Recensioni per
A Thousand Suns -God Save us everyone!-
di Iria

Questa storia ha ottenuto 44 recensioni.
Positive : 43
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
09/09/14, ore 23:05

Dio mio.
E' una mazzata al cuore ç____ç
Ciao cara, come promesso sono tornata a recensire i tuoi capitoletti v__v.
Voglio complimentarmi con te, come nei precedenti capitoli, per il tuo stile di scrittura. Lo adoro, è preciso, descrittivo e, in questo capitolo, triste.
Considera che io odio il Natale, a prescindere che sia in compagnia o meno. Mi mette una tristezza infinita e questo capitolo me l'ha un po' ricordata (in senso buono eh! ><''').
Tornando al tuo capitolo.
Mi pare che, la persona che vive con Yurij, sia Boris, o almeno, così l'ho capita io xD.

mi piace molto la parte dove descrivi il passato di entrambi, dove non si sono mai curati di loro ma cercavano di sopravvivere e di non essere venduti dai compagni della compagnia scalmanata di cui facevano parte.
Trovo che sia una descrizione molto profonda ... e reale, per certi aspetti.

Detto questo e con una lacrimuccia, passo alla lettura del prossimo capitolo <3.
A tra poco!

Silmeria

Recensore Junior
07/09/14, ore 23:18

Bella.
Bella.
Bella.
Non riesco a dire altro çwç
Mi sono commossa tanto, ma tanto çwç
Non mi capitava da secoli di piangere come una scema davanti ad un capitolo. Non chiedermi perché.
Adoro gli stati d'animo insicuri di Garland, credo sia un bel personaggio, poco utilizzato nel fandom e anche nella serie animata.

Non ho ben capito se fosse o meno innamorato di Brooklyn, se così non dovesse essere, ti chiedo perdono... non sono molto brava a capire le cose sotto intese ^^'''.
In caso contrario, un misto di emozioni mi ha travolta anche nell'ultima parte. Vedere un universo personale distrutti (come hai detto tu) fa sempre un certo effetto, anche se solo scritto.

Pensare a Brooklyn con una sfumatura argentea tra i capelli, mi ha fatto sorridere, pensare ai nostri beniamini che invecchiano come sto facendo io, beh xDD ha il suo "fascino fascinoso".
Insomma, un bel Brooklyn brizzolato. Cioè, parliamone *w*!
(si la sto buttando sul ridere per non piangere disperatamente, tutti i miei feels stanno prendendo il sopravvento.)

Vado a leggere i prossimi capitoli ^^
A tra poco!

Silmeria

Recensore Junior
07/09/14, ore 22:22

Ciao Iria!
Sono giunta alla tua fic, grazie alla classifica della sezione Beyblade.
E ne sono veramente felice!
Ho trovato un capitolo "Song-Fic" veramente bello!

Adoro come hai descritto il discorso tra Hito e Yuri, che inizialmente, pensavo fosse Kei.
Poi le poche righe dove il protagonista del capitolo, dice di odiare sia il nippo-russo che gli altri tre smidollati al suo fianco, mi ha fatto capire che non si trattava di lui, ma di qualcun altro e, ti assicuro, che fino alla fine, non avevo capito si trattasse del russo.

La parte dove l'ex blader vorrebbe prendere a bastonate il vecchio, è qualcosa di sublime e al tempo stesso sadico. Adoro.
Leggere di Yuri che, nonostante tutto quello che ha dovuto sopportare a causa di Vorkof, tiene al fatto di far sapere che è stato in quella che, mi pare di capire, sia la camera ardente, (Credo. Non sono molto brava in queste cose xD.), mi ha fatto uno strano effetto ed una serie di brividi mi sono saliti lungo la schiena.
Un papavero rosso. Come i suoi capelli. Sarebbe tipico di lui, effettivamente. Bravissima!

Adoro il tuo modo di scrivere, questo mi porta a salutarti e a dirti che vado a leggere i prossimi capitolo!

