(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Quando un uomo piange rappresenta a mio avviso una fanfiction interessante sotto diversi profili, tant’è che la mia scelta di proporla in questo spazio prescinde del tutto dalla circostanza contenga una dedica al mio indirizzo. Al contempo ritengo pure come quella dedica rappresenti una delle ragioni per cui questa storia merita attenzione ed una qualche riflessione.
Con la consueta correttezza e la gentilezza che la connatura, nei fatti, Keiko-chan introduce questa sua pagina parlando di una mia fanfiction, di un personaggio in particolare e dell’influenza che la mia caratterizzazione avrebbe poi esercitato sulle sue scelte e soluzioni narrative. Trovo questo suo inciso ben diverso da una captatio benevolentiae qualunque o dal tentativo di eludere eventuali accuse di plagio - perché ci sono autori che, insensibili al ridicolo, scrivono a chiare lettere di aver attinto all’ispirazione altrui -, quanto piuttosto la dimostrazione fattiva che i tributi esistono e possono condurre a pagine non solo estremamente godibili, ma particolarmente originali.
L’unico punto di contatto, credo, che un lettore de “Il dolore perfetto" potrebbe trovare tra quest’opera e "Quando un uomo piange”, è forse nel protagonista di entrambe e nella scelta di improntare la narrazione su di un gioco di interni psicologici: ma non c’è nulla, nella trama, nella lingua, finanche nel carattere a duplicare il già visto o il già letto in modo pedissequo. Keiko-chan, prima di tutto, non scrive un A/U, ma parla di una storia d’amore dalle radici antiche: una storia che cresce e si conserva, come crescono e cambiano i protagonisti. Accanto ad un Draco costretto forzosamente a maturare dagli eventi, c’è il delicato eppure deciso profilo di Pansy Parkinson: una ragazza che non cede, che si concede qualche stoccata più dura, ma alla fine decide di amare. Una ragazza - e qui c’è una citazione estremamente elegante che Keiko tributa a “Il dolore perfetto”, ma proprio perché elegante non la si scopre facilmente e non è grossolanamente evidente - di cui viene descritto con abile tratto l’ambiente familiare, recuperato nei lineamenti del suo volto, nella curva del naso, nella bombatura di una fronte classica, che segue il canone rowlinghiano, ma lo ingentilisce oltre l’originale vena caricaturale.
Il grande protagonista è tuttavia Draco: un Draco che non scimmiotta, nondimeno, il mio. E’ più cinico e più duro. Più uomo nel nascondere le proprie debolezze, eppure umano nel lasciarle infine fluire. Non è un eroe, ma nel suo essere squisitamente Malfoy non è neppure un perdente.
Splendida, umanissima e vibrante, una scena d’amore chiude l’ideale sipario della tragedia e lo apre ad una nuova speranza che fluisce oltre la pagina, pronta ad essere colta ed interpretata.
Un’ottima prova d’autrice, dunque, una bella pagina da leggere e la dimostrazione virtuosa di come sia buono e giusto lasciarsi ispirare, purché ci sia molto genio personale nel rielaborare e gestire le suggestioni. |