Recensioni per
Il Signore dei Cieli e l'Opera al Nero
di Melian

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/05/15, ore 10:37

[4° classificata al contest La Caduta dell'Inverno Boreale]

Hai descritto due passaggi di formazione uno più affascinante dell'altro: quello dello spavaldo Leonnato, che ascende al Monte Zanna per passare attraverso lo sguardo del Signore dei Cieli, e quello dell'ambizioso Xante, che scende nei reconditi della propria anima per raggiungere il primo stadio di sintesi alchemica.

La descrizione che fai dei due personaggi (parlando in particolare di Barnaba e Leonnato, che sono i più dettagliati) è pregevole, efficace, sommaria. Ma in generale ho apprezzato il modo in cui descrivi, e anzi già il fatto che tu lo faccia ti fa onore (forse non nell'ambito delle originali fantasy, ma ahimè, purtroppo le descrizioni stanno diventando sempre più rare). Credo che la tua sia la storia con le descrizioni più dettagliate, tra tutte quelle in gara, e sicuramente quella con le parti descrittive meglio scritte.
Mi piace anche il modo, veloce ma incisivo, con il quale hai tratteggiato la città, Astaldo. L'hai descritta in poche righe, sbrigative in realtà, eppure complete. In poche parole ci hai fatto assaporare i suoi sapori e i suoi odori (il profumo delle focacce al miele e della carne alla brace), i rumori (lo scalpiccio dei cavalli, il rumore dei carri, le risate e le grida di giubilo dei bambini, la voce delle madri), i colori (le lanterne, gli stendardi azzurri e dorati, rigogliosi angoli verdi), tutto racchiuso in una bellissima ed efficace sintesi che chiama a raccolta tutti i nostri cinque sensi. E in ultimo non manchi di darci un abbozzo della sua planimetria e delle sue tradizioni.
Lo stesso, non ho ritenuto opportuno darti il massimo, perché manca comunque un pizzico di contestualizzazione in più. Le descrizioni che inserisci, soprattutto quelle "a tempo perso" (perché non strettamente necessarie alla comprensione della trama) di Astaldo, sono un piacevolissimo intramezzo, ma un intramezzo rimangono, un "parlare d'altro" prima di ritornare alla vicenda principale. "Il testo non è per le descrizioni, le descrizioni sono per il testo", non so se mi spiego. Sono un buonissimo contorno, ma non diventano mai il piatto principale, per questo ho deciso di non darti l'eccellenza.
In generale comunque amo il modo con cui scrivi. Amo il tuo stile. Sei chiara, incisiva, eppure non sei convenzionale né semplicistica. Hai una penna sicura, è evidente che il tuo stile è pienamente maturato, e non traballa neppure per una riga.

Ritornando a parlare dei personaggi, i discorsi del chierico sono qualcosa di squisito, ma in generale la sua caratterizzazione è molto colorita, davvero gradevolissima, anche se la sua figura così tratteggiata sa un po' di "già visto". Comunque, ciò non toglie che la sua presenza dia un tocco di colore a questo breve racconto, e che faccia anche scappare qualche sorriso a chi legge.
Per quanto riguarda Xante, invece, l'ho trovato meno approfondito come personaggio. L'atto alchemico prevale sulla sua personalità, diventa più importante dire cosa fa piuttosto che chi è.
Ne approfitto per passare a parlare della figura che dovevi sviluppare, l'alchimista. Ho apprezzato moltissimo la descrizione dell'estasi dell'alchimista, o meglio, del ragazzo che sta per diventare un alchimista. Durante la lettura di quei tranci di testo ho provato un meraviglioso senso di confusione e smarrimento, il tutto culminante in un crescendo estatico, e descrivi tutto quanto in modo assolutamente ordinato. È il disordine ingabbiato nell'ordine del metodo.
La descrizione dell'ascesa estatica dell'alchimista è qualcosa di sensazionale: complice il tuo stile assolutamente efficace, riesci a ricreare sulla pagina scritta quel turbine che avviene dentro e fuori il personaggio in questione. Il lettore inizia a leggere piano, titubante, e all'inizio le cose sono chiare, poi si mescolano sempre più per poi arrivare a un punto in cui riesce a capire poco e niente di ciò che sta leggendo (o meglio, capisce ciò che sta leggendo - perché, lo ripeto, sei sempre estremamente chiara - ma fatica ad interpretarlo, ad es., che significato ha la decapitazione del corvo?). Non capisce il sunto di ciò che sta leggendo, soprattutto a una prima lettura. Ma l'effetto che si viene a creare è assolutamente consono a ciò che vuoi non solo descrivere, ma anche concretizzare, evocare fisicamente con le parole. 
Molto affascinante anche questa faccenda del Linguaggio universale, pare quasi un linguaggio in grado di nominare senza zone di ambiguità e in modo diretto la natura stessa, le cose esistenti.
Bella e devo dire anche di grande effetto visivo la personificazione degli ingredienti, mi piace moltissimo come hai deciso di rappresentare l'atto alchemico, di nuovo cercando di fare intendere al lettore… no, già dicendo intendere sbaglio verbo: non ti limiti a fare intendere al lettore, ma miri a far provare al lettore il sunto dell'esperienza che Xante sta vivendo in quel momento. Per come la vedo io, è un buon modo, il tuo, di illustrare un atto alchemico, è un'immagine molto efficace quella della personificazione e quindi della "fisicazione" degli elementi: l'hai ben distinto da atti che possono essere simili per procedimento, come seguire alla lettera una ricetta di una pietanza o (anche) di una pozione: l'alchimista deve fondersi fisicamente con gli ingredienti. È egli stesso un ingrediente. Ecco, ritengo che tu abbia magnificamente risaltato questo concetto, in quelle caotiche, deliranti, difficili scene di estasi alchemica. Ciò che manca, secondo me, per raggiungere la perfezione, è la soluzione finale, ma di questo parleremo meglio poco più sotto.

Intanto, per restare sempre in ambito personaggi, ho amato davvero tanto i loro nomi. Sono tutti e tre molto adatti a descrivere il ruolo che ogni personaggio compie all'interno della storia. In particolare Leonnato è alquanto eloquente. Sotto un certo punto di vista, leggo dietro le tue righe un concetto di predestinazione, in qualche modo, legato al nome. Il nome (di battesimo ovviamente) descrive il destino del personaggio che lo porta. Ma non posso dirlo con certezza, dato che per quest'unico caso potrebbe essere una coincidenza. Che Leonnato sia spavaldo e coraggioso e che si chiami Leonnato, per l'appunto.
Ma ora cambiamo argomento.