Un saluto!
Silmeria

Recensore Master
22/12/13, ore 00:50

Ecco, finalmente giungo all'ultimo capitolo pubblicato!
Innanzitutto devo dire che mi sono stupita di trovare Takao come protagonista in questa raccolta così oscura, e ammetto che questo suo nuovo punto di vista non l'avevo mai preso in considerazione. Un po' per il motivo che ti dicevo nella scorsa rec: essendoci un certo target per questo manga/anime, non mi aspetto che vada troppo in là. Ma sono estremamente felice che lo faccia tu! E' stimolante, devo dire.
Penso che sia stata una scelta anche un po' coraggiosa: mi sono chiesta, durante la lettura, se alcune frasi del ragazzo non fossero troppo azzardate, però nell'insieme tutto quadra. Per questo ho apprezzato la parte sulla maschera. Sai, mi ha ricordato un po' Naruto (almeno finchè non impara ad accettare il suo Vero Io, e in particolare una frase di Kakashi "Scommetto che ormai è stufo di piangere"- o qualcosa di simile, nei primi numeri. Takao me lo ha ricordato: ha questo dolore chiuso nel petto, che lui nasconde e seppellisce sotto costruita idiozia o esuberanza.
Ah, e poi condivido la parte iniziale... l'ho intesa anche sui funerali, in senso generico. Proprio qualche mese fa, a un funerale, mi son trovata a dire a un'amica di fianco a me che i funerali non sono per i morti, ma per i vivi. Ci credo abbastanza.
Che dire, sei riuscita a far rientrare in questa raccolta perfino Takao (e con coerenza, a contrario delle mie percezioni iniziali), puoi riuscire in tutto :)
Particolarmente azzeccata la traccia musicale di sfondo. Oh, a me Jornada del Muerto piace un sacco. Infatti continuavo a canticchiarmela leggendo, dopo aver letto le parole in apertura. Mi piace la sua voce, e la concisione della canzone in sè, nonchè il modo in cui tu l'hai ripresa nella storia.
Sai, l'altro giorno dicevi di quanto i Placebo ti ricordano KeiYurij, ma sai che io non riesco più ad ascoltare i Linkin Park senza pensare a beyblade? Mi hai traviata XD
Però ne son contenta, ammetto. Mi ha arricchito perfino l'ascolto delle loro canzoni, è come se ora fossero doppiamente piene.
Grazie!
In attesa del nuovo capitolo (Waiting for the end <3), ti abbraccio

