Recensioni per
Danzerò di notte con le nuvole
di MusicDanceRomance

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/10/20, ore 14:50

Tesoro, buongiorno, eccomi qui *___*
ti ringrazio infinitamente di avermi suggerito questa piccola perla: la tua produzione è talmente vasta che sicuramente me la sarei persa se non me l'avessi segnalata tu. 
Ma sai che non mi ricordavo minimamente la storia di Teresa Fattorini?? Per quanto mia mamma adori Giacomo Leopardi, e spesso ci abbia raccontato aneddoti riguardanti lui, questo lo avevo proprio rimosso (nè ricordo ce lo avesse raccontato il mio prof) perciò per prima cosa grazie per avermelo fatto (ri)scoprire. Teresa è un nome che adoro ed è stato un piacere vederlo associato a una donna così speciale e tanto cara a Giacomo. Mi permetto di chiamarlo così perchè è lui che ci presenti, Giacomo, non Leopardi il poeta, ma l'uomo che vi stava dietro, quell'anima inquieta e tormentata <3. E' così che lo chiama Teresa, che di lui aveva già comunque intravisto il grandissimo potenziale, e non sbagliava. Ho amato la contrapposizione fra i due caratteri, resa secondo me benissimo nella diversa visione che hanno dell'alternarsi del tempo: per Giacomo la quiete non è che la pausa fra due tempeste, per Teresa invece è il contrario. E' un'immagine meravigliosa, mi ha commossa! Giacomo è il silenzioso testimone dello sbocciare di questa giovane, in tutti i sensi. Teresa è come un fiore, bellissima ma allo stesso tempo delicata, e spezza il cuore vedere quanto alla fine non sia stata la sua idea della vita a prevalere ma quella di lui. Però, c'è un però, una vena di speranza data dall'altro lato di Giacomo, quello che Teresa aveva intravisto e nel quale nutriva una fiducia cieca. Il suo lato artistico, capace di rendere quella vita immortale, tramite le parole: non è commovente che ancora oggi "A Silvia" sia una delle poesie più studiate? çç
Chiudo qui prima di cominciare a piangere, facendoti prima però i complimenti anche per lo stile usato, che si adatta perfettamente al personaggio di cui stai esprimendo i pensieri, al punto che sembra quasi di leggere una delle sue pagine di prosa <3
Ho visto che la storia è fra le scelte del sito e la cosa non mi stupisce, affatto.
Complimenti, tesoro! C'è forse qualcosa che tu non sappia scrivere? Chiedo per un'amica :P

Bennina tua

Recensore Junior
12/05/20, ore 19:15

Buonasera carissima <3
Il contesto ottocentesco mi piace da morire. Ho sempre un occhio di riguardo verso le storie ambientate nei secoli passati e vale lo stesso per i film. è proprio una passione da quando eri piccola! Il che mi ha fatto piacere all'istante leggere questa tua OS, che ha come co-protagonista una figura importante per la nostra letteratura. Nonostante sia un po' preso in giro nella cultura di massa, ammetto che quando andavo a scuola non mi era dispiaciuto studiare Leopardi :)
Ora veniamo a noi.
Sfumature malinconiche con note romantiche, insomma angst e sentimentalismo... il mio pane quotidiano.
Giacomo Leopardi parla di una donna a cui - si evince - è stato molto legato. Una fanciulla con cui si è semplicemente mostrato come Giacomo, un semplice uomo, e non il sommo poeta che poi diventa. Quindi credo sia stato un rapporto basato proprio sulla semplicità di parole e di gesti, che ciò non implica la banalità, tutt'altro... secondo me la semplicità è più ricca di quanto si pensi.
Una fanciulla sognatrice innamorata di un altro giovanotto mentre Giacomo, ai suoi occhi è sempre stato un amico, uno affezionato dato che credeva nelle sue capacità di letterato e non è poco. Teresa mi piace molto in primis perché sprona Giacomo a veder la vita piena di colori e non grigia - come invece la vede lui - e poi perché mi ispira proprio una figura di persona luminosa, vivace e graziosa. Questo lo percepisco da come la descrivi nella narrazione. Qua ti faccio i miei complimenti per la scorrevolezza del testo che non annoia e fa vedere chiaramente cosa ci vuoi mostrare di Teresa <3
Eccoci alla parte angst.
Teresa si ammala e attraverso i pensieri struggenti e tristi di Giacomo descrivi la sua morte. Questa parte mi è piaciuta molto, nel senso come l'hai gestita; parole giuste che fanno capire quanto l'animo di Leopardi stia soffrendo per Teresa.
E sorpresa finale, la famosa poesia dedicata a "Silvia" in realtà è per Teresa.
Chapeu!
Mi è piaciuta tutta. Dalla prima riga, all'ultima.
I miei più sentiti complimenti e a presto!
M.M.