Per quanto riguarda l'originalità, hai assemblato magnificamente tanti particolari classici: il drago sulla montagna, il drago che custodisce il tesoro, la saggezza e l'antichità del drago (molti legati alla figura del drago insomma), e altri particolari dal sapore tolkieniano, tra cui il più eclatante: il Popolo Alto degli Elfi che vivevano nelle terre al di là del mare. O anche la scalata del Monte Zanna per alcuni particolari ricorda l'ascesa del Monte Fato. Ma questi rimangono particolari minimi, perché la tua storia, e il background della tua storia, hanno una personalità ben precisa. Vorrei saperne di più su Astaldo, sulle guerre che ha combattuto, sui nemici dai quali si è dovuta difendere, sulle fatiche che ha dovuto sopportare per mantenere la sua posizione: la sua storia.
Ma le parti che più ti hanno fatto guadagnare punti in originalità sono state senza dubbio quelle di Xante, e il tuo particolarissimo e personalissimo modo di descrivere la sua esperienza, che mi azzarderei a definire mistica.

L'impostazione del racconto è oltremodo ingegnosa: la tua scelta di separare le vicende di Xante e Leonnato in blocchi, e alternarli tra loro, fa sì che difficilmente il lettore si annoi.
Sarebbe stata una scelta perfetta se tu avessi messo più contatti tra le due parti, o se non volevi metterli prima, se almeno le avessi collegate in modo più eclatante sul finale. Così come sono, rimangono un po' fini a loro stesse, separate. In ogni caso, ho amato il passaggio tra la prima scena in cui appare Xante, e quella immediatamente successiva in cui si torna a Barnaba e Leonnato: ho apprezzato tanto l'espediente quasi cinematografico di usare la pioggia, lo scoppio del temporale, come elemento di transizione e di collegamento tra le due scene. Sarebbe stato ottimo, per come la vedo io, inserirne di più e di più significativi di questi punti di collegamento, ogni volta che spostavi il fuoco da un personaggio all’altro.

In sintesi, bellissima l'ascesa del Monte Zanna, bellissima l'ascesa "spirituale" (se così posso definirla) del nostro alchimista: sono due racconti di formazione diversi che accadono in parallelo, ma è forse questa la mancanza (praticamente l'unica, oserei dire, ma non di importanza nulla) di questa storia: non si risolve. I racconti dei due ragazzi accadono sì in parallelo, ma rimangono separati, e per questo rimangono fini a loro stessi, autosufficienti. Rimangono come nel titolo, separati da una "e", non vanno a intersecarsi. L'uno non serve all'altro, potevano quasi essere scritti in due one shot separate, una che narrava la vicenda di Leonnato, e l'altra di Xante. Per questo la figura dell'alchimista, benché occupi una parte importante di testo (quasi metà testo, mi sembra) rimane sullo sfondo, perché una volta assunto Leonnato come protagonista, non si riesce bene a identificare il ruolo dell'altro: lo spazio che gli dedichi si limita a coincidere con la descrizione di un passaggio, una bellissima descrizione, ma una descrizione rimane.
Per me si sarebbe potuto aggiustare questo problema iniziando con un'introduzione un po' più ampia del personaggio Xante, senza passare subito all'alchimista Xante. È un po' come se, nella prima inquadratura che gli hai dedicato, avessi figurato subito Leonnato alle prese con il drago, senza prima passare per l'importantissima fase della scalata, dove con calma ci presenti anche il suo personaggio, prima che il rito di passaggio avvenga. Per Xante invece hai fatto proprio così: senza introdurre il personaggio, l'hai subito inquadrato non sulla soglia del rito di passaggio, ma con un piede già oltre la porta: in questo modo, a mio parere, il momento cruciale del passaggio diventa meno apprezzabile. Magari in questo modo la storia si sarebbe allungata oltre le tue intenzioni, ma sarebbe stato più funzionale, secondo me, insistere un pelo di più sul prima e anche sul dopo di Xante, per costruire un personaggio vero, che andasse anche al di là del proprio ruolo di alchimista, e inoltre per inserirlo meglio nella storia.
Questo finale che ci hai proposto, dove si scopre che i due giovani si conoscevano, non è sufficiente per ricucire le due parti, che continuano a rimanere separate e indipendenti. E inoltre non è abbastanza d’effetto, e la storia si conclude sottotono.

Silvar

Recensore Veterano
23/04/15, ore 09:08

Una storia breve ma interessante, da come si sviluppa mi sembra quasi l'introduzione per una storia più ricca, o magari anche di due storie (infatti mi ricorda un po' la mia oneshot La volontà dell’incantatore XD).

Ho apprezzato anche il fatto che hai ripreso delle tematiche dell'alchimia (io in genere lo faccio con la mitologia ^.^) e direi che ti sei spiegata molto bene :D

L'unica cosa un po' banale è stata il drago con la sua tana piena d'oro, gioielli, ecc, mi ha ricordato molto Lo Hobbit e mi sembra un po' uno stereotipo, ma per il resto direi abbastanza originale ;)
E poi io sono il primo che prende spunto da qualsiasi cosa, quindi non te ne faccio certo una colpa XD

Ciao!

Recensore Junior
14/01/15, ore 09:32

Quinta recensione premio vinta con il contest "Tales of after shadow":
questa storiellina è davvero ben fatta. Hai utilizzato un linguaggio molto particolare, ricco di termini che fino ad oggi non avevo nemmeno mai sentito *corre a nascondersi sotto il letto*. Io AMO le tue descrizioni, sul serio, mi perdo completamente in esse da quanto sono meravigliose *-* Ti ritengo una delle migliori scrittrici del sito, sappilo u__u
Non c'è nulla che non mi sia piaciuto. Mi sono immersa senza freni nella lettura di questo bel racconto, dall'inizio alla fine.
Hai scritto talmente bene le emozioni dei personaggi che sembrava di averli davanti agli occhi, anzi, di essere lì con loro, ad affrontare lo stesso viaggio per incontrare la possente Creatura dei Cieli (voglio andarci anche io >.< uffi, non è giusto =(...).
Quello che mi ha lasciata veramente il segno comunque è il modo in cui hai rappresentato il paesaggio: hai utilizzato parole che non avrei potuto trovare più adatte, a partire dalle descrizioni del cielo e della montagna ad arrivare ad Astaldo, così viva da sembrare terribilmente reale.
Ti invidio, lo sai vero? <3

Recensore Veterano
04/12/14, ore 13:45

Eccomi. Sono qui per lasciarti una delle recensioni che hai trovato nel forziere che hai disseppellito durante la caccia al tesoro sul gruppo Facebook "Io Scrivo su EFP).
Metto sempre prima le mie impressioni "tecniche" (perché altrimenti me le scordo).

