Recensisco Twenty-Seventh Christmas perchè mancano otto giorni a Natale, quindi mi pare appropriato.
Questa raccolta di scatti natalizi sa di infanzia, di famiglia, di crescita. Ci sono alberi addobbati, cene con troppo cibo, fratelli fastidiosi, sentimenti confusi e primi baci.
Ci sono, nella vita di Albus Severus Potter, ma forse in quella di tutti noi, cose che cambiano e altre che rimangono costanti. A volte, ma non sempre, a rimanere costanti sono le persone.
Una persona sopra tutte le altre, nel caso di Al.
Momenti che, trascorsi con chiunque altro, sarebbero annegati nell'oblio, si imprimono a fuoco nella mente di Al se Tom ne è il co-protagonista.
Come se Al, già da ragazzino, avesse capito che le esperienze condivise con Tom avevano un peso diverso dalle altre, un valore che avrebbe forse capito solo in seguito, ma di cui istintivamente avvertiva l'importanza. E così acquisiscono la sacralità delle tappe tra un'età e l'altra, o il sapore di metafore che verranno comprese solo dopo molti anni.
Con un'immersione nei ricordi di Albus, frammentati e diluiti nel tempo, ci viene mostrato il suo passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e poi dall'adolescenza all'età adulta, attraverso l'evolversi del suo rapporto con Tom. Perchè Thomas è l'elemento costante di Albus, e ha sempre avuto un ruolo speciale in ogni stadio della sua vita. Come Al stesso dirà a Michel Zabini in Dp, Thomas fa parte in modo profondo e insostituibile della sua storia personale, è stato un elemento fondamentale nella sua crescita e nello sviluppo del suo carattere.
Ovviamente è reciproco: Tom e Al si conoscono da talmente tanto tempo, e hanno attraversato insieme così tante cose, che non possono pensarsi l'uno senza l'altro- perchè se non si fossero mai incontrati da bambini, ora sarebbero due persone diverse. È come se le loro personalità fossero cresciute una intrecciandosi all'altra.
Però, per quanto sempre presente, il loro legame non è stato sempre così assoluto e simbiotico come durante gli anni della loro adolescenza a Serpeverde, quando li incontriamo per la prima volta. Si è costruito ed è cresciuto nel tempo, in parallelo all'evoluzione dei due ragazzi. Qui vediamo come Al, col passare degli anni, sia cambiato anche nel modo di vedere e definire Tom- da cuginetto strambo ad amico e lontano parente, da migliore amico a ragazzo a compagno di vita.
Saltando il primo Natale, che appartiene più alla memoria collettiva dei racconti familiari che alla memoria cosciente di Al (la frase "ricordi o forse te l'hanno raccontato così tante volte che ti sembra di farlo" è bellissima e molto realistica), nel terzo Natale Tom è "il cuginetto strambo coi genitori Babbani". È visto come parte della famiglia (cuginetto), ma si differenzia nella massa di cugini e figli di parenti/amici, perchè ha genitori che sono *diversi* (Babbani) e perchè lui stesso è *diverso* dagli altri cuginetti, sia maghi che Babbani (strambo).
Ho molto apprezzato questo Terzo Natale per il modo tangibile in cui descrivi i pensieri di Al, un bambino di tre anni alle prese con i dispetti del fratello poco più grande e con la gelosia verso i "nuovi arrivati". Ma anche per Tom che, nominato in una sola, scarna riga, mostra già gli elementi distintivi della sua personalità: scostante e solitario nei confronti dei coetanei, iper-protettivo e leale nei confronti di Al, vendicativo nei confronti di Jamie, e anche un po' subdolo e intelligente nel non farsi beccare; e in ultimo straordinariamente potente, poichè governare la propria magia a soli tre anni indirizzandola contro un bersaglio definito non è comune neanche tra i piccoli Maghi. Da quello che mi ricordo del Canon, i bambini magici solitamente mostrano i primi segni di magia tra i sei e gli otto anni, e raramente imparano a governarla prima dei fatidici undici anni. Però ovviamente ci sono le eccezioni, e Tom ovviamente è uno di quelle. (Interpretare il ruolo del piccolo prodigio irritante alle cene di famiglia è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare.)
