"Non mi piace, non mi piace, ho paura, ho paura.
Ariana si appallottola su se stessa come un gatto, gli occhi chiusi, il corpo scosso da un brivido ad ogni tuono.
Non mi piace, Abe, Abe, dove sei? Non mi piace, ho paura."
Mi sono sentita come una bambina piccola e impaurita, che aspetta qualcuno che la consoli, che la tranquillizzi. E' una scena perfettamente riuscita, la piccola Ariana sembra più vera che mai. E' veramente realistico immaginarla camminare per casa, magari a piedini nudi, alla ricerca di qualcuno che sia in grado di calmarla.
Gellert, poi, è così.... *-*
Sei riuscita a far trasparire il suo lato più umano, più dolce, nei confronti di quella bimba troppo fragile: bellissimo il momento in cui la stringe e avverte la sua debolezza.
Quando, poi, la piccola prova a dire il nome di lui... stavo per piangere, giuro: una tenerezza infinita, una tenerezza che - si vede - colpisce anche Gellert stesso.
Il finale è assolutamente divino.
Devi avere più fiducia in quello che scrivi, donna. Questa è una delle più belle in assoluto, va nelle preferite all'istante.
Bravissima :*
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