Era ripida e scoscesa e, all’apparenza, inospitale per chiunque non fosse stata una capra o uno stambecco.
Non ci sono errori, però ci sono alcune cose che a orecchio mi stonano, più una questione di stile, credo. Questa è quindi un'impressione soggettiva che sei libera di non leggere nemmeno. Sono due: la prima sono quelle due e così vicine. La trovo meno ridondante se ometti la prima. Era ripida, scoscesa e, all'apparenza, inospitale; la seconda poco dopo è la scelta del femminile. Non è sbagliato, dopo c'è capra che è femminile. Ma quel verbo lo vedo più riferito al generale del genere di chiunque e quando le moltitudini sono di genere misto si ricorre sempre al maschile da quel che so. Quindi ci vedrei meglio un: per chiunque non fosse stato una capra o uno stambecco.

un giovane uomo avanzava curvato in avanti per poter far presa con le dita callose contro la pietra tagliente. Avanzava lentamente, ma inesorabilmente
Ripetizione. Suggerirei un procedeva, si inerpicava o altri sinonimi.

si capiva ad una prima
d eufonica. Nell'uso moderno la d eufonica si usa solo nell'incontro tra vocali gemelle.

con gli occhi scuri e focosi e i lineamenti volitivi, mascolini, sottolineati da un pizzetto – al contrario dei capelli scuri
ripetizione

oltre che due guance rosse come due mele cotogne.
Io le ho sempre viste gialle le mele cotogne O.o Mi hai fatto venire il dubbio, ma su google continuo a trovarle solo gialle. Wikipedia conferma che il cotogno produce frutti giallo oro. Il sito melacotogna.it menziona anche un verde chiaro.
Insomma, le guance di 'sto uomo hanno qualcosa che non va.

«Per essere un Chierico, non mi sembri poi così in gamba…»
Non capisco il motivo della maiuscola. Il ruolo non è molto comune ma non trovo nessuna indicazione sul manuale di stile che porti all'uso della maiuscola. Se fosse stato un soldato? Un prete? Un cacciatore?

Barnaba il Chierico Maestro,
Qui, invece, sempre secondo il manuale di stile di Lesina, il maiuscolo si potrebbe usare. Ma bisognerebbe isolare il titolo con una virgola.
Barnaba, il Chierico Maestro. Questo perché, per sottolineare il pregio di determinati ruoli, la maiuscola si usa ma solo se non sono accompagnati dal nome proprio del personaggio di spicco. Ti faccio alcuni esempi:
Il Primo Ministro ha fatto visita alle zone colpite dall'alluvione. (Corretto)
Il premier Renzi ha fatto visita alle zone colpite dall'alluvione. (Corretto)
Il Primo Ministro Renzi ha fatto visita alle zone colpite dall'alluvione. (Non corretto)

preferisco lo studio in Abazia
Successivamente hai usato abbazia, invece che abazia. Quest'ultimo è un po' desueto anche se non sbagliato. Non capisco, però, perché usarlo in due forme diverse. E perché usare la maiuscola. La chiesa di San Pietro, il duomo di Milano, la cattedrale di Notre Dame. A meno che non sia un edificio storico/culturale di particolare importanza. Ma in quel caso ci vorrebbe sempre il nome completo: la Statua della Libertà, la Torre di Pisa, il Ponte Vecchio. Questo sempre secondo il manuale di stile.

Astaldo aveva la forma ovale di un opale
Trovo sia un'alliterazione fastidiosa. Sostituirei ovale con ellitica.

Aveva un porto, e comunicava
Non amo l'incontro tra virgola e coniugazione se non quando strettamente necessario. Comunque non è errore. Solo che in quella frase specifica le due pause mi paiono superflue.

Le tradizioni di Astaldo dovevano essere rispettate. E le tradizioni
ripetizione.

per raggiungere il giovane, portando con sé le foglie di un giovane albero. Sembrò che i quattro elementi si fossero riuniti solo per quel giovane
Ripetizione

Nella parte più nascosta di Astaldo, la Loggia troneggiava dietro una cortina di alberi sempreverdi, con la sua forma esagonale, fatta di ampi portici che si aprivano su un labirinto di siepi. Erano pochi – i soli iniziati – a conoscere i segreti di quel luogo esoterico, sulle cui pareti e pavimenti erano iscritti segreti accessibili solo a chi parlava il Linguaggio Universale.
Lì, nella Loggia, si dipanavano i destini di quanti osavano alzare lo sguardo dalla terra per guardare al sole.
Lì, nella Loggia, il sentiero che si snodava attraverso il labirinto di siepi era lastricato d’oro.

Ripetizione di labirinto di siepi (la seconda volta penso basti utilizzare dedalo o un altro sinonimo, omettendo le siepi) e di segreti.

provava ad interpretare e parlare
d eufonica

“Il fango del volgo e dell’ignoranza, della mediocrità è nero
Il soggetto è fango, quindi hai inserito una virgola tra soggetto e predicato. Per risolvere puoi racchiudere 'della mediocrità' in un inciso o rimuovere la virgola.

«Ahio!».
In tutti gli altri dialoghi non mi pare tu abbia rafforzato la chiusura con un segno di interpunzione esterna. Non capisco se, in questo caso, è una svista o una cosa voluta. PS: scopro invece più avanti che la cosa si ripete, ma non sempre. Credo che, in questo caso, il racconto sia da normalizzare in modo da dargli una veste univoca.

