La FanFiction è oggettivamente bella, piena di emozioni tanto vive che sono quasi palpabili. Il problema è che, mentre la prima parte è scritta bene [ad eccezione di pochi errori di sintassi, di cui tengo a sottolineare "Quella domanda mi sta ronzando in testa da quando il mio consorte me l'aveva porta"; "ha porta", non "aveva", perché Hiromi parla al presente, non al passato]... La seconda, non offenderti, ma è un disastro.
Il linguaggio è meraviglioso, pieno di metafore stupende, molto originale, lo definirei perfino barocco, ma non è un linguaggio da bambina. All'inizio ho pensato "può darsi che parli da grande, in un finale alternativo, oppure anche da morta, in fondo sarebbe originale", ma quando sono arrivata alla conclusione sono rimasta a bocca aperta, scoprendo che stava parlando proprio la Mariko che vediamo nella serie. Già è strano che una bambina normale parli in modo così complesso, ma per una bambina che ha vissuto soltanto rinchiusa in una cella è ancora più strano: basti guardare Nana, che ignora completamente cosa sia davvero il mondo; e dire che lei è pure più grande di Mariko, in teoria avrebbe dovuto imparare più cose. Mi risulta difficile credere che una bambina come lei sappia cos'è il Q.I., che cosa siano gli animali [e che arrivi addirittura a chiamarle "fiere"!], cosa voglia dire "autolesionismo", dubito perfino che sappia cosa sia una pianta e che esista un termine come "pigolare", senza dimenticare che fatico a credere che si renda davvero conto dello scorrere del tempo in modo tanto preciso! Senza dimenticare che usa addirittura parole come feto, psicologia, captare, utero... Per non parlare del fatto che sa perfino cosa sia un fiore, come nasca un bruco [e che narri anche lì il processo con parole ben poco adatte ad una bambina] e quali siano i cinque sensi, lei, che è stata rinchiusa dalla nascita in quella cella di contenimento. Oltretutto, usi per tutto il tempo il passato remoto, ma, visto che Mariko sta facendo un passo indietro mentre la sua presunta madre la prende tra le braccia, sarebbe più corretto il passato prossimo, almeno mentre parla della liberazione dalla sua prigione.
Ho cercato di elencare tutte le cose che oggettivamente non andavano perché, se avessi messo anche quelle soggettive... Temo non avremmo più finito.
Non voglio mettere la recensione come critica perché la storia ha sicuramente un contenuto di sentimenti che ti rimane impresso nel cuore, però... Beh, davvero, poco credibile. Ti consiglio di rivederla, e di far crescere un po' la Mariko che racconta.
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