Okay, tecnicamente dovrei essere di parte a prescindere, ma fingerò di non essere la stessa Keiko della dedica e proseguo oltre.
TU hai accontentato il mio desiderio di una fiction non Frerard! (*w*)
Nei limiti del possibile, si capisce, ma io sono commessa a priori.
Detto ciò, passo con il commento serio.
Di tutto ciò di cui potevi raccontare hai toccato uno dei punti più delicati della storia della band, un periodo di transazione in cui credo chiuque di loro fosse in balia di pensieri, ricordi e scelte scomode.
La storia è realistica, i personaggi disincantanti con quell'aria adulta - nonostante i colori - che sembrano essersi incollati addosso un po' per forza e le interazioni tra loro sono perfette.
Racconti di un'amicizia che si trasforma, di un sogno alla deriva che deve (o forse no?) essere salvato, di un Frank che risulta come il solito quello saldo e con i piedi per terra mentre Gerard si aggrappa a una vita che non appartiene più a nessuno di loro.
Persino Mikey, nel suo essere l'ombra del fratello, in questo contesto ha un ruolo precisissimo e perfetto.
E' cresciuto come tutti gli altri, si stacca dalla visione di perenne "fratellino" che gli è sempre stata incollata addosso per mostrarsi più uomo persino del fratello.
Un'evoluzione che ho potuto vedere anche nelle interviste, per questo ti faccio i miei complimenti una volta in più.
Perché hai afferrato l'essenza di un "patrimonio umano" decisamente contorto, incantandomi e riuscendo a raccontare una cosa che sempre elementare invece è straziante nella sua spietata ineluttabilità: la crescita.
Come il solito poi, il tuo stile mi inchioda: è fresco, è diretto e doloroso, senza orpelli. Ha la stessa crudeltà della vita di queste band che racconti così bene, senza perderti in sentimentalismi inutili o immani sospiri e drammi.
Grazie davvero per questo fantastico regalo (;_;) (Recensione modificata il 10/02/2011 - 12:24 am) |