«Diamine, Barnaba, hai la testa più dura di una noce!»
Il Chierico strizzò gli occhi, si massaggiò la testa

Ripetizione

caverna ad occhi chiusi
d eufonica

d’una porta scolpita nella pietra viva, chiusa da una lastra spessa.
Leonnato contemplò quella porta interamente decorata e Barnaba sorrise, mentre chiarì: «Questa è la porta che ci condurrà all’Aula del Tesoro.»

Ripetizione

Era un enorme collina d’oro
con il femminile ci vuole l'apostrofo

appartenenti ad epoche
d eufonica

da far sospettare che fossero realizzate non già da artisti umani,
Quel già mi stona. Mi suona male nella frase.

ed aereodinamico
d eufonica e aerodinamico.

tra le sue fauci potente e affilate,
potenti

avanzando tra i filari di pietra, lungo le gallerie scavate in tempi antichissimi: li aveva visti prima, mentre avanzavano curvi sotto il peso della fatica della scalata
Ripetizione/alliterazione

La lunga coda si srotolò e sospinse più vicino un grosso uovo
l'uso di sospinse mi porta a pensare che l'uovo lo allontana. Quindi mi domando sospinse più vicino a cosa? Trovo preferibile un 'strinse a sé'.

«Voglio diventare un’Alchimista!
A parte la maiuscola di cui ti ho già parlato... A meno che Xante non voglia diventare donna, quell'apostrofo andrebbe tolto XD

artigliandosi alla pelle
Non ti so dire se è sbagliata. Afferrandosi alla pelle però mi suona davvero male. Forse starebbe meglio 'artigliandogli la pelle'

artigliandosi alla pelle. Xante sentì il dolore provocato dagli artigli rapaci e strinse i denti, mentre acciuffava il collo del corvo con una mano e con l’altra sollevava il falcetto. Decapitò il Corvo.
Decapitò il corvo
e vide davanti a sé una lapide su cui c’era il suo nome e pianse. Pianse perché quella era la sua tomba, pianse per il se stesso che gettò nella fossa assieme alla testa del Corvo. Pianse perché aveva trovato il significato del Vitriol: “Visita l’interno della tomba e, rettificando, troverai la pietra nascosta”. Pianse perché si era guardato dentro

Ripetizioni sparse. Alcune volute, lo intuisco, ma pesanti a mio avviso.

lunghe lingue
È un'alliterazione che mi crea disagio. Non sbagliata, ma veramente, mi fa senso come suona >_<

che l’eco provocato
Eco è femminile se usato al singolare. Mi pare che la Crusca abbia aperto sull'uso anche al maschile ma la Treccani continua a sottolineare la forma femminile al singolare.

ed intarsiati
d eufonica

così alte che la luce delle torce non vi penetrava.
È più una cosa di forma. Le volte sono così alte che la luce non ci arriva. Ovvio quindi che non può penetrarle, ma è una conseguenza dell'impossibilità di arrivare al soffitto.

Drago.
Usato molte volte a distanza di poco. Suggerisco l'uso di sinonimi: creatura, animale, fiera, rettile, mostro, belva ecc

la parete dell’aula
Ok, hai specificato nel racconto che la grotta era di origine artificiale, ma la scelta del termine aula mi ha spiazzato. Credo sia giusto, ma mi sarei aspettata caverna o grotta. O al massimo sala. A Frasassi le chiamano sale le varie "stanze".

 in segno di pace e abbassò lo sguardo quando parlò alla bestia: «Vengo in pace,
ripetizione

Lo guardò coi grandi occhi antichi e irradiò il suo potere per indurre il giovane a ricambiare lo sguardo. Così, quando ebbe gli occhi di lui nei propri, restò lungamente a fissarlo e sembrò che il tempo si fermasse e che tutto perdesse d’importanza.
Leonnato era immobile, prigioniero di una malia. Sembrava una statua dagli occhi spalancati che si riflettevano e si perdevano nelle pupille verticali del
Drago

ripetizioni/alliterazioni

impartigli insegnamenti.
Forse era impartirgli?

possedesse una saggezza antica quanto il mondo e più grande di qualsiasi altro essere umano, come quella saggezza venisse dagli dèi, di cui era progenie. Comprese come quell’intelligenza bestiale, così diversa da quella umana
Ripetizioni

I bambini guardavano in strada aggrappati al davanzale delle finestre, mentre la cena era in tavola e fumava. Il rumore del maglio contro l’incudine, proveniente dalla bottega del fabbro, riecheggiava regolarmente sul fondo di una delle viuzze, mentre il pescivendolo dal lato opposto della strada travasava il pesce appena pescato dalle cassette di legno ai banchi d’esposizione.
Ripetizioni e alliterazioni

Due giorno dopo la scalata
giorni

con il dente del Drago legata al collo:
legato

Eccomi! Finita la parte tecnica, ora passo a quella prettamente soggettiva.
Quello che più mi è piaciuto del racconto è stato il nocciolo della trama: il cambiamento, il divenire adulti dei due ragazzi, l'acquisizione della consapevolezza e "l'addio" alla propria infanzia per poter perseguire i propri obiettivi e sogni.
Ho apprezzato meno lo stile, ma quella è una tua cosa personale. Non amo le lunghe descrizioni, spesso ridondanti, soprattutto quando ti presentano i personaggi nemmeno fosse la lista della spesa. Non amo le frasi lunghe che, specie se arricchite di aggettivi, rischiano di diventare poco chiare, confondere, ma soprattutto appesantire la lettura. Sono una mente semplice, purtroppo ^^'
Il lessico scelto l'ho trovato forzato sulle parti con Leonnato e adeguato a quelle con Xante. Il primo è un ragazzo comune, un aspirante guerriero, il secondo un erudito, aspirante alchimista. Quindi certi termini aulici li ho sopportati di più nelle parti riguardanti Xante mentre li ho mal digeriti in quelle di Leonnato. Anche se c'era Barnaba, erudito pure lui. Sebbene non mi sia apparso mentalmente vecchio come lo avevi descritto. Gli davo trentanni come testa, anche se da come l'hai descritto credo sia almeno sui cinquanta...
Sono comunque le mie impressioni soggettive, quindi non dar loro eccessivo peso se pensi non ti siano di alcuna utilità.