Al invece è assolutamente nella norma per quanto riguarda la tempistica della prima comparsa di magia, come vediamo nel racconto del sesto Natale.
Il primo pensiero di Al dopo il suo scoppio di Magia Accidentale (sempre contro James, comunque) è l'urgenza di dirlo a Tom. Perchè Tom non passa più tutti i Natali con loro, e questo contribuisce nella testa di Al a relegarlo in uno spazio diverso da quello dei cugini Weasley e di primo grado. Perchè il tempo che passano insieme è più raro, e dunque più prezioso, nella sua ottica di bambino. E poi perchè, quando c'è Tom, James e gli altri ragazzini più grandi non gli fanno scherzi e non lo prendono in giro- pena affilate colate di ghiaccio sulla loro testa. Questa volta, però, Al si è difeso da solo; e si è difeso bene.
(Tra l'altro, sono l'unica curiosa di sapere come andavano i Natali con Dudley, Robin, Tom e Petunia nella stessa stanza? Perchè viene scritto in Aul che Robin e Petunia non vanno d'accordo, e visti i loro caratteri, è facile intuire il perchè. Però mi sono sempre chiesta se Petunia sapesse che Dudley e Robin avessero adottato un figlio mago, e quale sia stata la sua opinione in merito. Perchè nel mio headcanon che mi sono fatta leggendo il settimo libro, Petunia in vecchiaia è divorata dai sensi di colpa verso la sorella, ma nonostante ciò, se le venisse data l'opportunità di tornare indietro, si comporterebbe nello stesso modo sia con Lily Evans che soprattutto con Harry. Secondo me nel suo personaggio c'è spazio grigio per il rimpianto, ma non per il rimorso necessario alla redenzione. Però sono un po' curiosa di sentire il tuo headcanon, visto che hai creato un'immagine di Dudley adulto completamente diversa da quella che avevo in mente io prima di leggerti, e che nonostante ciò oggi mi sembra l'unica credibile e positiva al tempo stesso.)
L'undicesimo Natale è il primo Natale in cui le cose sono radicalmente diverse. Tom sa di essere un mago, sa di essere stato adottato, ha cominciato ad interrogarsi sulla sua nascita e sulle sue origini. Al è stato smistato a Serpeverde, e la notizia in famiglia ha ovviamente generato scalpore, perchè omiodio il più tranquillo e dolce dei figli di Harry e Ginny è finito nella casa più malfamata, o c'è un errore o c'è un problema.
A undici anni Al e Tom si accorgono di essere in qualche modo diversi dal resto delle loro famiglie, e simili tra loro. Va detto, col senno di poi, che sebbene i Dursley avessero dei pregiudizi piuttosto grossi verso il mondo della magia, e i Potter-Weasley verso i Serpeverde, entrambi i due nuclei famigliari si sono sempre sforzati di mettere da parte le loro ostilità verso determinate categorie pur di non perdere il rapporto coi figli "diversi", che facevano parte di suddette categorie. E infatti Al e soprattutto Tom se ne renderanno conto, ma tra qualche anno. A undici anni si è abbastanza grandi da intuire le mancanze dei genitori (o zii o parenti vari), ma non abbastanza maturi da comprendere gli sforzi che fanno per superarle, con costanza e fatica. A undici anni gli adulti sono eroi che ti proteggono da ogni male o simboli di un mondo strano e incomprensibile contro cui arrabbiarsi, non ci sono vie di mezzo. E la paura del rifiuto è talmente forte che si rifiuta per primi, l'assoluto regna sovrano, e un commento indelicato di un parente può far sprofondare un ragazzino in una crisi profonda, così come una parola del migliore amico può risollevarlo del tutto. La scena in cui Tom stringe la mano di Al e ribadisce la loro superiorità di incompresi è bellissima perchè sigilla l'idea del "noi contro il mondo" che questi due si porteranno fino alla fine. Punti bonus per James, che viene ritenuto dai due serpeverde lo scemo di turno (e, va detto, non senza qualche motivo), però aveva capito la natura del rapporto tra Tom e Al molti anni prima che la capissero i diretti interessati. Mica *così tanto* scemo.
