(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Segnalo questa storia perchè penso inquadri perfettamente il personaggio che descrive, e riesca a leggerne il profondo conflitto interiore e l'angoscia che le sue scelte comportano. Lo stile è scarno e si adatta in modo magistrale alla situazione. Il finale è centrato e dolce nella sua tragicità.

Un piccolo scorcio, penetrante e dolce come una cantilena, della vita di Colby Granger. E sì, mi ha decisamente colpito. Soprattutto nel passaggio dall'inizio - in cui davvero Colby sembra un perfetto soldato americano - alla fine, quando davanti allo sguardo di David si rende conto che, in realtà, non è mai stato un bravo soldato. E che in fondo, ha superato quella linea sottile che lo ha gettato nel baratro, in pasto alle domande. :)
Complimenti, è veramente molte bella.

"Un po' perché il non farsi domande, in generale, aiuta sempre a vivere meglio" quando ho letto questa frase ho subito pensato che fosse perfettamente IC col personaggio: non so se sarei d'accordo con lui, ma è certamente una cosa che Colby potrebbe pensare. Devo dire che rimasi profondamente delusa quando il colpo di scena - Colby è una spia! - fu in certo qual modo ridimensionato dal controcolpo di scena: no, non è una vera spia, faceva solo finta di essere una spia. Personalmente mi piaceva di più l'idea di un Colby cattivo, una vera serpe nel seno della squadra di Don. Ciò premesso, questa flashfic espone brillantemente le complicazioni del triplo gioco, un'arte nella quale l'onesto Colby dimostra un talento imprevedibile.
Insomma, una storia breve ma succosa.

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