Grazie ancora per aver partecipato alla Caccia al Tesoro e spero che la recensione non ti risulti pesante ^_^




PS: Aggiungo una cosa: la marea di segnalazioni che ho fatto, a parte una, sono tutte cavolate. Scrivi bene, non nella maniera che io preferisco, ma la cura nella stesura del testo si vede.

Ho visto anche che molte cose ti erano già state segnalate, quindi mi sento più sollevata.

Lo aggiungo perché non vorrei che pensi che la tua storia sia solo quelle segnalazioni prima. Sono piccolezze quelle che, una volta limate, renderanno ineccepibile il tutto. Ma il risultato è già buono.
 
(Recensione modificata il 04/12/2014 - 01:54 pm)

Recensore Master
21/10/14, ore 20:47

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL «SUMMER CONTEST PER STORIE EDITE»
«IL SIGNORE DEI CIELI E L'OPERA AL NERO» DI .:MELIAN:. (MELIAN)
VINCITRICE DEL PREMIO «UNO É TUTTO, TUTTO É UNO» PER L'INTERESSE DELLA GIURIA

Lascia che l’Anima del Mondo ti penetri e fluisca in te, portando in ogni vena del tuo corpo la Verità. Lascia che il vaso pieno della terra del tuo corpo e della tua anima bruci e si cuocia sul fuoco della consapevolezza. Tu sei il vaso che, di notte, deve essere cotto, putrefatto, disgregato dal fuoco dell’Arte e, perciò, purificato e riportato alla vita.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Mi cogli su un terreno fertile che amo molto, ovvero il mondo fantasy e gli alchimisti. Ammetto che all'inizio, quando hai parlato di un occhio che li spiava e che non si chiudeva mai, ho pensato all'occhio di Sauron, ma questo solo perché la mia mente è corsa subito al Signore degli Anelli, libro che in tempi ormai andati ho particolarmente adorato.
L'accostamento tra un giovane sicuro delle proprie forze e un uomo prosciugato dall'età la trovo azzeccata, forse perché da' come l'impressione che sia un vecchio maestro che istruisce il suo allievo, troppo scavezzacollo per prestare realmente attenzione ai pericoli che corre compiendo un viaggio di quelle proporzioni; è un cliché, certo, ma un cliché di quelli belli, di quelli che non annoiano mai e che riescono in qualche modo a risaltare durante il racconto, ovviamente solo se ben trattati e delineati senza cadere in inutili stereotipi e in cose già raccontate. E così hai fatto tu, facendo apparire a poco a poco il loro rapporto e descrivendolo davanti agli occhi senza strafalcioni o inforigurgiti, lasciandolo trasparire poco a poco durante il corso della trama.
Hai inoltre creato un mondo che prende pian piano vita nei ricordi del giovane Leonnato, dandoci un assaggio del luogo che si è lasciato alle spalle per intraprendere quella traversata: si vedono le focacce e sembra quasi di sentirne il profumo, il sapore succulento della carne e le luci che si accendono tutto intorno, fino alle urla giocose dei bambini e le stradine in cui potersi immergere tra nitriti e scalpiccii, perdendosi in quella città ormai lontana che porta il nome di Astaldo.
Da qui si ha uno stacco, in cui veniamo a conoscenza di un altro protagonista, tale Xante; chiuso tra quelle quattro mura, desideroso di carpire i segreti per cui sta studiando così tanto, lo troviamo all'opera con una delle basilari trasmutazioni che cercavano di compiere gli alchimisti, ovvero la trasmutazione dei metalli e il raggiungimento di un qualcosa di molto più fine della stessa materia di partenza. I riferimenti alla nigredo, a quel nero che è presente ovunque e che richiama così tanto il colore delle piume del corvo che lo rappresenta, sono stati particolari e studiati, simbolo che nulla sia stato lasciato al caso e che si sia fatta una buona documentazione per scrivere una storia di questo calibro.
Dopo tale scena, si ritorna su Leonnato e su Barnaba, dove si comincia anche a scorgere l'ombra del drago che, lo ammetto, mi ha ricordato Smaug. In questo racconto ci sono molti elementi tipici del fantasy classico e molti riferimenti alle due saghe scritte da Tolkien, ma non ho saputo come interpretare la cosa, se come un semplice tributo al padre del fantasy o come una voglia di inserire qualcosa di conosciuto per far sì che il lettore capisse nell'immediato che cosa stava succedendo. Quello che rivedrei è il modo in cui stacchi le scene, visto che forse avresti fatto meglio a lasciare più cose all'immaginazione del lettore seguendo solo Leonnato e Barnaba, così che si arrivasse a quell'enorme creatura tenendo conto del loro punto di vista e senza che la storia venisse così spiattellata subito davanti ad ogni stacco.
Una cosa non mi è chiara, però. Quando Xante raggiunge la rubedo, trasformandosi nella fenice tanto cara ai temi alchemici - la distruzione e la creazione, creazione che senza distruzione non può esistere e viceversa -, passa dalla nigredo alla rubedo senza passare per l'albedo oppure mi sono persa un passaggio? Poiché ho scorto i corvi, ho scorto la fenice che diventa lui stesso, ma non ho trovato riferimenti al cigno in quella determinata parte; a meno che non si tratti delle mani lisce e morbide e non più bruciate dal fuoco, perché in quel caso sarebbe un'interessante visione del bianco del cigno.
So che inoltre, magari, con l'uovo del drago non c'entra niente, ma l'inserimento dello stesso mi ha fatto proprio pensare all'altalenarsi delle parti di Xante e Leonnato, della fenice e del drago, la cui prima, depositaria dell'uovo cosmico, viene raffigurata sottoforma del grande drago che protegge proprio quest'ultimo. Forse è tutto un mio filmino mentale, ma non ho potuto fare a meno di pensare a queste rassomiglianze.

