Recensioni per
All'orizzonte
di willHole

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 19
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/08/12, ore 16:13
Cap. 11:

Ho ripensato a questa poesia ieri pomeriggio mentre estraevo patate dal terreno. Sebbene l'abbia letta più e più volte non mi sono mai fermato per recensirla. Tuttavia questo attaccamento al terreno che ho esperito me l'ha fatta tornare alla mente ed ora sono qui a scriverti.
Mi lasciano sempre dubbioso i tuoi scritti. Non mi capacito che in loro ci sia molto più di quel che appare da una prima lettura. Sembrano sempre ingenui, colorati e fanciulleschi; come se tu volessi edulcorare qualsiasi aspetto, anche quelli sconvenienti o ingiusti, della realtà. È un punto di vista che non so cogliere ed è uno dei miei più grandi difetti. Capisci? Persino la rima dolore/amore che sarebbe solitamente banale, con te risulta semplicemente calzante e pregna di significato, e mi ricorda un po' Saba. Quel "lapilli ed epilli" è poi magistrale, d'un eccelsa musicalità.
Continua a farci fantasticare nel tuo meravigliato mondo, willHole. Tutti ne abbiamo davvero bisogno.

Recensore Master
06/07/12, ore 11:16
Cap. 12:

Ho letto questa poesia appena l'hai pubblicata, ma non l'ho commentata subito, diciamo che non era il momento giusto.
Ieri sera è stata una sera splendida, mi sentivo piena di parole e potevo comunicarla anche a qualcuno e questo mi rendeva estremamente serena e in pace con tutto. Per questo ho ripensato alle tue poesie e mi sono ricordata che ne avevo lasciata una senza recensione e che dovevo rimediare.
La prima cosa a cui ho pensato leggendo la poesia è stata la prima delle bucoliche, quella tra Titiro e Melibeo, quando Melibeo ricorda all'amico che lui potrà ancora giacere sotto gli alberi ed insegnare all'amata a suonare il flauto (una cosa del genere, insomma!). E io amo Virgilio.
Mi è piaciuta questa poesia per la sua semplicità, di forma e di contenuto. Una scena luminosa, magari al tramonto, di un amore splendente e giovane, con questa melodia stonata e composta da poche note. Come un sentimento che non si riesce a spiegare ma che si può solo cercare di imitare. Ecco, questo è quello che mi comunica questa poesia: una sentimento difficile e complesso che non può essere racchiuso in note, movimenti, sguardi, che sovrasta ed affoga e che affogando restituisce il respiro. Quest'idea dell'affogare me la danno tutti gli enjambements, versi che si rincorrono nella foga del godere tutto e tutto subito. Ecco cosa mi ricorda, non riuscivo a farmelo venire in mente!! Edgard Lee Masters, l'Antologia di Spoon River! E io amo anche lui. Con quelle frasi semplici ma cariche, armoniose, perfette, assolutamente perfette. Trovo molto simile allo stile di Masters anche il finale, sintetico e riassuntivo. Questo, devo ammetterlo, non mi è piaciuto molto, ma mi suona indispensabile, come se la poesia non fosse la stessa se venisse cambiato.
Complimenti, insomma, credo che in questo momento questa potrebbe essere una delle poesie che mi è piaciuta di più. Perchè non invade il cuore di sentimenti, ma si adagia leggera nella mente e sonnecchia piano piano, rilasciando lentamente pura serenità.

Recensore Master
18/02/12, ore 11:54
Cap. 11:

Dunque.
Tu lo sai già quanto io ti ammiri, perchè credo di avertelo fatto capire dai miei commenti alle altre poesie. Però. Ogni poesia che scrivi aggiunge ammirazione nei miei occhi e mi spinge a dirmi "Dio mio, quanto è bravo".
Tu sei un poeta, a tutti gli effetti. E di solito quando si dice questo, si intende "hai un animo sensibile, crei immagini particolari". Sì, certo, ma non è tutto. Un poeta deve saper sfruttare le parole che conosce e che ha a disposizione in maniera nuova, in maniera creativa. Un poeta, con le parole, deve disegnare immagini e fare rumori e muovere emozioni. E tu sai farlo.
Ora.
Tu scrivi "incanto" affianco a "nero" e, nella riga dopo, "urlo" e "nerastro", sfati l'incanto, insomma, ma non solo: li metti in chiasmo e mi sembra addirittura che l'incanto diventi urlo e che l'urlo sia l'incanto della montagna, la sua magia, la sua forza. Ma no, no! E' debolezza, perchè è "un fumo denso di pianto". L'incanto è completamente stravolto, calpestato, distrutto e rimane solo il pianto, che è denso, quasi copioso, fitto, irrefrenabile.
E poi: "erutta se stessa, carne / rocciosa, sfibrata, sconnessa". Devo trovare le parole per dire quanto mi piace. E' un suicidio, quaso, e in effetti lo dici anche tu, dopo. Come se la Terra potesse farsi sentire solo tramite il suo dolore, come se altrimenti nessuno la ascoltasse. E questo è un tema che mi sta molto a cuore, è una cosa a cui penso perennemente, alla nostra Terra martoriata, maltrattata, assassinata. E insomma, la Terra si sacrifica, sacrifica la sua "carne rocciosa", immagine splendida, per di più in enjambement, per farsi sentire.
E poi riprendi le parole dei primi versi e l'urlo diventa "urlo suicida", il pianto diventa "pianto di fuoco".
"Lapilli ed epilli lamentano il male". Oddio. Giuro, quando l'ho letto sono rimasta ad occhi aperti. Prima mi dici che la roccia è carne e poi mi dici che i lapilli hanno storie, ma che storie, interi poemi epici da raccontare? Mi sciogli il cuore, te lo dico.
Infine, gli ultimi due versi che sono una sintesi, ma che specificano anche il sentimento della "madre": lei ci ama. E si infligge ferite proprio perchè ci ama e noi non la amiamo abbastanza, non abbastanza da ascoltarla. Poi quell'allitterazione di "D"... Si vede che curi le tue poesie, che scegli le parole, che le ami, ecco, che ami le tue parole tanto da volerle usare nel modo più giusto possibile.
Inutile dire quanto mi sia piaciuta questa poesia, inutile. Credo si sia capito. Se ci fosse una sezione "Super preferiti", questa raccolta ci entrerebbe subito.
Complimenti.


Recensore Master
25/12/11, ore 19:48
Cap. 10:

Quando ho visto che avevi inserito una nuova poesia nella raccolta ho esclamato ad alta voce "Oh!", che significava contemporaneamente sorpresa, emozine, una cosa come "finalmente ha pubblicato" e "che bello, finalmente posso leggere qualcosa di interessante dopo questa giornata stressante (sì, il Natale è principalmente stressante per me!)
Dunque. In questa poesia mi ricordi un po' Saba, ma in generale tutta la poesia italiana dell'Ottocento/Novecento. C'è la semplicità di una sensazione complessa, ovvero c'è la descrizione di quello che tu senti, e non un'analisi metafisica e metaforica, che avrebbe appesantito il tutto.
La parte che mi piace di più, proprio per questo, è la fine, L'inizio stento a capirlo, perchè non so chi se ne sia andato e di conseguenza non capisco se il cercare sotto il comodino sia una metafora o meno. I primi cinque versi proprio non li capisco.
I due versi successivi mi piacciono, perchè riesci a capirli solo se leggi anche i quattro che li seguono, altrimenti rimangono lì e assumono un significato fin troppo generale. Per questo mi piacciono, perchè legano bene.
Gli ultimi quattro versi, invece, sono quelli che mi piacciono di più, ad escusione di quello nell'inciso, che potrebbe comunicare molto di più di quanto non faccia, solo che, messo lì, non ha abbastanza rilievo. Mi piacciono perchè, appunto, è in questi versi che trovo la semplicità che mi affascina, che dice l'essenziale.
E' una semplicità che io paragonerei al pane: fondamentale e genuino. Capisci quello che intendo? Io adoro le poesie semplici.
(Recensione modificata il 25/12/2011 - 07:49 pm)

