Bella, malinconica e intrigante al punto giusto.
Mi ha ricordato una cosa. Mi ha ricordato Inception.
Sì, direi che hai colto esattamente l'atmosfera dei film, vellutata di rimpianti, passato, speranze e sogni spariti nel nulla.
Qui vediamo Arthur - un Arthur che sta cercando Arianna e che sembra perfettamente normale. Un Arthur che è in tutto simile a quello reale.
All'inizio, sembra che quella immaginaria sia lei, Arianna. Quel braccia bianche inganna con abilità e malizia.
E quando fanno l'amore - anche se forse è sbagliato definirlo così (?) - Arthur la spinse contro il muro e la baciò disperatamente, cercando il suo respiro. E' il respiro che non troverà, nemmeno dopo.
Ciò di cui non riuscivano a parlare, era che Arthur non aveva mai odorato la pelle di Ariadne, perché lui era solo una proiezione. E Ariadne lo sapeva: lo aveva creato lei ed era stata abbastanza brava da immaginarlo lucido quanto il vero Arthur, tanto che, dopo settimane di ricerca, arrivato a toccarla, aveva capito che non conosceva la sensazione dell’aria nella trachea.
E' il punto di maggiore intensità.
L'ho sottolineato in modi diversi perchè, pian piano, l'intensità cresce.
E' pura poesia.
L'illusione viene svelata; e svelandola, questa geme, piangendo e ripiegandosi su se stessa.
E' un labirinto di cui viene scoperta la via d'uscita.
Infatti Arthur - il principe azzurro Arthur - si spara, uccidendosi, scomparendo.
E' un redimersi, è un abbandonare ciò a cui ci si aggrappava disperatamente.
E Arthur, con un ultimo sorriso da poeta (adoro quest'espressione), svanì dai pensieri di Ariadne.
E alla fine, l'inespettato happy ending.
Quando si risvegliò, la prima cosa che sentì fu una voce concitata: «Ariadne!» e il dopobarba di Arthur addosso. Non ricordava più quanto fosse pungente.
Le venne da piangere.
Complimenti.
Questo è il vero Arthur. E, direi senza dubbi, la vera Arianna.
A presto,
A. |