- Sintassi, stile & grammatica
A parte qualche piccole annotazioni che ti appunterò a breve, la sintassi e la grammatica erano perfette; in qualche punto ammetto che avrei alleggerito delle frasi per renderle più fluide, ma nulla a cui una lettura veloce non possa rimediare. Non posso non elogiare ancora una volta il tuo stile: non hai dato troppe spiegazioni tutte insieme e sei riuscita a disseminarle nel modo migliore, senza perderti in piccolezze inutili che avrebbero solo annoiato e senza scrivere paroloni che in un racconto come questo ci sarebbero anche potuti state se detti da un alchimista al pari di Flamel, ma che non avrebbero dato il giusto ritmo alla storia.
Ecco ciò di cui parlavo poche righe più su, comunque:

si capiva ad una prima, superficiale occhiata, che non → “si capiva, ad una prima e superficiale occhiata, che non”
imbarcato prima in un’impresa simile → Eliminerei il “prima” per evitare la ripetizione o lo sostituirei
Abazia → “Abbazia”
Voglio vedere davanti alla Creatura, se avrai ancora quel sorriso sfacciato! → “Voglio vedere se, davanti alla Creatura, avrai ancora quel sorriso sfacciato!”
Ma, in tutta risposta, → “Ma, per tutta risposta,”
finalmente, degli uomini. → “finalmente degli uomini.”
Il fango del volgo e dell’ignoranza, della mediocrità è nero → “Il fango del volgo, dell’ignoranza e della mediocrità, è nero”
La pioggia scrosciava, spense il fuocherello → “La pioggia scrosciante spense il fuocherello”
Si collocò al centro di quella caverna ad occhi chiusi e nella posa raccolta di chi è intento a pregare. → “Si collocò al centro di quella caverna, ad occhi chiusi e nella posa raccolta di chi è intento a pregare.”
di quando in quando erano eclissati dietro la palpebra sottile e traslucida ed erano → “di quando in quando, erano eclissati dietro la palpebra sottile e traslucida, ed erano”
e saliva a galla.
Fluiva.
E il suo cuore cantava
→ Puoi unirle tutte in un solo rigo
incartapecorito e si curvò, toccando → “incartapecorito, e si curvò, toccando”
Allora Xante riconobbe nel giovinetto Rebis e nei due sposi il Mercurio e lo Zolfo e lui si vestì di giallo e fu Sale, e immerse le mani nere nel proprio petto e si strinse il cuore palpitante e a lui chiese cosa fare, dove andare → “Xante riconobbe nel giovinetto Rebis e nei due sposi il Mercurio e lo Zolfo, e lui si vestì di giallo e fu Sale, immergendo le mani nere nel proprio petto; si strinse il cuore palpitante e a lui chiese cosa fare, dove andare”
un’Alchimista → “un Alchimista”
Leonnato trattenne un’esclamazione di sorpresa e Barnaba dovette fargli cenno di non fiatare quando gli cadde sott’occhio la sagoma mastodontica del Drago → “Leonnato trattenne un’esclamazione di sorpresa, e Barnaba dovette fargli cenno di non fiatare quando gli cadde sott’occhio la sagoma mastodontica del Drago”
ironizzò Barnaba e rifilò un’occhiataccia al ragazzo → “ironizzò Barnaba, e rifilò un’occhiataccia al ragazzo”
Tenne le mani bene in vista, in segno di pace e abbassò lo sguardo → “Tenne le mani bene in vista, in segno di pace, e abbassò lo sguardo”
con il dente del Drago legata → “legato”
Quindi, alla fine sei tornato vivo → “Quindi, alla fine, sei tornato vivo”

- Parere personale
Si trattava di un lavoro studiato con cura maniacale dei dettagli, con una sorta di informazione che non tutti probabilmente avrebbero fatto, ed è un vero peccato vedere come sia stata un po' snobbata per dar spazio alle solite trame trite e ritrite che vogliono arrivare sempre allo stesso punto, senza innovazioni di sorta o momenti che potrebbero restare nella mente del lettore per lungo tempo.
Per quello che vale, data la mia passione per questi argomenti, l'ho trovata piacevole dal punto di vista della chiave fantasy e, forse, avrei preferito sapere qualcosa di più dei personaggi a cui hai dato vita, magari con qualche richiamo esoterico e alchemico maggiore che avrebbe dato risalto e impreziosito un'opera dalle mille sfaccettature come questa. Hai saputo destreggiarti in un territorio simile senza cadere nel banale, dando una visione tutta tua delle cose e facendo accrescere in questo modo anche una certa curiosità.

Nuovo recensore
17/10/14, ore 22:36

Valutazione ricevuta al contest "And the winner is..." indetto da Gnrlove/JonS e Releeshahn/Aleena

PRESENTAZIONE GENERALE PER TUTTI I PARTECIPANTI AL CONTEST
Ciao! Innanzitutto volevo ringraziarti per aver partecipato al contest ed aver messo in gioco le tue doti di scrittore in erba. Dunque, come avrai visto (ripeto così, per cronaca) nel contest non è stata giudicata la parte inerente alla grammatica; quindi nel giudizio riportato di seguito potrebbero comparire dei suggerimenti riguardanti questo aspetto ma che sono irrilevanti per quanto concerne il posto in classifica e i vari premi vinti. Dunque ti lascio alla mia personale visione della storia e a quello che ho pensato leggendola. Ricorda che è la mia prima volta come giudice, quindi gradirei mi lasciassi due o tre minuti di vantaggio, prima di inseguirmi con la vanga in mano.

ASPETTI NEGATIVI DELLA TUA STORIA
La parte di Leonnato mi è sembrata troppo lenta e poco scorrevole, rispetto a quella in cui venivano narrate le vicende dell'alchimista.

ASPETTI POSITIVI DELLA TUA STORIA
Devo confessarti che il Fantasy Classico non è mai stato uno di quei generi che mi calzavano a pennello sia nella lettura che nella scrittura ma questo non mi ha impedito di apprezzare a pieno la tua storia in ogni singola sfaccettatura: mi è piaciuto il fatto che i personaggi fossero caratterizzati in una maniera sublime in ogni singolo angolo della loro personalità e psiche, e ogni aspetto emerge dalla lettura.
Un giorno di questi troverò il modo di sottrarre dalle storie che leggo il potere di descrivere anche solo un bicchiere d'acqua - aimè non sono molto dotata in questo senso - ma per mia fortuna posso godere dello splendido operato di altri, e in questo caso delle tue.
E' davvero stato un piacere leggere questa storia che per alcuni versi, come ad esempio per la descrizione del luogo, ha ricevuto sia la mia nomination che il punteggio più alto.