Recensore Junior
21/01/17, ore 20:18

Inauguro la mia iscrizione a effepi con questa bellissima storia, che voglio recensire.
Fatico ad esprimere la mia ammirazione per queste parole stupende, che mi hanno colpito e emozionato, anche perché Leopardi è sempre stato il mio poeta preferito: da ragazzina leggevo e rileggevo le sue poesie finché non le imparavo a memoria.
Non credo che ci possano essere parole più belle per ricordare i sentimenti del Poeta per la sfortunata cameriera di casa Leopardi, morta giovanissima.
I miei più sinceri complimenti.

Recensore Master
26/10/14, ore 14:57

“Silvia, rimembri ancor...”
Vista la (pessima) esperienza che abbiamo tutti quando ci approcciamo a Leopardi, difficilmente ne cogliamo qualcosa che non sia tecnico, legato a ciò che ci è chiesto di ripetere, ma mai di interpretare. Per questo sono rimasta incuriosita dal tuo piccolo “esperimento” (se mi concedi di chiamarlo così), che non solo cerca di scoprire qualcosa di più su chi era Giacomo, il ragazzo innamorato della sua bella vicina che però non potrà mai fare sua, ma che, anche, accosta un personaggio dell’Ottocento con una canzone tipicamente moderna, di una cantante che sì, canta d’amore, ma chi di certo è ben lontana dal poeta dell’ermo colle. E, per quanto sia un azzardo, è ben riuscito, anche grazie al linguaggio un po’ pomposo e antico che ci fa immergere nell’atmosfera dell’epoca, senza anacronismi. Davvero complimenti!
Avresti potuto tranquillamente far partecipare questa al concorso, sai?
Lady Viviana – Giudice sostitutivo

[Questa recensione fa parte dei premi del contest “L’amore ai tempi di Efp”, indetto da viktoria e giudicato da Lady Viviana]

Recensore Master
06/12/13, ore 20:59

Premessa: non ho ascoltato la canzone in questione per divergenza di gusti musicali. Ho letto le parti del testo come se facessero parte della storia in sè. Perdonami! 