Recensore Master
29/09/13, ore 16:39

Questo capitolo è intenso e potente.
Io beh sono fatta così, è come se mi facessi inglobare dalla tristezza di questi vissuti...che sembrano quasi reali. O meglio, lo sono, perchè sono convinta che questo, e di peggio, possa accadere in questo mondo. I ragazzi del monastero sono una realtà...ecco, una cosa che mi ha sempre stupito di Beyblade è il fatto che, sebbene sia un anime/manga tendenzialmente per bambini e ragazzi, dentro si trovino accenni a situazioni tremende e, forse, sottovalutate nel modo di trattarle. Il più eclatante è la saga in Russia...non so, io a volte mi sono sentita proprio inacidita per i riferimenti non portati avanti (come è "normale" che sia, visto il target) o portati avanti male. Anche se questo ha permesso ai fan di sviluppare idee e sentimenti in proposito, per poi eventualmente buttarli giù come gli autori delle fanfiction. Per questo apprezzo tanto i tuoi lavori, ecco.
Ops, scusa, mi sono dilungata oltremodo...
Ivan. Ivan ha sempre avuto una parte marginale, eppure io mi ci sono sempre sentita affezionata. So che è una cavolata, ma mio fratello quando era piccola mi ha regalato un beyblade, che era proprio Wolborg, quello di Ivan. Quindi boh, un po' gli voglio bene. E quello che dice mi ha messo i brividi. Lui, condannato per il suo non essere “abbastanza”.
Sergej mi ha commosso (anche se è difficile dire quale di questi ragazzi non l'ha fatto...), sia per il nome che da solo si è dato, sia per il suo bisogno dichiarato di affetto. Lui che potrebbe benissimo sembrare il capogruppo: grosso, immenso, eppure...lui mi ha fatto pensare a quanto il dolore da loro provato li abbia resi capaci di cogliere la piccolezza umana. Questa consapevolezza che nessuno dovrebbe mai acquisire completamente, e che invece li ha accompagnati nella vita, crescendoli come una madre crudele, terrificante, assassina.
Boris mi è sembrato il più particolare. Per la sua apparenza un po' sarcastica, “sorridente”. Lui che pensa alle fanciulle. Ma il suo arrendersi alla deposizione è il segno più concreto della tristezza di fondo, del sangue marcio che il mondo ha reso tale. Perchè c'è chi deve soffrire in questo modo, portarsi sulle spalle il peso di tanto male? Perchè loro cinque (come tutti gli altri ragazzi e bambini del monastero) devono essere un capro espiatorio del genere umano? È frustrante.
Kei parla come un mercenario, un mercenario in pensione. Ti giuro, è la prima cosa che ho pensato. Affari, contratti, accordi. E in mezzo violenza, sangue, dolore, disperazione. Venduto, comprato, sfruttato. E ora troppo stanco perfino per incazzarsi sul serio. “io avevo intenzione di sniffarla via con un’abbondante dose di cocaina..!” mi ha ricordato il film My own private Idaho (l'hai mai visto?), dove in una stanza in una stanza uno dei due protagonisti sta dicendo “We are timeless” e fuori l'altro ragazzo si sniffa un po' di coca.
Yuri. Yuri, se possibile, sembra quello che più si nutre di cinismo, tra tutti. Il suo ridere, ridere vuoto e senza vita, è l'unico atto che gli resta da compiere. Io come posso biasimarlo? È compassione la mia, se penso di capirlo? Ridere per non piangere... a parte il modo in cui ce lo si dice tutti i giorni, con innocenza e superficialità, io penso abbia dietro la sua dose di verità. Una persona che ha visto e vissuto il peggio, e lo porta eternamente inciso sul corpo, come cicatrice, come ricordo, come qualsiasi cosa, diventa parte di quell'orrore di cui il mondo è teatro ogni giorno, e di cui – come fa(i) giustamente notare – i mass media si cibano per campare. Io odio i telegiornali, per esempio, odio come vengono date le notizie, mi incazzo proprio. Io. Figurati lui.
Però a volte c'è qualcuno che si risolleva da tutto questo schifo, qualcuno ci riesce. A me piacerebbe che quel qualcuno raccontasse ai “compagni” il suo segreto, perchè tutti gli Ivan, i Segreij, i Boris, i Kei, gli Yuri di questo mondo potessero vivere il resto dei propri giorni, non trascinarsi nell'apatia.
Come sempre, i miei complimenti assoluti.
Mi dai sempre tanto, davvero

Recensore Master
28/09/13, ore 17:33

Accidenti. Una più forte dell'altra, eh? Ci piace, ci piace...
La tua introspezione di Hiwatari mi fa sempre impazzire, di qualsiasi fic si tratti. E quello che emerge sempre è il vuoto che incombe. Kei sembra/è sempre sotto minaccia. Deve lottare costantemente contro questa tristezza opprimente. Ma ci sono momenti in cui la forza viene meno e decide che restare legato alla propria famiglia, al proprio Nome, massì si può anche fare...
come vendere l'anima al diavolo insomma...
Qui però viene fuori qualcos'altro: la solitudine. Lui è completamente solo, coi suoi sbagli, col suo viso segnato, coi suoi insulti per se stesso. E' una condizione opprimente, che fa capire ancora di più cosa sia diventata la sua vita: un'ombra senza corpo, ed essendo senza corpo, è errante, sperduta.
Ho apprezzato molto il testo sulla destra, come il riflesso di Hiwatari che gli risponde allo specchio, dandogli ragione: "sì, sei solo un cane". E proprio questo paragone con la bestia, l'ho trovato azzeccato, perchè leggendo ad un certo punto ho davvero pensato che si sia fatto addomesticare, lui, la fenice, ridotto a un cumulo di cenere senza più speranza di rinascere, ormai. Troppo tempo è passato...
Tanto che mi sono sentita frustrata, nella parte finale: "sono solo il risultato della società". E ho pensato che avrei voluto tornare indietro, alla sua ultima battaglia con Dranzer, tirargli uno schiaffo e dirgli "questa è la vita che puoi avere, non morire dentro".
Mi è piaciuto quando dici (dice) che la gente si sopravvaluta: eh sì, cazzo. Scusa il termine, ma sono d'accordo, gente che parla a vanvera della vita quando ne ha vissuta solo una piccola parte. Non che tutti debbano annichilirsi come lui, certo, però un po' di consapevolezza in più ci vorrebbe ogni tanto... almeno quella, Hiwatari ce l'ha. Anzi, credo l'abbia sempre avuta. E - in un modo contorto e ambiguo - secondo me è quella consapevolezza che può averlo portato a decidere di assumere il controllo delle proprietà del nonno. Solo che poi tutto gli è crollato addosso...
Beh, che dire, ti ammiro per quello che riesci a tirare fuori anche solo a parole. Io lo trovo sempre immensamente difficile, e invece, leggere queste cose.. mi mette i brividi, davvero!
love ya

