Ciao, il titolo di questa storia mi ha catturata e ho deciso di leggerla. Come capirai dal mio mio nickname, la danza è una delle mie tre passioni. Anch'io ricordo molto bene
l'ansia che provavo ad ogni saggio, la paura di sbagliare, quindi almeno in parte mi sono identificata nella protagonista. In parte dico, perchè non mi è mai successo di dimenticare una coreografia, di sbagliare tutto e vivere nel terrore di ballare male davanti al pubblico, come invece succede alla tua Elena. Fortunatamente a me è sempre andato tutto bene, quando sbagliavo qualcosa continuavo a ridere e ballare anche a caso per ingannare il pubblico, invece Elena qui è praticamente a pezzi, mi stavo appunto chiedendo se davvero fosse innamorata della danza e di quello che stava facendo. Perchè in lei non ho visto passione , ho visto semplicemente un nervosismo che coesiste con l'adrenalina di ogni esibizione, ma amore per quel che faceva, perchè si trovava lì, no, nulla. Allora mi sono detta, poiché non ho letto l'altra tua storia: non è una ballerina professionista, è solo una dilettante per cui è comprensibile che dimentichi la coreografia e stia tanto male. O mi sono sbagliata, è una professionista in
preda ad una vera crisi di panico? Questo punto mi ha incuriosita, anche se ero convinta che il saggio sarebbe finito nel migliore dei modi.
Bè, sorvoliamo sui dettagli propri di ogni ballerino e torniamo alla narrazione, allo stile, a tutto il resto. A me la tua storia è piaciuta, il finale poi è da sballo, quelle frasi sono perfette. Come se Elena dovesse ricominciare, dovesse imparare tanto anche da quell'esperienza negativa. Alla fine il messaggio che hai lanciato è bello, quello di farsi forza nella vita; anche lo stile che hai adottato è scorrevole e piacevole. Quindi complimenti! Grazie anche per avermi fatto rivivere quei momenti che precedono un saggio di ballo.
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