MusicDanceRomance, ma salve! *-*

Se in tre anni hai ricevuto ben 12 recensioni un motivo ci sarà no? 
Mi aggiungo anche io alla carrellata di commenti positivi!
Allora... io non provengo da un liceo classico o scientifico, quindi la mia formazione letteraria è sempre stata vaga o minima. Quindi non posso apprezzare a pieno l'essenza di questo racconto.  Però! Ti posso dire che hai avuto una splendida idea nel voler rappresentare un periodo della vita di Leopardi. Mi è piaciuto molto.
Hai rappresentato Giacomo Leopardi come un comune essere umano e non come il solito poeta noioso.
Quando uno studia la vita e le opere di un poeta storico, non usa mai l'immaginzione. Tu, invece, l'hai fatto. Ti sei messa a pensare, immaginare ogni momento. Il chè è notevole. Dev'essere che ti ha colpito parecchio.  
Io, per esempio, non sarei in grado di immedesimarmi in un personaggio storico. Quindi già solo per questo ti meriti i complimenti. Mi è piaciuto molto il rapporto che ha con Teresa, un rapporto esclusivo, che va oltre il decoro e la consuetudine. Diciamo un rapporto quasi speciale, segreto... è un dettaglio che adoro, in ogni caso. 
Hai rappresentato l'amore sotto una nuova prospettiva, se vogliamo esagerare. Un conto è percepire il sentimento attraverso due persone a caso, un conto è vederlo attraverso gli occhi di Leopardi. Non lo trovi meraviglioso?
Quindi è tutto merito tuo se questo è avvenuto. E poi, giustamente il dramma ci vuole... un po' mi ha commosso.
Dev'essere stato difficile per lui superare il trauma... tanto che poi ci ha scritto su una poesia che tutti noi conosciamo.
Insomma mia cara MusicDanceRomance... nonostante sia un po' ignorante in materia, sono comunque riuscita a cogliere la bellezza di questo scritto. Che poi, è veramente ben strutturato. Escludendo il fatto che non ci sono errori, il linguaggio è chiaramente coerente con il personaggio e il periodo storico. Per l'appunto risulta poetico ed esalta ogni singolo dettaglio. Buon per te che sai scrivere così! Io mi perderei nella banalità più assoluta.
E poi che dire altro? Nulla...  ti ringrazio per avermelo consigliato caldamente, è stato un vero piacere leggerlo! 
Continua ad andar fiera di questo lavoro, perché merita. Sul serio. 
Ancora altrettanti complimenti!
Sicuramente esagero: ma forse Giacomo Leopardi sorriderebbe nel leggere tale creazione.

Un saluto e alla prossima!
 

Recensore Master
27/01/13, ore 14:39

Sono rimasta senza parole, cara.
Quando mi hai consigliato di leggere questa tua storia, mi aspettavo qualcosa di diverso. So come scrivi, quindi sono abituata a leggere i tuoi capolavori, ma questa... questa è incredibile.
Innanzitutto non mi aspettavo una songfiction su Leopardi e Teresa,ma il fatto che tu abbia saputo scriverla in un modo così superbo mi ha lasciato senza parole.
Perché non è facile avere uno stile così pieno e tu sei riuscita a darci l'impressione di leggere qualcosa di quell'epoca, come se fosse veramente Leopardi a scrivere. E tanto di cappello, Maria.
Mi hai incantato dalla prima all'ultima parola e alla fine sono rimasta a fissare il riquadro della recensione senza muovermi, mi dicevo che non potevo scrivere qualcosa di decente dopo una lettura del genere e lo continuo a pensare, ma dovevo lasciare un piccolo segno del mio passaggio. E' stata una delle più belle letture su efp :)

Ma la vita e la natura sono beffarde! Ti rapirono perché nutrivano troppo timore nei tuoi riguardi, tu sapevi oltraggiarle.
Bella, intensa, triste. Non mi deludi mai.

Kiss

Recensore Veterano
15/11/11, ore 20:54

"Ella menava il giorno non col lavoro, bensì coi sogni.
Ella sognava instancabilmente."
Oh, che meraviglia *____*
"Quanto ho desiderato morire al posto tuo! Quanto ho desiderato che le mie teorie, e non le tue, fossero errate!"
Oh, ma quanto ho pianto leggendo e rileggendo "A Silvia"? Ma quanto mi sono resa ridicola con le amiche che mai ne avevano sentito parlare?
E quanto bene sei riuscita ad immedesimarti in Leopardi?
Davvero, sfido io. In una maniera accurata e dettagliata.
Soave. Splendida. Perfetta.
Adatta a Leopardi.
Ho letto ben poche cose che sono riuscite a cogliere l'essenza di quello che tentavano di narrare, come ne ho lette ben poche che afferrassero precisamente il mio pensiero.
Questa è una di quelle poche. Così... così... così tua, e così universale -come Leopardi- al tempo stesso.
Per questo vola anch'essa tra le mie preferite. Oh, Silvia...
Grazie. Grazie perchè ho letto questa fic. Grazie perchè l'hai scritta.
Grazie perchè sei una recensitrice, o non ti avrei mai scoperta.
Oh, i miei ringraziamenti potrebbero ben essere infiniti...
Ti adoro. Sappilo <3
Un bacio Silvioso ed adorante;
tua Lil^^