Recensore Master
28/09/13, ore 17:03

Uoh, "Natale" in anticipo per me oggi :)
Che dire, dopo tanto tempo che non leggevo qualcosa di tuo, leggere questa mi ha riportato totalmente nel tuo mood...e non posso non dire che mi fosse mancato.
Quella nota amara, sempre presente, in questa raccolta in modo particolare. Mi piace.
Da bambina adoravo il Natale, non tanto per i regali (tanto non arriva mai quella-cosa-lì che vorresti un sacco xD) quanto per l'atmosfera. Ora come ora, ti dirò, lo sento ogni anno di meno.
Mi piace quando opponi determinate ricorrenze alla quotidianità di determinate persone, perchè il risultato è sempre un ossimoro, e lo apprezzo perchè è reale. Mi ha ricordato il primo capitolo di "ten little things": l'11 settembre, ricorrenza tragica eppure anniversario della coppia.
Comunque...Il 25 dicembre le persone non diventano felici tutt'a un tratto, se non lo sono. Anzi, a Natale (o qualsiasi altra festività calendarizzata/istituzionalizzata) quelli che sono tristi, lo sono ancora più del solito.
E' troppo forte l'opposizione tra il "come dovrebbero essere, essendo Natale (una festa gioiosa, uh certo!)" e come sono davvero, perchè sono loro. Un'opposizione che un po' si nota nel fuoco che scoppietta e negli occhi gelidi di Ivanov, risvegliatisi giusto per un secondo. Un minuscolo insignificante attimo in cui Boris (è lui, sì? - all'inizio pensavo Hiwatari) può -forse- sperare. Sì...ma in cosa? in un recupero di innocenza perduta? mavva'...
Sarà amaro, sarà la tristezza di fondo, sarà questo silenzio "soffocante" dal quale mi sono sentita avvolta...ma come al solito quello che scrivi mi piace ^^
E io me ne voò al prossimo capitolo! <3
(Recensione modificata il 28/09/2013 - 05:06 pm)

Recensore Master
19/08/12, ore 22:40

E pian piano la lettura di questa raccolta prosegue...e l'entusiasmo cresce!
E' giunto il momento della confessione: conosco i Linkin Park da un po', e mi sono sempre piaciuti, ma non ho mai prestato loro la giusta attenzione. Ci credi se ti dico che mi sono appassionata a loro proprio leggendo le tue storie? E poi immancabilmente li ho ritrovati anche in altre autrici.
Beh, devo dire che nutro verso di te molta gratitudine, sia per questa conoscenza approfondita di quel fantastico gruppo che per la realizzazione di questa raccolta dai toni mesti, cinici e affascinanti.
Questo capitolo in particolare mi ha catturata perchè non è una coppia di cui si parla molto e tu l'hai resa in modo divino. Il tema del tempo, nelle fic, è sempre qualcosa che mi cattura nel profondo: questo è un esempio! Un tempo che scorre inesorabile e non lascia speranze a Garland perchè, prutroppo o per fortuna, il tempo scorre per tutti. Non solo per la barista dal volto maturo, non solo per Brooklin che toglie un anellino dall'orecchio e ne mette uno al dito, ma anche per lui. Ed è una consapevolezza che, per uno che col tempo non ha disimparato a sperare, può distruggere...proprio quell'universo interiore di cui hai parlato tu.
Ho trovato questo capitolo molto amaro, a dispetto del capitolo, e ovviamente per questo l'ho amato^^
Complimenti, te lo ripeterò fino alla morte! eheheh

