Recensioni per
Il gatto in un appartamento vuoto
di Lady Antares Degona Lienan

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
11/09/11, ore 11:27

Bellissima storia, ricca di immagini affascinanti, e scritta con uno stile molto bello, a parer mio, dal momento che inserisci spesso flashback, ed è un continuo passaggio dal presente/passato/futuro. Anche se devo dire che ancora non mi sono chiare l'inizio e la fine, e non riesco bene a identificare il narratore. Nonostante questo, mi è piaciuta molto, quindi bravissima e complimenti (:

Recensore Master
03/06/11, ore 15:23

Non ci sono incertezze nè sbavature in quello che hai scritto. Mi lascia solo un po' perplesso la scelta grafica ma sono sicuro avesse motivazioni valide. Per il resto forma e contenuto si intrecciano bene e la lettura è piacevole. Complimenti.

marco

Recensore Veterano
20/03/11, ore 10:49

Ulissae mi portò qui. Ho un fascino per l'Europa dell'est che mi ha appiccicato alla storia da quando ho sentito il nome della protagonista. Si sente la tua fretta di finire in quattro pagine, eppure la storia non sembra mia "tirata via", nonostante tu preferisca il raccontato per la maggior parte del tempo. Ottima la miscela tra la figlia selvatica di una famiglia decaduta e la poetessa combattiva. Non la conoscevo, ma se il personaggio non fittizio ha la carica del tuo, le sue poesie saranno bellissime.Complimenti!

Recensore Veterano
20/03/11, ore 00:00

La costruzione della storia, il modo di "porgerla" al lettore,  mi ha lasciata un po' smarrita, ma non in maniera negativa. Leokadia mi piace, e guarda che non è facile che io mi affezioni a gente dal piglio di sfida, un po' arrogante, per mascherare una fragilità, come lei. Ma lei mi piace. Mi piace il suo fingersi il nonno, per cercare una relazione con la nonna. Mi piace la sua interazione con Wislawa, il loro scendere nel tombino che è quasi l'esplorare un mondo segreto che è soltanto loro. (tra l'altro mi hai incuriosita e penso che approfondirò la figura di questa poetessa.) Sapevo come sarebbe finita, la storia, e pur sapendolo... Beh, mi è dispiaciuto particolarmente.

Recensore Master
19/03/11, ore 16:26

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
La biografia incredibile di una ragazza incredibile: un piccolo capolavoro che non si vede l'ora di finire per poi rileggero da capo, una, due, tre volte, perchè ammalia.

Mi ha tolto il fiato questa storia, tanto l'ho letta di corsa. Come ho iniziato a leggerla, infatti, ho subito desiderato sapere come sarebbe andata a finire, cosa sarebbe successo al personaggio di Leokadia, in che circostanze sarebbe morta.
Dal punto di vista stilistico la storia è perfetta: ogni parola accende il desiderio di conoscere quella che seguirà. Sì, le parole in questa storia ammaliano tanto quanto lo fa la protagonista con la sua bombetta, il suo modo di comportarsi e di parlare. Una vita senza dubbio interessante la sua.
Sprazzi di ironia si alternano in modo sapiente alla malinconia (e alla durezza) degli eventi: non ci sono eccessi nè da un lato nè dall'altro: la storia è equilibrata e incanta appunto per questo.
Complimenti per aver creato questo piccolo capolavoro.
Cla
(Recensione modificata il 19/03/2011 - 04:27 pm)

Recensore Veterano
19/03/11, ore 15:37

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
La storia è scritta in modo del tutto privo di sbavature, sia a livello di grammatica sia a livello stilistico. Alcune frasi forse meno felici si rivelano, però, funzionali al simbolismo ed alla creazione dell'ambientazione.
La capacità di fare riferimento ai versi della Szymborska si rivela a livello narrativo del tutto pregnante; l'intera storia rende lo spirito della poesia del nobel polacco e, inoltre, l'autrice dimostra compresa e rielaborata in modo totalmente originale.