Recensore Master
08/11/11, ore 16:47

Oh. Sto sorridendo tantissimo, con un sorriso davvero grande rispetto al mio solito.
Io, una delle peggiori pessimiste esistenti al mondo, che si veste di ottimismo per sopravvivere, ma che proprio non ce la fa a vedere prima il lato positivo di una cosa; io sto sorridendo grazie a queste tue radiose parole.
La vita l'ho sempre immaginata come un nulla in mezzo all'universo nero, rigorosamente nero ed enorme, freddo. Da piccola mi perdevo ad immaginare come sarebbe stata la vita senza essere mai nati (bambina problematica) e vedevo corpi rannicchiati su se stessi; corpi incorporei, un po' stile inferno dantesco, che cercavano contatto per avere calore, ma che non riuscivano a raggiungersi. Questa era la vita senza essere nati, per me, e questo, anche se in maniera molto drammatizzata e metaforica, è ancora quello che penso sia la vita. Solitudine e freddo, con qualche schizzo di luce, con qualche affetto, certamente, ma, in sostanza, solitudine.
E invece tu mi dici che non è così. Mi sorridi e mi dici "No, la vita è un liquido calore" ed io mi immagino l'oro colato, il miele dolce, un olio lenitivo di tutti i dolori; e mi dici che sì, siamo come pulviscolo effimero, ma siamo nella luce, quasi siamo la luce stessa e sì, siamo smarriti e sospesi, ma nel sole. Pausa. Pausa di contemplazione. Come diceva la mia vecchia professoressa d'arte, che prima di parlare di Giotto si sedeva alla cattedra, ci faceva tacere e diceva: "Suspense, momento di raccoglimento". Ecco, questo. Siamo smarriti nel sole? Io quasi applaudirei. E' non bello, non fantastico, non niente. E' solo grande, una grandissima emozione che non so spiegare, perchè l'hai spiegata già tu. Perchè si può solo spiegare con quelle parole. E in più è un sole futuro, cioè c'è speranza, cioè la vita ci sarà, non rimarremo sempre corpi rannicchiati e freddi. Concludi e mi dici che eternamente noi siamo. Ed al centro c'è quel noi che è il pronome che io preferisco in assoluto, perchè ci comprende tutti, ci chiama tutti in ballo.
Sono sbalordita. Tu sì, tu sì che sai scrivere poesie. Belle, infinitamente belle, ma prima di tutto poesie.
(Recensione modificata il 18/02/2012 - 11:55 am)

Recensore Master
08/11/11, ore 16:32
Cap. 6:

Ecco. Ecco. La magia di un attimo, la bellezza splendida e fugace di un'emozione.
Credo che tutti abbiano visto un arcobaleno nella loro vita. Ma io non so quante persone siano davvero riuscite a capire qual era l'emozione che le ha pervase nell'osservarlo. Credo veramente poche. E credo che ancora meno persone siano state capaci di scriverlo, scriverlo nero su bianco, usando le parole di tutti i giorni, le parole che usiamo per descrivere la nostra vita quotidiana, facendo provare al lettore la stessa emozione. Ho visto l'arcobaleno, leggendo questa poesia. L'ho visto prima ancora di capire che si trattasse di un arcobaleno. E ho capito qual è l'emozione che provo quando lo vedo.
Questa è una poesia, questo è quello che una poesia dovrebbe essere prima di tutto: trasmettere una visione del mondo, trasmettere il mondo stesso.
E' così fresca, questa poesia, è così leggera, ha l'odore dell'acqua, dell'aria. Sì, forse ha l'odore dell'arcobaleno.

Recensore Master
08/11/11, ore 16:15

Vorrei iniziare questa recensione senza dire le solite cose, tipo che la poesia mi è piaciuta molto, che è bellissima eccetera. Io amo la poesia, in generale. Amo le parole. Amo il ritmo. Amo tutto della poesia. E quando riesco a trovarne una che veramente, veramente, riesca a piacermi, a ricordarmi perchè amo la poesia, allora sono felice. Sì, esatto, sono felice. Mi rallegra la giornata. E la poesia non se ne va, non se ne andrà mai dal mio cuore.
Ecco, questa poesia mi ha resa felice, perchè mi ha dato gran parte di quello che una poesia può dare. Mi ha dato il ritmo, un ritmo spezzato, enjambement e quant'altro. Mi ha dato le parole, delle splendide parole, che vanno dal "cadente" al "candido" (nel giro di due versi!), da "fragile" ad "eterno" e che mi fanno riflettere, mi spingono a voler analizzare la poesia, oltre che a leggerla e basta. Mi ha dato l'emozione, che non sarà completamente diversa per ogni lettore, perchè è perfettamente chiaro quello che volevi dire e la mente, anche se non sembra, capisce. La poesia può arrivare ovunque, se usata davvero bene. Mi ha dato il fastidio di un mormorio, che è antico quindi quasi solenne, ma eterno, quindi stanco, malinconico, solo. E non è più solo un mormorio e non è più fastidio, c'è una storia intera, dietro a quel suono. Mi ha dato il brivido di un sussurro (che bella parola!) in cui si smarrisce il nome, il mio nome, non quello di qualcun altro, non il nome delle cose, no, il mio nome. Smarrisco tutto, in quel sussurro, perchè? Questo lo sai tu, lo so io, lo sanno tutti, ma nessuno lo dice ed è stupendo. Smarriamo insieme il nostro nome, in un sussurro, cadenzato dalla pioggia (che poi io ami la pioggia è una fortuita coincidenza). Ma rido! Smarrisco il mio nome e smarrisco me stesso, ma rido! E' meraviglioso, davvero meraviglioso!
Ora posso dirlo: ho amato questa poesia.

