Brillante, davvero brillante. Mi è piaciuto molto questo scambio di battute così incontrollato; le poche righe prettamente di narrazione rallentano un po' il ritmo ma sono, a mio parere, assolutamente essenziali alla contestualizzazione. Se devo essere sincera non avevo mai pensato a questa possibilità - a questo ultimo viaggio, intendo - e ti dirò, finchè non siamo arrivati a quel "no" non avevo capito dove tu volessi andare a parare con tutta la storia del cappello. Certo è, però, che hai trattato l'intera vicenda con vera maestria, e quell'ultima battuta è ciò di più adatto tu potessi trovare; sembra sgorgata naturalmente dalle labbra di Jack, al punto tale che è possibile sentire la sua voce pronunciare quelle parole, e immaginarselo là sulla balaustra a contemplare il mare. I miei complimenti *_*

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«Sto cominciando a stancarmi. Io dico che quel cappello mi serve. E subito.»
«E io dico di no.»
«Vogliamo scommettere?»
«Quello che vuoi.»
«Mi serve!»
«No.»

Questo è solo uno dei numerosi battibecchi tra Will e Jack. Questo, come gli altri, è semplicemente... formidabile. Con poche righe, pochi tratti, poche parole hai ricreato l'atmosfera e il rapporto che esiste tra questi due -formidabili- personaggi. Anche il modo con cui hai deciso di chiamarli; Jack a volte come "il più vecchio", e Will addirittura di non chiamarlo, se non col nome di "capitano" (ricordando però che possiede tal titolo grazie a Sparrow) o semplicemente "il più giovane", l'ho trovato estremamente vincente ed interessante. Crea un moto irresistibile che ti porta, dopo la fase intermedia della discussione sul mitico cappello di Jack, ad un finale intuito ma comunque malinconico e disarmante. L'ultimo viaggio a bordo di una nave del nostro gran capitano si conclude con una spensierata chiaccherata con il suo vecchio amico di avventure.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, sia per l'idea, sia per lo stile di scrittura, sia per la restituzione grafica di tutto ciò.
Nei preferiti.
;) 

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Una storia che ho amato dalla prima all'ultima parola.
E' confusionaria, quasi inquietante, malinconica, a tratti buffa, e tremendamente amara.
Il ruolo metaforico del cappello per delineare ciò che Jack si sta lasciando alle spalle è genialità, e come tutte le genialità ti spiazza, ammutolisce. E fa quasi male, fisicamente, alla fine, il rimpianto di Will di non potere semplicemente voltare l'Olandese Volante a suo piacimento per accompagnare il pirata di nuovo alla ricerca di quel cappello.
I miei complimenti più sinceramente impressionati.
Fabi

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Molto bella, originale e ben scritta!
Davvero tanti tanti complimenti :D

*Stelly*

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Una breve storia che mi ha colpita, sul serio. Devo ammetterlo, ho storto un po' il naso nel vedere i dialoghi "botta e risposta" e le frasi stringate, poi però ho letto con attenzione e mi sono ricreduta.
Il solo dialogo, all'inizio, un po' disorienta: si tenta di indovinare chi siano i parlanti, ma la situazione viene chiarita poco dopo anche se non viene fatto alcun nome. E' un dialogo breve e toccante, nella sua estrema semplicità: sei stata capace di comunicare tante cose in pochi scambi di parole... e la malinconia che si respira alla fine, credimi, è davvero tantissima.
Davvero niente male, quindi. Complimenti!

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Splendida.
C'è un sottile velo di malinconia che traspare per tutto il racconto, ma difficile da vedere.
Poi, con il tonfo della pistola di Jack, sparisce ogni lieve sorriso che poteva nascere dalla schermaglia.
Il lettore arriva a comprendere che non si tratta di una breve rimpatriata di due amici. Jack è alla fine.
E il suo cappello, l'amato cappello che tanto gli sta a cuore non ha più alcuna importanza.
Mi ha toccato enormemente la sofferenza silenziosa di Will, e il suo essere diventato più grande, forse più saggio del pirata che gli è stato mentore, amico, fratello.
Un breve, amaro momento a cui non avevo pensato e che mi ha molto colpito.
Brava davvero.

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Originale, a tratti divertente...ma che tristezza! ç_ç