Recensore Master
18/07/12, ore 15:35

Come non potevo cominciare a leggere anche questa raccolta? Partirò tra circa due giorni, ho mille cose da fare, eppure il tempo per passare da qui non riesco proprio a togliermelo...:)
Ma qual piacere a leggere anche solo il primo capitolo!
Ammetto di essere rimasta spiazzata per il cambiamento di toni: decisamente troppo abituata a Ten Little Things, questa mi ha dato una bella botta in testa. Ma sempre ben grdita, s'intenda u.u
Questo Yurij...mi piace! Certo, Yurij potrebbe piacermi in ogni caso, eppure il suo Humor Nero mi ha particolarmente deliziata^^ E' uno Yurij ghiacciolo come non lo vedevo da tempo, con un sarcasmo, un'acidità, un cinismo che quasi quasi mi mancavano! eheh...
Non riuscivo capire chi fosse il vecchio alle sue spalle (inizialmente avevo pensato allo spirito di Vorkov o.O sì sono pazza...), ma poi mi sono data una svegliata: seppur nel suo carattere un po' macabro, mi è piaciuta la sua descrizione di vecchio decadente...ho apprezzato molto il particolare della cataratta in sè. E' vero, è una cosa da nulla, potevi dire quello come chissà cos'altro, eppure l'attenzione al dettaglio mi affascina sempre! Ha dato un nonsochè di "vivo" alle immagini che si creavano nella mia mente...
Nooo, ma Yurij non può disprezzare Kei così, me molto tristeç___ç ahahah non sono più abituata a vederli divisi <3 (tanti cuoricini negli occhi a pensare alla tua raccolta)
Comunque, proprio bello. Mi sono sentita circondata dall'atmosfera decisamente gelida, e per una volta, mi va bene così!
tanto love!

Nuovo recensore
28/08/11, ore 14:33

Carino questo capitolo. Nonostante non siano nemmeno 1000 parole, l'attesa di Garland mi è sembrata eterna.
Brava <3

Recensore Master
28/07/11, ore 16:23

Ciao!
Perdona l'impropronibile ritardo,ma sono appena entrata in vacanza e per recuperare tutto il tempo perso sto facendo i salti mortali.
Bene, questa volta parli di Takao. Non è il mio personaggio preferito, ma devo ammettere che ho trovato molto interessante l'ottica nella quale lo hai prsentato.
Rispondere al dolore con la finta allegria. La figura del pagliaccio è quanto di più terribile ci sia su questa terra: costretto a far ridere anche quando muore dentro. Poi, essendo una fan accanita di Joker, non puoi capire quanto mi abbia attratto questa tua interpretazione dell'eccessiva vivacità di Takao.
Inoltre, sono anche una sostenitrice della teoria pirandelliana delle Maschere, quindi ancora un punto in comune.

Cervantes si chiedeva nel suo Don Chisciotte "Chi è il vero matto, colui che lo è o colui che finge di esserlo?"
Bella domanda. Stando alla tua interpretazione, direi che la seconda possibilità è quella da scegliere. Ma se consideriamo che Takao è stato indotto ad odiare le cerimonie di tutta apparenza da eventi veri, che l'hanno fatto impazzire... ah, be'. In questo caso, le opizioni da accettare sono tutte e due.

A dire il vero, non mi sono mai piaciuti nè il padre, nè il fratello di Takao. Li ho sempre trovati personaggi trattati superficialmente e spalmati lì, tanto perché dovevano esserci. Nemmeno l'entrata di Hitoshi nella BEGA ha un significato completo. Inutile, non è un filo importante, la trama sta in piedi lo stesso, anche se viene reciso.
Va bene, queste sono mie considerazioni gratuite.