Recensore Master
03/09/11, ore 23:20

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia merita di rientrare nelle Scelte della sezione.
Perché l'autrice, sfoderando una sorprendente quanto impressionante abilità linguistico-grammaticale, è riuscita a creare un perfetto connubio tra passato e presente, sfruttando non solo un tema troppo spesso poco trattato, tuttalpiù banalizzato ed abusato, ma mostrando un'accurata analisi dei personaggi, un'ottima conoscenza dei fatti storici splendidamente rapportati al ritornello di una canzone dal gusto tutto italiano e tutto moderno.
L'autrice, pur appartenendo al secolo odierno, è stata eccellente nel ricreare un complesso stile sfarzoso ed elaborato, degno di particolare nota, attenendosi ad ogni norma linguistica e stilistica vigente nel secolo del Leopardi.
Una composizione squisitamente travolgente, scritta con passione e dedizione, dove le tematiche spaziano senza mai stancare, coinvolgendo ed immergendo il lettore in un mondo passato da cui è costretto a riemergere, una volta terminata la lettura, gustando sul palato una nota d'amarezza e rimpianto, mantenendo pertanto la voglia di rileggere una volta ancora.
Poche righe, certo, ma poche righe ben scritte, poche righe e parole che riescono a regalare un'emozione in più, che creano una forte empatia tra testo e lettore.
Questa storia è un unicum, nel senso più latino del termine: qualcosa di mai visto, che non ha né uguali né precedenti.
E su questi pochi, fondamentali presupposti, mi sento positivamente sicura di poter dire che la fanfiction, scritta in italiano non solo corretto ma antico e passato (uno sforzo da premiare doppiamente), merita di essere inserita tra le Scelte.
Anche solo per godere di un momento di passato, immersi nel presente.