LE FRASI CHE SONO PIACIUTE A GNRLOVE
“Perché devi morire e scavarti dentro, gettare lo sguardo alla tua stessa lapide per poter rinascere, come la fenice. Perché sei fango, cenere, polvere… sei così piccolo nei confronti dell’Universo, eppure sei così grande, e devi solo accorgertene, prenderne coscienza e decidere del tuo destino. Devi realizzare la tua Leggenda, ovunque ti porti.” frase a mio parere bellissima, come del resto la minuziosa ricerca dei termini che l'accompagnano.

NOMINATION DATE DA GNRLOVE
Ti ho nominata per " Miglior Attore protagonista", "Miglior Fotografia".

Recensore Veterano
17/10/14, ore 21:46

Valutazione ricevuta al contest "And the winner is..." indetto da Releeshahn/Aleena e Gnrlove/JonS

Si piantò in viso un sorriso ironico e aggiunse, con vaga ironia > Ripetizione > Si piantò in viso un sorriso ironico e aggiunse, con vago divertimento
“ Il fango del volgo > un spazio randagio dopo le virgolette > “Il fango del volgo
tra le stelle.Ma devi volerlo > la "casa" dello spazio randagio di prima > tra le stelle. Ma devi volerlo
Ok, mi sono liberata delle piccole correzioni! Ora che i sento più libera, posso iniziare :D
Devo cominciare assolutamente facendoti i complimenti: le descrizioni di Astaldo non sono meno che meravigliose. Hai delineato la città con una precisione che la fa apparire quasi dipinta, tanto è nitida: una serie di immagini che non stonano né appesantiscono il racconto, ma che lo completano, mostrando il tuo mondo come un luogo di una realtà quasi innegabile. Ora, come avrai capito io sono una grande amante delle descrizioni, soprattutto per quanto riguarda luoghi e stati d'animo - e la tua storia mi ha fornito entrambi gli elementi che amo, sulla scia dei quali si dipanano le vicende di Xante e Leonnato... e di Barnaba, che è una spalla divertente e piacevole, la cui presenza alleggerisce molto il cammino del giovane verso il diventare un uomo. Mi fermo qui, a Leonnato: è il primo cittadino di Astaldo che viene conosciuto, e attraverso lui si scoprono molte cose del luogo da cui proviene - una città di tradizioni e benessere, un luogo bello e pieno di onore, in cui è la forza fisica e spirituale a fare di un uomo quello che è. C'è virtù nelle azioni di Leonnato e nella sua Astaldo, e grandi valori: egli è un eroe che si accinge a quella che per lui è una grande impresa, di quelle che cambiano la vita, e nella gioia e nel rischio il suo mondo è luminoso e perfetto. Lo seguiamo nella scalata, lo ascoltiamo parlare, sognare, e poi vediamo come da ragazzo si trasforma in uomo - cauto e soddisfatto, pieno di rispetto e timore reverenziale, grato al suo signore per quello che gli ha donato, per la sua nuova consapevolezza.
In parallelo c'è Xante e la sua Astaldo: un luogo oscuro e caldo, pesante e opprimente come le mura della Loggia - così amate, così desiderate. L'atmosfera è più cupa, la missione più spaventosa: quanto più Leonnato sale, tanto più Xante deve calarsi nel profondo di sé e ancora, seguendo il nero, allungarsi fino al limite estremo: la morte. Egli affronta un cammino che è più esoterico che eroico, inseguendo un obiettivo che non sembra avere nulla di nobile o piacevole, una via che sembra quasi condurlo al male. Eppure trionfa, e raggiunge il suo obiettivo con la stessa fatica di Leonnato, conquistando una nuova consapevolezza.
Attraverso Leonnato ci si innalza alle vette della luce e dell'eroismo, mentre con Xante ci si cala nelle tenebre calde e spaventose, nelle pieghe dell'anima e giù, fino alla nera morte. Quello che hai creato in questa storia è un parallelismo meraviglioso: la dualità delle prove, in apparenza così diverse fra loro, e degli intenti unisce i due amici in maniera profonda, facendoli progredire assieme anche se in due percorsi che non hanno nulla in comune. E questo l'ho amato.
I personaggi sono ben delineati: è facile imparare a conoscerli, a capirli e a giustificare le loro azioni e le loro scelte, alla fine: li hai tracciati in maniera perfetta - tutti, anche il caro vecchio Barnaba - e la prova è il fatto che mi sono affezionata a quel personaggio all'apparenza controverso e inquietante che è Xante in una maniera particolare - aspettavo con impazienza che le sue parti arrivassero. Leonnato è un uomo di guerra, destinato ad imprese più di braccio che di anima: non mi piace come personaggio, ma questo non vuol dire che sia mal sviluppato, anzi! Trovo che il fatto che, con poche parole, sia già possibile provare simpatia o antipatia per un personaggio voglia dire che questo è ben strutturato.
La storia è senza ombra di dubbio molto originale: hai usato il tema della "prova di passaggio d'età" sviluppandolo in maniera più classica con Leonnato e rielaborandolo in una chiave a mio parere molto più profonda con Xante. Eppure, nonostante le differenze presenti anche qui, i personaggi sono uniti dal parallelismo fra i due modi di sorgere che c’è alla fine: uno oscuro e pieno di fascino misterioso, pericoloso a suo modo; l’altro sempre pericoloso ma più nobile, più carico di sentimenti positivi. Poi l'incontro finale, sotto un cielo scuro di pioggia che bagna i volti illuminati da sorrisi sereni - e le differenze si fondono, le distanze si accorciano e Astaldo diventa una città dalle molte facce, mentre due uomini da poco sorti si ritrovano e si uniscono, procedendo insieme. Bellissimo.
Lo stile è perfetto: un po' lento in alcuni punti, ma non turba la lettura: riesci a mantenere il ritmo adeguato alla situazione e l'intreccio riesce a fondercisi alla perfezione, dando origine ad una storia che è difficile smettere di leggere, figurarsi dimenticare.
Graficamente non offri molti appigli: la tua storia è semplice e priva di immagini o note di colore, mentre il testo non giustificato dona un lieve senso di disordine. Ti consiglierei inoltre di mettere una nota a piè pagina in cui spieghi cos'è un triscele... all'inizio pensavo quasi fosse un errore di battitura :S
Per quanto riguarda strettamente il contest, oltre alla “Miglior Film”, i cui risultati puoi osservare nella classifica, e alle altre categorie comuni, ossia quelle in cui tutti i concorrenti hanno ricevuto una valutazione (Miglior Regista – per la storia più originale, Miglior Film – per la storia più bella, Miglior Sceneggiatura non originale – per la storia edita più bella e Miglior Montaggio – per la storia con lo stile migliore) da me sei stata valutata per il Miglior Attore protagonista, con Xante (credo che, arrivati a questo punto, avrai capito perché: mi è più simpatico e l'ho ritenuto un personaggio migliore, più profondo e articolato, più ricco di quell'introspezione che adoro leggere. Eppure, fra i due è stato proprio Leonnato a portare ad Astaldo il primo Oscar. Dunque, tanto di cappello per quest'ennesima conquista :D), Miglior Attore non protagonista, con Leonnato, e Miglior Fotografia – per il luogo meglio descritto, con Astaldo. Questi ultimi sono tutti rientrati in nomination e Astaldo e Leonnato hanno ricevuto perifno una statuetta. Per cui complimenti, davvero!
Hai ottenuto 2/3 punti bonus, dovuti all'assenza di personaggi femminili. Per quanto mi riguarda, ho dato alla tua storia 9/10 come valutazione globale, che tiene conto molto dell’originalità, della trama e dello sviluppo dei personaggi.
Bene, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di conoscere, leggere e recensire questa storia e ti saluto, per ora! Alla prossima!