La cosa che più ho apprezzato di questa shot è stato il tentativo di dare una profondità "goticheggiante" alla personalità di Takao, considerato l'elemento più solare della serie. Interessante esperimento. Se non altro, rendi tutto molto inquietante. Sapere che dietro un'apparente gaiezza e spensieratezza c'è dolore, amarezza e desiderio di morte -perché lui aspira a quello- lascia sconvolti e fa riflettere su quanto la vita possa essere tremenda e incomprensibile, a prima vista.
Il dramma umano della scomparsa della madre, dell'abbandono di Draggon perché, immagino, ormai il ragazzo sia troppo grande per giocare con le trottoline, rende questo protagonosta più simile ad un essere in carne ossa: Takao ha smesso di essere un personaggio di un anime/manga.
E' nel dramma che gli uomini si uniscono e capiscono. La gioia è un sentimento egoista.
Ed è forse questo, il suo più grande segno di maturazione.

Bene, concludo qui questo mio delirio pazzoide. Spero di non averti importunata e di aver almeno inteso un 10% delle tue reali intenzioni.
Saluti, alla prossima e buone vacanze.

*Halley*

Recensore Master
07/07/11, ore 18:48

Arrivo, con calma, arrivo anche io a commentare questa nuova shot.
Iniziamo dalla scelta della canzone che ha accompagnato l'inizio e la fine del capitolo. Amo i Linkin Park, sono la mia fonte inesauribile di ispirazione con ogni loro canzone sempre diversa, però “Jornada del Muerto” non mi piace molto. Ma qui c'è da sottolineare che, nonostante il mio gusto personale, ho apprezzato di più la tua particolare attenzione verso l'intermezzo in lingua giapponese, richiamando così la figura di Takao.
Mmh, a differenza delle altre questa shot mi ha entusiasmata di meno dal punto di vista della trama e dell'analisi del personaggio.
Secondo me Takao non si nasconde dietro una maschera di idiozia che gli hanno affibbiato gli altri, lui è genuino e vero, lui non fa il pagliaccio di turno, ma semplicemente è parte del suo carattere allegro e spensierato ed è una caratteristica inscindibile da tale personaggio.
Una piccola curiosità divertente che ho notato è che nel film “Beyblade Movie” c'è proprio la rappresentazione dell'Obon, dove Takao e company festeggiano con danze tradizionali, preghiere e kimono abbinati. Perciò si può giustamente pensare che Kinomiya sia ligio alla tradizione giapponese e che sia sempre stato abituato a prendere parte a questo tipo di avvenimenti.
Quindi hai azzeccato bene questo connubio tra Takao e l'Obon.
Un po' mi viene da pensare a me stessa che fin da bambina mi hanno portata alla messa di Natale senza ovviamente capirne il motivo, guardando i regali sotto l'albero e divertendomi a fare il Presepe solo per il gusto di farlo. Ora, invece, vedo nel Natale una festa che non mi appartiene, come l'Obon per Takao. È un particolare che mi è piaciuto davvero molto.
Sia nell'anime che nel manga non viene menzionata la madre, mentre sappiamo tutti che Hitoshi e il padre sono degli archeologi appassionati di Bit Power.
Se da una parte non sono del parere che l'idiozia di Takao sia falsa, sono altrettanto concorde con te nel dire che la sua allegria cela tristezza per la perdita della madre di cui non si sa nulla, quindi si dà -erroneamente o giustamente, non lo so- per scontato sia morta tragicamente O.o”
Ovviamente mi soffermo a farti i complimenti per come è scritta la shot, sempre con grande attenzione per i particolari e grammaticalmente impeccabile ^.-
Spero tu non ti sia offesa per il mio commento, non era mia intenzione ^-^
Al prossimo capitolo!
Un bacio <3
Nena ^-^