Recensore Master
02/09/11, ore 19:12

Oh, cielo.
No, ti prego, non fraintendere. Ma è la prima cosa che mi è venuta in mente non appena ho aperto questa pagina. Non la più sagace, non la più adatta, ne sono consapevole. Ma, credo siano le uniche due parole che possano esprimere tutta la mia meraviglia e la mia più sincera ammirazione.
E tu vieni a parlare a me di unicum? Ma, cara, questa tua song-fic è un unicum.
Onestamente, non ho mai letto nulla di così denso e ben scritto, relazionato poi ad un noto letterario storico.
E, oh cielo (ecco, vedi?!), avrei così tante cose da scrivere, così tante osservazioni da fare e pensieri da appuntare che, onestamente, non so proprio come e da dove cominciare. T'avverto: avendo scelto di esporti ogni singolo pensiero che mi ha toccato il cervello, questa sarà una recensione molto lunga. Be', io t'ho avvisata. ù.ù
E adesso, a noi.
Partiamo, innanzitutto, dal punto che più mi ha colpita: la song-fic. Quando mi hai detto: "Vorrei un parere su una song-fic su Leopardi", non mi aspettavo minimamente che il personaggio principale nonché io narrante fosse proprio lui. Ed ès tata una piacevole sorpresa, ma lo è stato ancor di più scoprire quanto tu sia stata brava, tu, ragazza del ventunesimo secolo, a mettere in bocca al Leopardi le parole più adatte, sfruttando dei giochi linguistici tipici del tempo.
E hai tutta la mia ammirazione, te ne informo.
Santissimi numi, non riesco a creare un filo logico e, be', è preoccupante. Voglio scrivere una cosa che subito me ne viene in testa un'altra. Va bene, ci provo.
E dopo averti esposto la mia prima impressione, passo a discorrere del tema. 
Il tema che hai scelto, l'amore per la donna perduta, se i miei studi liceali non mi confondono, era uno dei prediletti del poeta che appunto, registrò in "A Silvia".
Hai saputo svilupparlo eccellentemente: per tutta la durata del capitolo, oltre che avere una vivida immaginazione del susseguirsi dei fatti, era come se fossi io stessa ad essere in possesso del corpo del Leopardi, ero io a provare le sue emozioni. Pertanto, non mi stupisco del batticuore assordante che mi ha accompagnata, dall'inizio alla fine. La voglia di saltare di riga in riga era tale che spesso sono inciampata nelle parole e sono dovuta tornare indietro e, sai, quello che ho provato leggendo la prima volta si è prontamente ripresentato mentre leggevo la seconda. Era un continuo girotondo di emozioni, per esser chiari.
Oltre a questo coinvolgimento emotivo-spirituale, ho semplicemente amato la figura ben costruita di Teresa (sbaglio o era, secondo le speculazioni dei critici, la donna amata che conosciamo come Silvia?) e il suo racchiudere, nelle parole, tante piccole cose. No, Teresa è tante piccole cose. La voglia di addentare la vita, la voglia di non lasciarla andare anche se è dura tra i denti e amara sul palato, la voglia di mettersi in gioco e forse sbagliare, per poi rialzarsi, senza curarsi sui lividi alle ginocchia; la voglia di volare contro vento, sfidando le convenzioni e le comuni convinzioni, sfidando perfino gli stessi genitori che l'avevano messa al mondo. Il mondo visto dai suoi occhi è il mondo che ogni genitore temprato dall'esperienza vorrebbe per il proprio figlio, ancora acerbo: un mondo fatto di luce, di speranza e coerenza; un mondo in cui cadere non sia fonte di vergogna ma di saggezza e forza d'animo, un mondo in cui le tempeste vengono per portare qualcosa di buono, infine.
E nella tua frase: "Vattene al Sud..." invero, mi sono intristita. In quelle parole ho rivisto tutte le piaghe del mondo, dove la tempesta è davvero un duraturo intervallo tra le cose belle, dove la tempesta è dolore, sofferenza, impotenza e frustrazione. Le parole di Teresa, poi, sono cariche di vitalità, luce e speranze ben riposte: sono le parole di una sognatrice che, pur vivendo nella realtà del mondo, non ha mai smesso di immaginare e lottare e starsene con le mani in mano.
Ovviamente, la figura del Leopardi, laddove quella di Teresa possa essere considerata la personificazione della realtà onirica/immaginaria/sperata, è l'antitesi, la nemesi a tanta luce: è il buio, la consapevolezza e la realtà. Eppure, riesco ad avvertire l'amarezza del Leopardi nel doverla contraddire, riesco ad intravedere il sorriso contrito sulle labbra strette e riesco perfino a sentire il peso che si portava nel cuore e, più giù, nell'anima. 
Un meraviglioso esempio di incontro/scontro tra due realtà parallele ma indissolubilmente legate, il tuo. E l'originalità è da premiare, solo per la scelta dei personaggi e per l'impostazione degli argomenti trattati.
Inoltre, tra le parole di Teresa ho notato un vago collegamento con il Manzoni, secondo cui tutta la sofferenza verrà premiata con la felicità, se non in questo nell'altro mondo. Volontario o no, questo collegamento mi ha piacevolmente spiazzato.