Il tredicesimo Natale è denso di sentimenti confusi a cui Al e Tom non sanno ancora dare un nome. Ci sono le prime gelosie da parte di Tom, il senso di malessere interiore che assale Al quando l'altro lo ignora.
La verità è che ormai Al e Tom fanno parte di una bolla, che non accetta al suo interno elementi estranei e che rischia di esplodere, in modo tutt'altro che indolore, al minimo cambiamento. Un'amicizia così assoluta e simbiotica o si trasforma in relazione romantica, (e allora l'esclusività forse non è più un problema- dico forse perchè dipende da persona a persona), oppure diventa una catena che impedisce lo sviluppo di nuove relazioni, romantiche e non, con chiunque altro. (Almeno, io ho sempre interpretato così la loro dinamica prima che si mettessero insieme. Però forse ho proiettato in loro alcune mie esperienze personali che stavo vivendo nel periodo in cui leggevo Dp per la prima volta, quindi correggimi se sbaglio.)
Del tredicesimo Natale mi sono piaciuti anche i piccoli dettagli riguardanti gli altri membri del Clan, piccoli e grandi, e i loro rapporti con Al e Tom.
Sono delicate pennellate che danno un tocco di realismo affettuoso e contribuiscono a rendere "vivo" l'affresco in cui si muovono i due protagonisti.
Come ad esempio Tom che, quando è arrabbiato con Al, invece di far comunella con gli altri ragazzini va a al tavolo degli adulti a fare discorsi intellettuali con Zia Hermione.
O Al che quando ha un problema si confida con la cugina preferita e la sorellina, e tra le due è Rose, e non Lily, che si avvicina di più al nocciolo del problema tra Al e Tom- anche se certo, la sua soluzione è consigliare al cugino di "lasciare cuocere Thomas cuocere nel suo brodo", perchè non c'è modo che Rosie perda l'occasione di suggerire ad Al di star lontano da Tom. (Io a Rose voglio bene lo stesso. In fondo un po' di ragione ce l'ha, nel suo aspro giudizio sul cugino acquisito- forse anche più di un po', a dirla tutta.)
E ci sono gli scacchi, perchè Al e Tom non possono non giocare a scacchi- non sarebbero i due machiavellici piccoli maniaci del controllo che sono, altrimenti. (Anche se Tom lo è già da bimbetto e crescendo un pochino migliora, forse; Al, qui, deve ancora diventarlo.) Che belle le notte a tredici anni con il/la migliore amico/a, passate a mangiar schifezze, parlare di tutto e nulla e non dormire.
Con il quindicesimo Natale entriamo invece nel vivo dell'adolescenza. C'è il sentimento di "orgoglio quindicenne", che non può resistere a nessuna sfida, soprattutto se posta dai cugini più grandi e Grifondoro sotto forma di bicchierini d'alcol. C'è l'idiozia quindicenne nel voler a tutti i costi dimostrare di saper reggere l'alcol bevendone più di quanto riescano a sopportare. E la paraculaggine di Al (non mi viene un termine più elegante, ma Al definitivamente è un po' paraculo, fin da subito) nel pensare che la colpa se si sono ubriacati non è sua e di Thomas, che hanno bevuto, ma di James e Freddy, che gli hanno riempito i bicchierini. Non fa una piega.
Ma c'è anche spazio per la tenerezza, in questa adolescenza confusa, ubriaca e orgogliosa. Per un abbraccio stretto e un po' scomodo, lontano dalle battutine e dalle opinioni altrui; per la dolcezza di un ricordo d'infanzia condiviso, e per l'intimità di una confessione sussurrata con la voce impastata dall'alcol e con un'onestà spiazzante.