Recensore Junior
04/07/11, ore 22:20

Wow, sono la prima recensione a quanto pare! Fiera di me u.u
Comunque, facendo le serie, mi è piaciuta molto questa shot (inizio a diventare ripetitiva, non trovi?). E' la prima volta che descrivi Takao in maniera così macabra e struggente. Forse in pochi lo hanno descritto come una persona distrutta dal dolore per la perdita della madre. Ma tu hai fatto di più, hai fatto sì che questo fosse la ragione del suo atteggiamento infantile, del perché si mostri (e non sia) così spensierato e sereno, il perché faccia finta di stare bene quando invece in realtà vorrebbe urlare.
Il suo odio per la festa calza a pennello, e dobbiamo ringraziare i LP per averti dato questa illuminazione, e ammetto che non avevo mai sentito quella canzone prima d'ora. Bella, molto.
Cosa posso dire di più? Aspetto la prossima shot, sono curiosa di sapere chi sarà il (s)fortunato che passerà sotto le tue grinfie!
Un bacione,
Dark.

Recensore Master
10/06/11, ore 22:35

Ciao ^-^
Non ti preoccupare, in un modo o nell'altro, in ritardo soprattutto, arrivo sempre a recensire quello che mi interessa ù.u
Una shot davvero spaventosa per la sua crudezza, anche qui hai spiattellato una dopo l'altra l'inutilità degli sforzi di sembrare maturi da parte dei DemolitionBoys o.o Allucinante il modo in cui affronti con cinismo delle realtà vicine all'essere umano e affibbiandole ai russi.
Ma andiamo con ordine e dedichiamoci ad ogni personaggio.
Ivan è uno dei miei russi preferiti; è un ragazzino fiero ed orgoglioso, è stato straziante vederlo perdere ogni considerazione di sé stesso con così poca combattività. Eppure, nei suoi panni, chiunque avrebbe gettato la spugna molto tempo prima di essere annullato umanamente.
La parte che riguarda Sergey è stata quella che ho preferito, l'ho adorata in ogni sua piccola verità. Quando ha citato i numeri come nome di battesimo, ho pensato subito ad un riferimento con i lagher nazisti, dove ti marchiavano a fuoco un numero che corrispondeva alla tua carta d'identità. Disumano essere etichettati con un numero, come un prodotto al supermercato, un'usanza fredda e priva di ogni sentimento. Mi ha dato di che pensare sul fatto che siamo effettivamente in un mondo dove, pian piano, la nostra identità si annulla e diveniamo parte di un mondo di massa.
Ma ancora più cruda e vera, è stata la frase che si riferisce all'essere umano in generale che pur di sopravvivere ed emergere, ucciderebbe i propri simili -cosa, purtrppo, veritiera-.
Con Boris fai riferimento alla scarsa giustizia che esiste in questo mondo osceno, lui però sembra davvero privato di ogni forza. Addirittura non combatte più per la sua vendetta su Vorkov, tanto è stanco di vivere e di trascinarsi.
Tra tutti è quello che mi fa più pena perché lo si vede sempre pieno di energie, grintoso, e qui...beh, è scialbo e svogliato, scazzato nel vero senso del termine.
La parte riguardante Kei mi ha letteralmente spiazzata: la mia già poca stima che ho nei suoi confronti è ora scesa sotto terra.
Ignobile come ogni uomo che ha l'opportunità di fare fortuna e di pensare solo a sé stesso, scalciando e calpestando la concorrenza per ottenere ciò che desidera. Classico uomo d'affari che sfrutta la sua parentela per arrivare ai vertici della società e guardare i suoi ex compagni come fossero insetti.
Ed infine Yuri, il personaggio che sicuramente ha capito più di tutti come gira il mondo e lo guarda con disprezzo. Certo è che stare indifferenti e ridere della compassione che la gente prova per le disgrazie altrui non è il massimo, però è forse il punto di vista a cui mi avvicino di più e perciò lo comprendo meglio.
Mi rendo conto che ognuno di questi cinque personaggi mostra un lato dell'essere umano che si manifesta ogni giorno davanti ai nostri occhi, e il tuo lavoro nell'evidenziare questi piccoli e orripilanti dettagli è più che eccellente.
Dunque tanti complimenti, cara Iria, perché ancora una volta mi hai fatto venire i brividi.
Un bacione <3
Alla prossima!
Nena Hyuga ^-^

Recensore Master
06/06/11, ore 14:51

Ciao!
Arrivo tardi, ma arrivo. Quindi, senza perdere tempo in inutili panegirici, mi dedico totalemente alla recensione.

