I remake sono pratiche discubili, ma quando un soggetto è all'altezza puo' anche essere lecita la modernizzazione per tirare dentro le nuove generazioni. Niente di tutto questo riguarda il testo originale, piuttosto sono riferimenti alla recensione 2.0 che sto per scrivere. L'originale merita una ritoccatina. Le emozioni sono sempre le stesse, per cui difficilmente mi uscirà qualcosa di distante dalla prima versione. Considerando quando mi era piaciuta all'epoca, forse non è un male.
Il senso di solitudine è ancora qui. Radicato, discreto, non urlato e nonostante questo non perde un briciolo della sua intensità. L'ambientazione è perfetta per accompagnare la peregrinazione di Shion. Nonostante la Primavera sia considerata dai più un periodo gioioso, la pioggia e la decadenza che porta la guerra riesce a oscurare qualsiasi traccia di serenità. L'idea di approfondire Shion a grande distanza dalla conclusione della guerra settecentesca è vincente. Se ne parla sempre come una figura tormentata e preda della "solitudine dei sacerdoti", ma non è uno stato d'animo che si sviluppa da un momento all'altro. È il tempo a creare la sofferenza e in questo contesto storico è passato più di un secolo che ha contribuito ad aumentare il vuoto. Il senso della loro guerra, delle guerre che non li coinvolgono direttamente, il motivo per cui non si riesce a spezzare questa spirare... senza dimenticare il ricordo dei compagni caduti che oscilla tra l'indelebile e l'effetto sbiadente del tempo. Cercare una risposta per non sentire più l'angoscia, viaggiare, affidarsi agli astri o alle proprie divinità. Sempre ben presenti in tempo di guerra ma assenti quando il peggio è alle spalle. Per trovare un senso a tutto questo, basterebbe un piccolo segnale, un'illuminazione, la dimostrazione che qualcosa di buono esiste ancora
Così, anche nella situazione più impensabile, si rivela più che veritiero il luogo comunissimo che "chi cerca, trova". Altre due vite spezzate ma un piccolo miracolo a tracciare la via. Forse puo' essere un segnale, un punto di partenza per trovare una nuova motivazione e capire che la miseria, in fondo, vince solo il 94% delle volte. Più che sufficiente per cercare una ragione di vita, portare sulle spalle i desideri dei compagni caduti e trovare nuove motivazioni. Questi sono veri e propri miracoli, cose così semplici che spesso non sono considerate.
A differenza dell'altra volta, so che tutto ciò avrà risvolti un po' amari ma che in nessun modo vanno a intaccare l'attimo fatale e il sollievo dello spirito. Mi ricordo come prosegue ma non so ancora come finisce. Ci vedi qualche messaggio in codice? Io lo cercherei. In ogni caso una one shot riuscitissima, scritta in modo malinconico e privo di eccessi, eppure intensa e coinvolgente. I complimenti di allora sono i complimenti di ora. Praticamente nulla è cambiato se non un doveroso aggiornamento per lasciarsi alle spalle il passato e rinnovare il testo. Riuscirò a vincere la sfida con me stesso? Non lo so. So che sono felice, una volta tanto, di essermi ripetuto e aver raddoppiato l'apprezzamento. |