E tuttavia, man mano che si prosegue nella lettura, aumenta il vago senso di depressione che un tempo è stato del Leopardi. I sogni spezzati di Teresa, la morte che giunge prematuramente, un morbo letale: la realtà della vita, la teoria che Leopardi aveva considerato e aveva sperato, nel profondo, che fosse sbagliata.
Nel suo pensiero: "Vorrei esser morto io...", è concentrato tutto l'occulto amore provato per questa splendida, forte donna: non è forse desiderare la morte al posto d'altri la miglior manifestazione dell'amore? Non è forse il volersi sacrificare per cedere i battiti del proprio cuore ad un altro più delicato e bisognoso?
E credimi, mentre Teresa moriva, morivo un po' anch'io. Ero vagamente conscia della quasi-fine della fanfiction, ma ciò che mi dispiaceva davvero era la morte in sé della giovane donna. Perché è stato un po' come aprire gli occhi su un mondo brutto e cattivo, un po' come essere trascinati via di peso dalle speranze e dai sogn di Teresa per affondare nel gelo e nella disperazione di tutto ciò ci circonda. E' stato come ritrvarsi nel pieno della guerra, come soffrire la fame, come sentire la malattia invadere gli organi e distruggerli: sì, è stato davvero così. Sconvolgente, sul serio. E non mi era mai capitato, perciò direi che detieni un bel primato, ragazza.
E poi c'è l'ultima, straziante parte, l'ultima straziata parte del Leopardi, che, nonostante il lento e buio trascorrere degli anni, ha ancora il cuore gonfio d'amore e la mente piena di ricordi e l'anima intrisa della sua voce e del suo calore. 
E s'avverte la gratitudine per colei che gli ha dato tanto, la sua voglia di ripagarla, seppur in piccola parte, dedicandole un componimento. Forte è il richiamo al Tasso e ai loro momenti di lettura insieme, forse il ricordo più tangibile della sua presenza, il momento in cui Giacomo aveva conciliato tutto ciò che amava: lei e la letteratura. Mi piace pensare che è per questo che quel preciso ricordo emerga tra i tanti altri, proprio perché è un ricordo che ad ogni battito del cuore porta il suo nome.
E, chiundendo con la mia appassionata analisi del testo, passo invece all'analisi stilistica/grammaticale.
Cosa posso dire dello stile? Sento che tutto ciò che ho appena scritto sia sufficiente a ricordarti quanto tu sia stata brava, ma sento anche che si sarebbe qualcos'altro da aggiungere. E quindi lo faccio.
Il tuo stile è uno stile molto, molto particolare. Innanzitutto, è stata un'abile scelta stilistica conciliare ciò che ami, creando un legame tra il tuo presente e il passato che ti ha colpita attraverso un ponte di parole e pensieri ed emozioni sospese, attraverso una song-fic dal carattere tanto antico quanto recente.
E poi, più in generale, è stato il rincorrersi delle parole e il loro incastrarsi così bene che mi ha colpito. Mentre leggevo pensavo: "Accidenti, meraviglioso!" e cose di questo tipo, perché davvero, è quanto di più strepitoso abbia mai letto. Non solo hai comunicato con le parole, ma lo hai fatto, soprattutto e di più, con le parole che non hai scritto, con gli spazi tra le righe che hai lasciato appositamente vuoti per permettere al lettore di colmarli come meglio preferiva. E questo è o non è indice di grande abilità?
Senza contare, poi, la strada che hai aperto al lettore, che quasi scivolava di riga in riga, leggendo velocemente ma tenendo ben saldo, in mente, il filo logico del testo. Uno stile, dunque, sciolto, accattivante, veloce e meravigliosamente ben costruito.
E della sintassi grammaticale, non ho assolutamente nulla da contestare o criticare: credo proprio che l'aggettivo perfetto sia sufficiente a sopperire alla mancanza di parole che sto avendo in questo preciso momento. Non perché non avrei nulla da dire, al contrario: ho una catena spropositatamente lunga che minaccia di balzar fuori e creare una gran confusione: bene, credo sia meglio quindi chiuderla tutta nell'aggettivo perfetto.
Bene, credo d'aver detto tutto quello che avevo da dire e spero vivamente di non essermi scordata nulla.
Ovviamente, giunte a questo punto, mi pare inutile e superfluo farti i complimenti, ma lo faccio lo stesso, perchè il tuo impegno e la tua strabiliante abilità meritano di ricevere ogni complimento e quanto di più positivo possa esistere.
Infine, ti ringrazio, ti ringrazio per avermi dato così tante belle emozioni, così forte e dense, e ti ringrazio per avermi invitata a leggere qualcosa di così...così...stupefacente, che ovviamente, e non c'è bisogno di dirlo, finisce tra i miei preferiti, senza ombra di dubbio.
E adesso ho davvero finito, ti ho portato via fin troppo tempo con la mia parlantina.
A presto arriverci Music e complimenti ancora per l'eccellente quanto sentito ed impegnativo lavoro!
Un abbraccio,