Il modo in cui hai descritto il loro quasi-primo bacio è bello perchè non è poetico o dolce per il modo in cui avviene (da sbronzi, impacciati, mezzi addormentati) ma per il modo in cui Al lo percepisce: frammenti di ricordi e sensazioni indistinte, come il sapore dello sherry e la vicinanza improvvisa del viso di Tom alle sue labbra.
(Tra l'altro: nel primo bacio "cosciente", in Dp, è stato Al a prendere l'iniziativa; qui è Thomas, probabilmente perchè l'alcol gli ha abbassato le barriere del controllo e del calcolo, che da sobrio guidano gran parte delle sue azioni, tranne quando è in preda alla rabbia o terrorizzato).
Il sedicesimo Natale, che se non sbaglio dovrebbe svolgersi meno di un mese dopo la fine di Doppelgaenger, è ovviamente all'insegna dell'angoscia e della depressione.
Ogni parola è perfetta- una in più avrebbe stonato, una in meno non avrebbe reso l'idea.
C'è, tra le righe, la frustrazione di Rose e Lily che non riescono più ad avvicinarsi ad Al chiuso nel suo dolore, la soddisfazione un po' colpevole che coglie il ragazzo quando le due se ne vanno, perchè così può tornare ad annegare nei ricordi, con le canzoni preferite di Tom nelle orecchie. Perchè stare male in solitudine in un angolo fa schifo, ma è sempre meglio che fingere che vada tutto bene, stare in mezzo agli altri e sentirsi l'unico disperato, ancora più solo circondato dalla felicità altrui.
C'è appena un tocco di quell'ironia leggera caratteristica di questa Saga, che smorza le atmosfere più angosciante, in questo caso portata dal fantasma in soffitta, quello che "tutti hanno sempre chiamato Barry ma nessuno sa il perchè", che non vedeva l'ora di avere un compagno con cui dividere i suoi lamentosi gemiti.
C'è la modestia cocciuta e quasi rabbiosa di Al, che rifugge da ogni titolo altisonante e mania di grandiosità, e scambierebbe senza pensarci il possesso della Bacchetta e l'amicizia con una Fenice millenaria con il ritorno di Tom.
La chiusura "Speri che Tom stia bene, anche se è un cretino" è importante, perchè ci fa capire come Al, dopo tutti i casini combinati da Thomas negli ultimi mesi, abbia smesso di idealizzarlo, prendendo coscienza dei suoi (molti) difetti. Eppure non per questo lo ama di meno: anzi, proprio per questo lo ama in modo più consapevole. Lo ama non perchè crede che Tom sia perfetto, ma anche per le sue imperfezioni. Questo nuovo modo di amare, maturo e non più fanciullesco, sarà la base su cui potranno ricostruire la loro relazione in Aul.
Sempre dalla lettura di Aul, noi sappiamo che nel diciassettesimo Natale la situazione non è ancora perfetta: la Thule è ancora in giro, a complottare nell'ombra, e Al e Tom passano la sera con la vigilia a discutere con Harry a proposito dei loro sospetti su Soren, che andrà al ballo con Lily.
Eppure, basta la sola presenza di Tom, a rendere questo Natale "taaanto" meglio nella testa di Al.
Il ventisettesimo Natale ci da un assaggio del loro futuro, sempre insieme e sempre in disaccordo su tutto, tranne che sulle cose importanti. Bello l'accenno alle cravatte orribili che Dudley regala a Thomas ogni anno, e che lui non mette quasi mai ma custodisce gelosamente. È un po' una metafora del rapporto tra Tom e i Dursley forse, perchè Thomas non pensa spesso alla famiglia adottiva e non condivide molto della sua vita magica con loro, però li ama ed è ferocemente orgoglioso delle sue origini Babbane. (Al invece continua a portare con orgoglio i vestiti regalati da Nonna Molly, unico tra tutti i numerosi nipoti. E Tom continua a rabbrividire di fronte al senso estetico dei Weasley, che non è ne magico ne Babbano)
Tra l'altro, questo ultimo squarcio è ambientato qualche anno dopo Oan, per cui mi riempie di curiosità: Zorba è ancora vivo? E Kafka? Al e Tom non dovevano partire dopo l'epilogo, per cambiare aria dall'Inghilterra? Sono già tornati? Al lavora ancora con Seamus e Tom con Stevens, o hanno utilizzato ciò che hanno imparato dai loro maestri per lavorare in proprio? Come sono i loro rapporti con Soren, dopo tutto quello che è successo? E Lily e Soren sono andati in America, vivono in Inghilterra, o fanno metà e metà? Come sono i rapporti di Soren con Harry e James adesso? E con sua madre Sophia?
