Recensioni per
Cronache poetiche.
di Myrose
Salve, sono la roleplayer di Mello. |
Allora, brevemente: |
Ciao, nuova lettrice. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Posso dire che Near sia il mio personaggio preferito di tutta Death Note. C'è qualcosa di infinitamente triste in lu che hai saputo cogliere e rappresentare splendidamente. Near ha bisogno di qualcuno che esprima emozioni per lui, e non è cosa facile. |
Ho sempre adorato le MxM per la loro tragicità intrinseca. Le tue parole (o dovrei dire le vostre?) hanno reso benissimo tutto il dolore di questo amore e si sono fuse a meraviglia con i versi di Garcia Lorca ( grandissimo poeta, non mi stancherei mai di rileggerlo, e in in spagnolo poi è ancora meglio). |
Fortunatamente, qualche anno fa, Alda Merini è venuta nella mia università, invitata dal nostro professore di sociologia della letteratura, e ho avuto la fortuna di conoscere il suo pensiero; era veramente una grande persona nella sua semplicità. |
Sono senza fiato. In quanto amante della poesia e, in particolare, di QUESTE poesie, ho adorato la tua splendida idea di mischiarle con i personaggi di DN, Ci stanno tutte benissimo, in particolare quella per Near. |
E ancora una volta, mia dolce cantante, arrivi tu, figlia non della luce, bensì della penombra, a stordirmi con i tuoi componimenti e a rapirmi con le tue frasi; arrivi tu, come sempre, e sempre in modo diverso, come fa ogni dì Aurora dalle dita di Rosa (ormai ci siamo: citiamo pure Omero!). |
Mmm... Ammetto che fra tutte quelle sino ad ora pubblicate questa è quella che mi ha meno coinvolto. È senz'altro scritta magistralmente ed ho appezzato molto la metafora d'Apollo associata a Light, così come anche i riferimenti al mondo divino, al peccato ed alla superbia incontrastata di Kira che si crede d'essere una figura al di sopra d'ogni divinità... Tuttavia questi sono concetti che più volte ho trovati espressi -io pure rientro in questa categoria pertanto mi fustigo da sola- nel fandom e, oltre alla tua sempre meravigliosa poesia, non ho trovato nuove chiavi di lettura sulla controversa e particolare psicologia di Light. Ho apprezzato molto la parte onirica con l'intervento del maestro L, anche se nelle sue parole ho letto qualcosa di simile ad uno strano odio che mi hanno lasciata perplessa ed ammutolita: ho trovato che questa fosse la parte più interessante e su cui giocare maggiormente per esprimere il concetto di terra santa del tuo titolo e che alla fine sembra legarsi veramente alla giustizia che chiude il componimento. Per spiegarmi meglio, ho trovato in questo tuo nuovo scritto elementi molto interessanti che a mio parere potevano essere legati in modo più originale o comunque che dessero risvolti su cui riflettere maggiormente. Per quanto giustizia ed essere dio sia uno dei temi più usati in questo fandom, trovo che possano sempre esservi nuove chiavi di lettura id proposito. Qui nuove chiavi di lettura ci sono ma le ho trovate un pò nascoste mentre, invece, potevano dar più risalto a quella che è già una ottima trattazione del tema. Come sempre, spero tu non ti offenda per le mie parole che non sono critiche ma, alla fine, solo questione di gusti personali. Alla prossima, un bacio. |
Mi dispiace moltissimo che questa raccolta sia giunta alla fine! Ma ovviamente non possiamo piegare l'ispirazione e rischiare di scrivere cose che non ci picciano. |
Mia carissima, che piacere vedere che apprezzi le mie recensioni! |
Oh Myrose sei così brava*_* |
Splendido Spleen, che mi scortichi l'anima con carezze violente, come di pioggia lavica nei miei pensieri torbidi, come occhi di cerbiatto attonito, come terra che trattenga il fiato. Questo è ciò che ho provato leggendo il tuo componimento: la violenta banalità del dolore che ogni singola parola mi ha dato, e che mi ha talmente scosso da farmi dimenticare persino di respirare, tanto l'occhio si rifiutava di allontanarsi da ogni frase, quasi tu fossi stata in grado di ipnotizzarmi con ogni singola metafora. Premetto che io ho una certa simpatia per il nostro Carletto, che con ogni aggettivo trascina il lettore in un mondo umido, dove le percezioni dei cinque sensi si amplificano e, con essi, anche la capacità non solo di godere, ma anche e -soprattutto- di soffrire. Dopotutto, direi che Mello esprime perfettamente la concezione dello spleen, dell'insoddisfazione di vivere, di quella inquietudine metafisica che costituisce un limite invalicabile per una persona che è sì animata da forti passioni... Ma che è anche tormentata dai rimorsi, dai pensieri, dalle delusioni. E così è questo Mello che grida al cielo la propria angoscia, a questo cielo metallico che tu hai saputo dipingere divinamente, accennando anche all'evocativa immagine di quattro cavalieri dell'apocalisse, che qui sembrano cavalcare i cumulonembri e soffiare nelle trombe, per poi bere dalle coppie dell'odio l'ira di dio (questo è un verso della Bibbia ed è estramente... SUPERBO vedere come tu abbia accennato al Dies Irae in questo contesto). In ogni tuo componimento c'è tutto: un coinvolgimento sia fisico che mentale: fisico perchè tutti i sensi sono stimolati - sento il requiem dei tuoni lontani, gusto il sapore amaro della giusta vendetta sdegnata (a proposito: bellissima interpretazione!), vedo il cielo che luccica cupamente mentre avverto il gelo che mi avvolge, accompagnato da un vento che sa di pioggia. |
Baudelaire *O*! |