Per una strana eterogenesi dei fini a livello di connessione delle sinapsi, leggendo questa storia mi è venuto alla mente quello che Venditti dice in Ricordati di me “non c’è sesso senza amore, né tenerezza nel mio cuore, che raramente s’innamora”, può sembrare strano, forse perché da quel che ho capito i personaggi si dedicano più ad avere tutti i muscoli del corpo pronti per l’accoppiamento che non a romantici sospiri (preferiscono i mugolii tipici del coito), e che ai due artefici di tale atto non dispiaccia affatto questo modo di relazionarsi mi sembra ben reso dalla parte finale dello scritto, in cui si abbandonano felici al sonno ristoratore.
In breve, nonostante sia una storia non proprio per i fautori dell’amore platonico, non l’ho trovata affatto male, complimenti.