Quanto spesso Soren e Milo si vedono, se si vedono? Emil è ritornato il musicista famoso che era da bambino, sotto la protezione di Amara? E Michel che fa? Lui e Al si sentono ancora, e Tom è meno geloso ora che Mike sta con Milo? Scorpius e Rose hanno avuto una bambina o un bambino, o entrambi? Ron e Draco cominceranno una competizione del tipo "chi è il nonno preferito"? Rose e Sy avranno altri figli dopo? (Nella mia testa ho sempre immaginato che sarebbero stati quelli con la famiglia più numerosa, non so bene perchè, forse perchè Rose aveva l'istinto da chioccia già con i cugini e Scorpius sarebbe un ottimo papà. Lily e Soren invece non me li immagino con troppi figli, riesco a vederli genitori di uno, massimo due) E a proposito di bambini, Benedetta come sta, ha elaborato quello che le è successo da bambina (morte del padre, abbandono nella foresta, poi un rapimento)? E come gestisce il suo essere un Lupo Mannaro ad Hogwarts? Nello stesso modo in cui lo gestiva suo nonno Lupin, o sono stati fatti dei passi avanti negli ultimi trent'anni? La band wrock di Louis e Meike riuscirà ad affermarsi sulla tradizionalista scena magica musicale? Tra Ama e Hugo le cose funzioneranno, sul lungo termine, o si è trattata solo di un'esperienza bella ma destinata a finire? Cosa sa il mago comune sulla vicenda Demiurgo e sul modo in cui si è risolta, e cosa Harry ha fatto in modo che non venisse divulgato dalla Stampa?
So che ormai sei passata ad altro (e quell'altro mi piace molto!) ma spero che non ti scoccino le domande sul futuro dei personaggi della Dp Saga. In fondo, da qualche parte nel mondo in cui si ritrovano tutti i personaggi delle belle storie, loro continuano a vivere e continueranno sempre a farlo.
Ps- Sono fresca fresca di rilettura (e recensione) ai primi capitoli+Prologo di Doppelgaenger e sono in preda a un dubbio esistenziale: Harry mette Al e Tom nella stessa culla prima o dopo aver affidato il secondo ai Dursley? Perchè a rigore di logica io direi prima, però viene detto più volte, nei capitoli 2 e 3 di Dp, che quando Harry trova Tom, lui e Ginny aspettano la nascita del secondo figlio. Inoltre, quando Harry e Ron lo portano alla Tana, viene specificato che l'unico bambino lì presente è, per ora, James, visto che Ginny e Hermione sono rispettivamente incinta di Al e Rosie. Quindi "il primo Natale" descritto da Albus dovrebbe essere quello dell'anno dopo, in cui Al avrebbe circa nove/dieci/undici mesi (non mi ricordo la sua data di nascita esatta, solo che era in inverno) e Tom poco più di un anno. Ma quanto tempo è passato da quando Harry ha trovato Tom a quando viene adottato legalmente dai Dursley? Perchè se non sbaglio in mezzo c'è stato un periodo in cui l'hanno portato al San Mungo per controllare che non avesse Magia Oscura, e poi un periodo di prova/affido dai Dursley prima dell'adozione vera e propria...però forse mi ricordo male io. Le linee temporali mi incasinano sempre! (Recensione modificata il 21/12/2020 - 05:41 pm) (Recensione modificata il 21/12/2020 - 05:52 pm) |