Roxar.

Recensore Master
28/07/11, ore 19:20

Per una volta, vorrei davvero trovare le parole per scrivere una recensione decente.
Ma davvero credo di non essere in grado di trovare quelle giuste.
Mi hai lasciato a bocca aperta.
E' piena di malinconia, e solitudine e mancanza di qualcosa di importante... insomma, pura poesia. Che decisamente ben si accosta al personaggio che hai deciso di far parlare, di cui i pensieri hanno una forma sfumata e lontana, eppure tangibile allo stesso tempo.
BElla, davvero toccante.
Hai la mia stima soprattutto per il fatto che hai dovuto utilizzare un linguaggio non proprio attuale, ma che ben ricalca il modo di esprimersi dell'epoca.
E poi...
Vattene al Sud, e vedrai come lì è solo la tempesta l'intervallo tra il cielo sempre azzurro e ridente.
...questa frase è davvero da segnare nell'albo delle frasi preferite!
Complimenti cara, ottimo lavoro!
Leggerla ne è valsa davvero la pena.
Alla prossima...passerò presto a leggere qualcos'altro di tuo.
Baci
Morgana

Recensore Junior
26/01/11, ore 21:42

Che bella, mi sono commossa...
Parole stupende, cara, significative ed efficaci.
Complimenti!
Marguerite

Recensore Junior
06/01/11, ore 21:29

Bella, bella davvero. Devo essere sincera, non sono mai riuscita ad aprezzare Leopardi appieno. Forse lo sentivo distante, lontano e ciò mi ha portato a essere sempre un pò superficiale nei suoi confronti. Adesso però avrei un valido motivo per ricredermi!! La tua ff è davvero intensa e spero che in futuro riuscirò a comprendere il Leopardi proprio come hai fatto tu. ( Bhè magari anche la metà andrebbe bene xD). Ti dico grazie, per l' efficacia di ogni singola parola.
Un bacio...  a presto _araia

Recensore Veterano
02/01/11, ore 16:33

Vorrei scriverti una recensione decente.
Vorrei poter esprimere tutta la mia stima verso di te.
Io adoro IL Leopardi. Sono una delle poche che a scuola amavano le sue poesie.
A Silvia era, e rimarrà per sempre, una delle mie predilette.
E tu l'hai resa ancor più perfetta.
Sebbene sia difficile superare la perfezione, tu ci sei riuscita.
Scrivi talmente bene da farmi rabbrividire.
Magnifica.
La inserisco tra le preferite.

Recensore Junior
17/12/10, ore 16:13

Questa è semplicemente stupenda! Davvero, è la cosa più bella che tu abbia scritto fino ad ora!
Come hai reso bene Leopardi - che io tra l'altro adoro anche se non ne condivido il pessimismo - come hai caratterizzato bene il personaggio di Teresa! Agli antipodi l'uno dell'altro!
Stupendo questo pezzo: "Ella affermava che il cielo sopra di noi nei giorni di tempesta si rinnovava,  e infine il sereno non tardava a ricomparire. E poiché io replicavo che il sereno si limitava a fungere da intervallo tra due tempeste, ella mi sorrideva impunemente e così obiettava: “Vattene al Sud, e vedrai come lì è solo la tempesta l’intervallo tra il cielo sempre azzurro e ridente.”
Il lampo prevaricante nel cielo nero non le incuteva paura, per lei la natura serbava fascino in ogni evento. Ella amava le nuvole."
Credo sia quello che mi sia piaciuto di più! Il modo in cui hai espresso il pessimismo cosmico e la teoria del piacere e il come Teresa stravolge quest'ultima portando ad esempio il sole del sud!
Poi tutta la shot è scritta benissimo, sembrava davvero di leggere Giacomino mio e non è cosa da poco guarda!
Oppure quando hai citato "le sudate carte "! Niente, semplicemente splendida!
Complimenti vivissimi! L'ho messa subito tra le preferite perché è troppo bella!

 

Recensore Veterano
11/12/10, ore 16:21

Splendido! Complimenti. È scritto davvero bene, in stile veramente leopardiano. Bravissima, non dev'essere stato semplice, ma sei comunque riuscita a rendere i sentimenti del poeta. Ancora complimenti! :)

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