Recensioni per
Tightrope
di Angeline Farewell

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/11/10, ore 11:03
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Definire "Tightrope" è quanto di più ostico sia dato, come sempre, in fondo, accade nel discutere di storie il cui valore prescinde senz’altro dall’etichetta. Potrei dire che è un classico plot haitsu, ma non terrei meritatamente conto della complessità di pagine che, a mio avviso, restano tra le migliori mai lette e, senza tema di smentite, all’interno di un fandom che, come quello J-rock, vanta raramente composizioni eclatanti.
"Tightrope" è la storia di un uomo e della sua ossessione: un fantasma che la storia rende infine fisico, ma che è soprattutto un demonio di incertezze ed emozioni abortite. E’ l’autoritratto impietoso di un ragazzo fragile, freddo per incertezza e codardia, più che per egoismo. E’ la confessione di un uomo che in tre lustri non è venuto a patti con se stesso, con le proprie paure e con un amore che non sa chiamare.
Ma "Tightrope" non si limita ad esplorare il solo tetsu Ogawa, che pure domina da protagonista: è una fanfiction che ripercorre l’intera storia dell’Arcobaleno, nei suoi momenti più eclatanti e più bui, nelle tensioni sotterranee e negli alti-sempre-più alti del successo. E’ una storia che stempera la riflessione con un umorismo feroce e cinico, una lingua immediata, ma mai banale, che regala sovente perle di indiscussa bellezza, come questa digressione ricchissima e poetica, tra le molte che costellano una storia dagli equilibri semplicemente perfetti:

"[…] I sentimenti abitano in un territorio insidioso e ingannevole come quadri impressionisti, dove la luce e l’ombra si fondono a creare immagini che cambieranno allo scoccare dell’ora successiva, senza intaccarne per questo la sostanza. Quella, anche se non vista, rimane sempre la stessa, basta solo cercarla, sebbene a volte implichi difficoltà non indifferenti: haido non è l’unico pigro tra noi, credo di esserlo anch’io benché in modo completamente diverso. La sua è una pigrizia tutta esteriore, languida e, a ben vedere, neppure tanto dannosa dato che è comunque sempre disposto ad accantonarla quando c’è da lavorare. E’ la mia ad essere davvero deleteria, perché, alla frenesia apparente del voler sempre fare fare fare, si accompagna un torpore emotivo che raramente sono riuscito a superare e solo con pochissime persone. Ho sempre odiato chi giudica dalle apparenze, l’ho già detto. Eppure, senza volerlo, nel bene come nel male, è qualcosa che ho sempre fatto con i sentimenti: non vado mai a fondo, né permetto qualcuno lo faccia con me. Per timore, certo, a volte per disinteresse manifesto. Ma, altre volte, per pura e semplice pigrizia, come se non valesse la pena fermarsi a riflettere sulla natura di un battito di troppo del proprio cuore, perché tanto ci si abitua a sentirli. Ma è un grosso errore, perché i sentimenti cambiano quando meno ce lo si aspetta. O rimangono intatti e sempre uguali quando si crede siano invece irrimediabilmente mutati. Capire la natura dei battiti del proprio cuore equivale a conoscere davvero se stessi, forse, o almeno, quel che si prova. La mia pigrizia non mi ha mai permesso di approfondire, invece […]"

"Tightrope" è anche – se non soprattutto – una storia di complicità e di amicizia, che dona uno dei migliori ritratti del rapporto Ken-tetsu in cui mi sia mai imbattuta, per la fedeltà ai protagonisti originali (per quel che certo è dato di trarre dalle interviste e dalle partecipazioni ufficiali) e per la verosimiglianza degli scambi proposti. E’ una crescita costante, la loro, di cui l’autrice marca con evidenza il segno, facendo del tempo e delle sue conseguenze un altro portentoso protagonista.Non è una storia shounen-ai nel vero senso del termine. L’amore c’è, è profondo, lacerante, vivido: ma è tale perché inconsumato e inconsumabile. Quella che viene proposta è piuttosto una relazione di possesso-manipolazione distruttiva e perdente in partenza, perché fondata su un vincolo inscindibile di dipendenza.
E’ anche, nei fatti – se non soprattutto -, una storia di ossessioni irrisolte, scelte controverse e slanci abortiti: è il manifesto di un’incomprensione che si dilata sino a consumare i protagonisti, destinati a ferirsi proprio nella vana ricerca di una perfezione che l’altro specchio non riflette.Ed è un documentario, "Tightrope", di una lunga stagione della musica giapponese, dei suoi protagonisti, dei legami imbarazzanti, delle corvées obbligate, degli amori infelici.
E’, soprattutto, quel che sogna di leggere una qualunque fan che nella pagina scritta voglia davvero trovare i propri beniamini e non le squallide caricature di cinque minuti di noia.
Per questo gioiello che ho letto e letteralmente divorato riga dopo riga, paragrafo dopo paragrafo, non posso che ringraziare di cuore Neve83, che mostra una volta in più la sua straordinaria sensibilità pittorica non solo regalando – con la bravura nota – vivissimi ritratti, quanto riversando le sue suggestioni in una storia semplicemente perfetta com’è davvero sempre più raro trovarne.
(Recensione modificata il 01/11/2010 - 11:05 am)