Recensore Master
12/09/14, ore 16:46

Ciao, grazie per averci sottoposto il tuo scritto. Voglio da subito farti i complimenti per questa OS, è davvero straordinaria. Sei riuscita a catturare la mia attenzione dalla prima parola e l'hai sostenuta, senza lasciarla mai andare, fino alla fine; ho letto il tuo racconto tutto d'un fiato ed è una cosa che capita poche volte. La tua storia è perfetta sotto ogni punto di vista: non ho notato errori grammaticali o sintattici, non ho intravisto sviste di alcun tipo e hai creato davvero una storia e non una storiella così. Sei riuscita a trasformare una OS in un vero racconto, hai creato un'inizio, lo hai sviluppato sotto vari aspetti, fino a condurlo ad una fine (drago), che era proprio ciò che era richiesto dal contest a cui hai partecipato. Oltre a sviluppare la storia e darle quindi forma, hai creato dei personaggi, li hai descritti, li hai studiati e oltre a tutto questo hai anche descritto l'ambiente circostante. Potrei solo farti i complimenti e consigliarti un bel banner per completare la tua opera! Se vuoi la nostra collega Nyx è bravissima con i banner ed il tuo scritto acquisterebbe ancor più bellezza! Complimenti davvero, la tua storia finisce tra le mie ricordate. Un saluto da Shinkari dello staff di E&G EFP.

Recensore Master
12/09/14, ore 15:20

Hola, sono stata felice di poter leggere la tua one-shot perchè mi hai emozionato. Non ho trovato errori grammaticali o di coniugazione di verbi e questa ha permesso uno scorrere lineare della lettura. Nonostante la OS sia composta da poche parole, almeno rispetto ai normali capitoli, mi sono impressionata (in senso positivo) nel vedere come hai organizzato ogni parte della trama in modo tale da avere abbastanza spazio per dare un carattere ai personaggi, datare i luoghi, incuriosire il lettore e infine dare un finale senza che si avesse la sensazione che mancasse qualcosa. Brava! Da Hanna dello staff di E&G Efp.



Mi scuso per i giorni che sono passati da quanto ti ho mandat un messaggio su fb a oggi. Ma sono stata assalita dalle cose da fare.
E così, dato che la storia è importante per il banner (non ti sto dicendo niente di nuovo xD), me la sono letta con calma.
Per quanto riguarda la storia, mi è piaciuta la trama e anche il tuo stile, che scorre fino alla fine senza intoppi.
Ciò che mi ha colpito è stata la differenza e i battibecchi, non so nemmeno se è giusto chiamarli così, tra Leonnato e Barnaba ^^
Rendevano l'intera storia più vera, più viva.
Ora lavora al banner.
(Recensione modificata il 24/11/2014 - 03:20 pm)

Recensore Veterano
31/08/14, ore 12:18

Recensione premio"Petali di lacrime!"




Inizio col porti le mie scuse per la lentezza con la quale ti sto lasciando queste recensioni.

Fosse per me, avrei già finito, ma qualcuno di mia conoscenza ha deciso di cambiarmi la linea che, ora, va a passo di lumaca.





Ma tralasciamo.





Non hai idea della rabbia che mi assale in questo momento.


Ci sono storie belle come la tua, scritte bene (ci sono solo pochi errorini) che non hanno mezza recensione e altre storie scritte male, con una trama che non può definirsi tale che hanno più di 50 recensioni a capitolo TUTTE positive, il che mi pare un'eresia. Uno ha perfino consigliato la storia per le scelte del sito. A me non sembra normale.(ho appena finito di correggere suddetta storia e, fidati, avrei voluto buttarmi da un ponte per seguire l'italiano che era stato brutalmente assassinato).





Ma passiamo ad altro, dai! Non voglio ammorbarti con questa storia, solo che é ingiusto.





Il fantasy é DECISAMENTE il mio genere. Vivrei solo di Fantasy e avventura per il resto della mia vita.


Nel corso della storia, non ho potuto fare a meno di notare dei dettagli che avrebbero tranquillamente potuto far parte dell'universo Tolkien e della Terra di Mezzo. (Hey! Quando si parla di Grande Occhio e di Elfi mi viene in mente lui, beh, beh!)





La tua storia mi é piaciuta.





Il modo in cui l'hai scritta si adatta perfettamente ai toni altisonanti di quella che potrebbe tranquillamente essere una legenda.

Le descrizioni soni state molto curate e io, personalmente, le adoro.



Non ho molto da dire dato che, comunque, mi ha lasciato in uno stato un po' confusionale, I don't know why!


Mi sono piaciuti molto TUTTI i personaggi, e dico tutti, perfino l'uovo che non fa un bep niente!

Vedo se riesco a finire di lasciarti le recensioni dal cellulare, preghiamo!


A presto!

P.s. Continua così e fatti valere!

P.p.s. Ho fatto un mezzo macello con l'HTML dal telefono, sorry!(Recensione modificata il 31/08/2014 - 12:22 pm)
(Recensione modificata il 31/08/2014 - 12:26 pm)