E' questa l'impressione che ho nel leggere queste conversazioni fra Occhi Verdi e Cèsar. Sembrano essere modellate com'é modellato il luogo dell'azione: stanze vuote, stanze con oggetti misteriose come nature morte, stanze friabili, stanze di passaggi.

Cèsar, poi, é diventato un personaggio molto più completo ed é l'alter ego perfetto per Luis.
Il primo é tutto un crogiolarsi di percezioni: la sua voce, assieme al sapore dei fichi, accompagna Occhi Verdi ed il lettore. L'altro é la forma dell'assenza, presente solo attraverso le parole altrui, come la sua mano era stretta nello straccio ruvido nel lavare la ragazza, la prima notte.

E la chicca del racconto delle due sorelle! Davvero, davvero meravigliosa.

Recensore Veterano
25/08/10, ore 22:00

"solo finchè non torna la vera primavera". morti e vivi che si intrecciano, capitolo di raccordo, con il sole fisso, quasi a picco su di loro. uno stile antico, da descrizione paesana. credo di avertelo detto, ma è veramente eccezionale per scrittura.

Recensore Veterano
25/08/10, ore 14:48

"Il sole galleggiava immobile quando giunse la nave della peste. "
basta solo questa frase di incipit e c'è già costruito tutto, l'inatteso e l'atteso, il caldo. è già costruito l'ambiente e lo spirito. mi ricorda una frase di un romanzo di Onorati "la luna era il fondo di un fiasco di vino".
poche parole e c'era tutto.

Recensore Veterano
24/08/10, ore 18:39

Non riesco a tenerti dietro! Sto via due giorni e trovo già due aggiornamenti! :D Sono proprio contenta che questa storia sia aggiornata così frequentemente!
Dunque, che dire? I personaggi principali cominciano a delinearsi, eppure più li conosciamo, più spuntano misteri! Pare che tutti quanti nascondano qualcosa!xD Se devo essere sincera, nessuno di loro mi sta aprticolarmente simpatico ma forse perchè, abituata alla tua precedente storia, non riesco ad abituarmi a personaggi così "ruvidi".
Ancora una volta, ho ammirato la tua capacità di inventare storie nella storia, come quello delle due sorelle...
Ti faccio i miei complimenti!

Recensore Veterano
22/08/10, ore 23:24

è il modo in cui descrivi e lasci che la storia si delinei nella descrizione, ecco quale è il punto. mi chiedevo quale fosse il pregio che mi tiene incollata quando scrivi e l'ho capito, la storia è libera, in un certo senso, occhieggia dalle descrizioni, senza fretta. e mi piace come si intreccia con il noir, sai?
un abbraccio
e.

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