Io non l'ho trovata per niente superficiale. E' semplice, è coincisa, come una drabble dev'esser ma nella sua natura sintetica è diretta, dice grandi e pesanti verità che vengon fuori come macigni, perchè è facile ciarlare intorno a una situazione tanto grave, ma toccare con verità i fatti, metterli a nudo è tutt'altra cosa.
Ci siamo state male entrambe a lungo per quell'episodio e mi fa piacere vedere che hai voluto render omaggio a Eric con questo lavoretto, a suo modo significativo che riesce a commuoverti visto che è ben espresso il dolore e il desiderio frustrante in quel "almeno una volta" nel sogno illusorio "sarebbe stato davvero come averne uno" che è destinato a infrangersi, forse come punizione per tutti piccoli e grandi crimini commessi da Eric che nel tuo lavoro non si smente, non rinnega nulla ma allo stesso tempo scopre il suo lato più umano, quello puro che sembra quasi abbia dovuto corrompere per i tipi come Scott.
E son davvero struggenti le ultime parole: rimani pur sempre un bambino che vuole il suo papà.
Anche in questo piccolo sfogo/esercizio letterale hai dato prova di bravura e profonda sensibilità, riuscendo a parlare di quell'Eric nascosto ma che c'è - che ci sarebbe- e che persone come me e te lo amano.
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