Ho qualche piccola grande perplessità su questo scritto che non posso fare a meno di rilevare.
Innanzitutto, mi pare che il regolamento di Efp espliciti chiaramente che qui si pubblicano storie, "niente petizioni, saggi o dediche", mi sembra sia la dicitura corretta. In questo caso, quello che hai scritto mi sembra rientrare più nella categoria "saggio acido e incavolato con pretese di riflessione", piuttosto che nella sezione "storie".
Detto questo, alcuni appnti sul lessico e sul contenuto, a mio dire davvero eccessivi.
E qui non ti sta parlando un reazionario controriformista ottuso e bigotto -almeno, non credo che mi si possa definire tale. Anch'io ritengo l'omofobia, come tutte le altre forme di chiusura mentale, qualcosa di estremamente negativo: ma, e qui sta la sostanziale differenza, credo altresì che esista sempre un limite all'odio. E questo limite deve essere ribadito con fermezza, anche qualora l'odio in questione sia semplicemente espresso a parole.
Ti confesso che quanto hai scritto ha avuto il potere di turbarmi nel profondo, e nel modo più negativo.
Ho trovato semplicemente abominevole, passami il termine (comunque troppo forte, forse), il gusto macabro e dissacrante con cui hai esplicitato il tuo pensiero; ho coltto una violenza, una crudeltà così sproporzionate, così assurde nella loro esagerata intensità, che non ho potuto fare a meno di rabbrividire, in qualche angolo profondo della mia anima.
Inoltre, ritengo che per quanto esista la più completa libertà di pensiero e credo religioso, e questo è un principio sacrosanto che non va nemmeno messo in discussione, ritengo, dicevo, che non sia possibile dire tutto ciò che si vuole. C'è un limite, accennavo prima, dato dalla decenza, dal buon senso, dalla sobrietà e dalla presa di coscienza delle libertà altrui, che non vanno in alcun modo infangate. E trovo, mi dispiace ammetterlo, che la tua riflessione abbia decisamente superato questo limite.
E' profondamente sbagliato, oserei dire, da credente, blasfemo, ma in ogni caso profondamente offensivo, definire con l'epiteto "succhia-sangue" e con altri appellattivi del genere il Dio di amore e misericordia in cui credono milioni di persone. Sul serio: su questo c'è da riflettere.
E con questo, lo specifico ulteriormente, non intendo dire che tu non possa pensarlo, che l'ateismo sia da condannare o qualcosa di consimilmente aberrante: mi limito ad evidenziare l'esagerazione espressiva e concettuale, la forza cruda delle frasi e delle parole, la cattiveria mal celata che può effettivamente risultare perturbante.
Insomma, nel ribadire che la mia è una critica formale, e che, pur dissentendo da quanto hai espresso anche a livello più sostanziale, sto solo esprimendo un parere di moderazione e sobrietà espressiva, ti consiglierei di placare un pizzico i bollenti spiriti prima di metterti alla tastiera.
willHole, che, pur sperando di non aver offeso nessuno, non può che dirsi leggermente sconvolto, porge i suoi saluti.
Piccolo edit, che ci sta, anche per moderare il mio pensiero, visto che ho tanto criticato la mancanza di moderazione del tuo. Ad esempio, è bellissimo il concetto che sta alla base di tutto, nell'introduzione: per un mondo dove l'amore possa essere amore. Ecco. Questo è scrivere: si esprimono dei concetti, anche potenti, intensi, ma senza fare delle istituzioni in cui altri credono un semplicistico capro espiatorio dei mali del mondo. Quindi, per concludere il mio pensiero, benissimo all'idea, che spero verrà sviluppata in futuro con più calma, e più attenzione e cura per la sobrietà dell'espressione. Ritengo che, viste le indubbie doti stilistiche di cui hai dato prova anche in questo pezzo, se tu orientassi queste qualità a descrivere qualcosa di bello e alto, anziché di orrido e malefico... bè, sarebbe un bel passo avanti. Ma questo, forse, è solo la mia idea, che esula un bel pò dalla sfera del commento al tuo testo. Per cui mi taccio.
willHole
(Recensione modificata il 14/02/2011 - 10:53 pm) |