Recensore Master
19/03/11, ore 14:12

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ho conosciuto l'autrice attraverso un'altra sua storia che ho dovuto giudicare, e mi ero accorta già in passato quanto fosse brava e intelligente nello scrivere. Questa storia, però, ne è stata l'ulteriore conferma.
L'inizio è un inizio che ingolosisce, non si riesce a capire cosa stia succedendo, perché la protagonista sia sotto interrogatorio, se le sue parole sono vere. E perché c'è un televisore? Perché all'improvviso tutto si spegne per poi riaccendersi in una narrazione più precisa e intima?
La creazione del personaggio di Leokadia è stata fatta magistralmente: non solo viene narrata da un punto di vista fisico in un modo particolare e originale (gli occhi così piatti, i capelli che cadono sul suo viso in modo amorfo, dando una pessima impressione), ma anche attraverso i suoi gesti e le sue azioni.
La sua immobilità e all'improvviso lo sbocciare, il correre, e il cercare Marie Curie.
Leokadia non è un personaggio positivo: è una bambina che inquieta i vicini, che è rimasta immobile per anni e che ha una repulsione per i libri. Una repulsione che lei stessa vorrebbe combattere, poiché è affascinata dall'idea del sapere, della conoscenza.
Quando l'occasione capita non se la fa sfuggire. Prendendo il mano il suo egoismo inizia a fingersi suo nonno e a sfruttare la labile memoria della nonna, che inizia a leggere per lei.
L'autrice è stata bravissima nel narrare questa storia tinta di colori un po' cupi e tristi, soffocanti, ma che ben si abbinano con la Varsavia in cui vive.
Il titolo, poi, sembra perfetto per la storia: Leokadia è un gatto, che vive in una casa vuota. È un gatto che, indipendente, vaga, senza meta, tornando di tanto intanto dalla poetessa che la nutre di conoscenza e di storie.
Non solo la protagonista, questa ragazza che sembra non essere mai vissuta, ma tutti i personaggi sembrano portare al loro interno un piccolo diamante brillante, che affascina e incuriosisce.
Tutto questo, per di più, scritto in modo magnifico, con un ottimo italiano.
Sinceramente consigliata per essere inserita nelle scelte.

Recensore Veterano
19/03/11, ore 12:33

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Un sapiente ritratto di Leokadia, che aveva paura dei libri
ma era innamorata delle storie che custodivano (grande metafora della sua nonvita)


L’indecifrabilità di Leokadia Wójcik, col suo particolare modo di porsi e di interloquire, tende ad ammaliare il lettore. Sicuramente non è stato facile gestire una protagonista come lei, perché se non si scelgono le parole giuste per raccontarla, si rischia di appiattire tutta la consistenza di cui è dotata. Ogni descrizione è un’analisi breve ma pratica, fatta di piccoli dettagli che si rivelano funzionali in vista di un effetto. Infatti, c’è comunque molto poco lasciato all’immaginazione, perché ogni scena è suggestiva e fedele.
Si nota subito anche la nitidezza espressiva, le immagini tendono a descrivere principalmente spazi (più interni che esterni) notturni o fiocamente illuminati.
La fanwriter, inoltre, sembra quasi compiacersi nel delineare i lati caratteriali di persone estremamente fuori dal comune.
Leokadia si muove in un’atmosfera di incertezza riguardo alla propria identità e al senso stesso della propria vita, al contrario di quanto in apparenza voglia sembrare. Arriva anche a fingersi il nonno morto per rubare avidamente, ogni sera, le storie di nonna Roksana. E c’è ben poco di altruistico in questo gesto: continua a fingersi Ludwik non certamente per evitare un dispiacere alla sua babcia che soffre di alzheimer.
Anche il personaggio esaurientemente tratteggiato di Wislawa è degno di essere menzionato, e sembra che sia stato creato proprio in funzione della crescita di Leokadia, quindi strettamente legato alla protagonista più che a un disegno autonomo.
Grazie a un registro all’apparenza poco ricercato e che spesso si rifà elegantemente ai modi del parlato, la narrazione è estremamente verosimile. Inoltre alla velata ironia si intervalla regolarmente anche una malinconia sommessa, per tenere in equilibrio il tono.

Tutti i punti del giudizio hanno raggiunto la valutazione piena, in particolare per l’originalità della trama che ha una struttura ad anello, e per l’elaborazione del genere biografico. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, è importante sottolineare che sullo sfondo della biografia sia emerso con prepotenza e realismo anche il momento storico-sociale che Varsavia viveva.
Nel complesso è un’eccellente storia grazie anche allo stile ormai consapevole, pulito e diretto.