Nello scorrere queste cinque testimonianze (il fatto che siano attribuite a personaggi inventati non esclude che davvero, a questo mondo, ci siano dei Boris, Segej, Ivan, Yuri e Kei realmente vituperati, maltrattati e violentati da un chicchessia Vokov... avranno altri nomi, ma esistono. Davvero.) ho avuto l'impressione di star leggendo riminescenze dei sopravvissuti ai campi di concentramento. E non parlo solo dei campi nazisti, ma di qualsiasi fabbrica degli orrori che è stata mai edificata.
Ridurre un uomo allo stremo, ad andare contro la vita, contro l'esistenza; nauseare una persona, estirpandole la gioia di potersi alzare la mattina e di iniziare una nuova giornata. Non c'è crimine peggiore. E se questi crimini vengono fatti su dei piccoli, allora è davvero la fine.
Come dicevo, a tutt'oggi accadono di queste cose, quindi rispondo alla tua nota in  chiusura di capitolo: tutto quello che hai scritto è reale. Purtroppo, aggiungo io.

La crudeltà che hai descritto è cinica, efferata e orribilmente viva: ognuno dei cinque ragazzi reagisce con un sentimento altrettanto negativo, all'orrore che ha sperimentato. Rabbia, disprezzo, desiderio di cinica vendetta, rassegnazione, indifferenza, stanchezza. Quando si è visto di tutto, non ce la s fa a credere ancora.
E' forse questa la differenza tra la massa e i grandi uomini.
La mia non è un'accusa ai tuoi personaggi, ma credo che loro rappresentino l'uomo comune che ha vissuto queste esprienze. Che chi si railaza e chi riesce a riscattarsi. Loro no, non ne hanno un motivo. Eppure... chi lo sa.
La fanciulla alla quale auspica Boris, la meretrice che invoca Yuri, augurandosi che muoia e che lui possa goderne la fine, hanno nomi: Giustizia e Compassione.
Non hanno nominato la Speranza. Forse sono troppo arrabbiati e disgustati per ciarla, forse la considerano una dea di seconda scelta, forse non credono in lei, oppure consiederano troppo patetico l'appellarvisi. Eppure, io dico che è la migliore di tutte, la migliore perché l'appellarsi ad essa implica un certo margine di errore. Lo sperare non significa essere certi che il qualcosa tanto atteso accada. Dalla giustiza e dalla compassione ci si attende qualcosa di più concreto.
Guai quando questo non accade.
Io sono di spitito fiducioso di natura. Lo so, non avevendo passato (per fortuna e per grazia) sofferenze come quelle sperimentate da questi cinque prestanome, potrei suonare superba e ignorante, ma non posso farci niente. Io credo nella speranza, anche se comporterebbe una morte dis- ( da dus, =male) sperata.
Allora meglio trascorrere una vita nell'inganno?
No, ovviamente no. Ma aprirsi un po' di più sì.
E mi auguro che la vita offra il suo riscatto a questi poveri innocenti ormai marchiati a fuoco.
Perché in fondo, la loro unica colpa è essere venuti al mondo, un mondo che sembra non volerli. Eppure io insisto: girare l'angolo a trecento metri, non ti costa di più che seguire la via diretta. Per una volta, si può fare. Mal che va la prossima volta si tirerà dritto.
Chi lo sa: magari, la tua personale speranza è proprio lì dietro che ti aspetta.

... Bene, non so quanto si possa capire da queste parole, ma sono più o meno quello che mi ha ispirato questa shot. In realtà ho dovuto fare più o meno un sunto, perché non volevo annoiarti, ma non credo di aver fatto un buon lavoro: piuttosto confusionato, direi. Vabbè, sarà per la prossima volta.

Ti faccio i complimenti come sempre per l'abilità con la quale tratti questi argomenti delicati e comuni.
Bacioni e a presto!
*Halley*

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