Recensore Junior
05/11/11, ore 12:21

Sapevo che avevo fatto bene a inserire questa raccolta nei miei preferiti. Sapevo che, il giorno giusto al momento giusto sarei tornata con le parole adatte ad esprimere un parere opportuno.
E non ho avuto bisogno di andare avanti (credo che lo farò, non oggi), perché già da questa prima, piccola poesia ho trovato quello che stavo cercando. Così semplice e innocua, cela in sé semi portentosi d'immaginazione. Mi ha colpito la chiarezza, la nitidezza con cui sai far apparire le tue immagini. Sbatto le palpebre e sono lì, col naso all'insù, rabbrividendo alla brezza del tuo bosco di sogno, sentendo fra le tue parole il fruscio di foglia su foglia.
E' stato un po' (non volermene) come rivivere la prima volta che lessi La Pioggia nel Pineto [uno dei non molti componimenti di D.A. che amo, ma quello lo amo incondizionatamente], sentirsi circondati dalla foresta, sentirla bisbigliare, venir abbagliati dai suoi colori [altra licenza: quando leggo 'dipinta' immagino ogni tronco ed ogni foglia rifulgenti di arabeschi variopinti, come un bosco di sogno, appunto], e venir conquistati dalla sua maestosità tranquilla...
Particolarmente prolifico per la mia immaginazione è stato il passaggio 'e le alte radici nodose/ e i sottili rami intricati.' Questo invece mi ha riportato a dei disegni di Dorè...
No, non posso tergiversare. Il finale mi ha rapito del tutto. perché nella sua innocenza ha toccato un punto prezioso.
E sono solo-
e sono solo-
continuo a ripeterlo. Tutto questo, tutti i nostri sogni e le immagini e il nostro spirito tutto è solo una manciata di carta sporca, solo fogli e parole [e in mezzo non ho potuto far a meno di metterci anche il gioco fogli/foglie, sebbene tu non lo abbia esplicitato, per me è stato un passaggio automatico] ma
è tutto ciò che abbiamo. Tutto ciò che serve, per nutrirci e far da nutrimento a questo terribile, stupendo sogno d'inchiostro.
Ecco. Lo sapevo. Sono stata prolissa, esagerata e inopportunamente interpretativa. Perdonami, ma non riesco a impicciare commenti molto più razionali di così. Ma adoro questo tuo minuscolo, delicatissimo, fertilissimo brandello di foresta. Punto. Complimenti sinceri. E grazie.
M_E_M

Nuovo recensore
03/10/11, ore 15:33

Ogni parola divora la successiva in un susseguirsi d'immagini nuove, delicate. Un sogno indefinito che scivola nel silenzio della natura, che si dipinge da solo in una sua arte, che si scrive da solo in una sua poesia. La dimensione reale si fonde con quella fantastica, del desiderio, forse nell'utopia.
Molto bella, complimenti.
Yuki

Nuovo recensore
22/06/11, ore 19:04
Cap. 7:

Ciao! Questa poesie è davvvr bellissima! *^* Grazie per la recnsione che mi hai fatto alla fanfiction. Sono le mie prime fanfiction che pubblico e le ho scritte con  molto impegno quindi un po' mi è dispiaciuto quando me l'hai bocciata, ma sono qui anche per imparare quindi prenderò esempio da te e voglio inoltre provare anch'io a scrivere una poesiola *^* Se volessi qualche consiglio potrei chiedere a te? ^^

Baci
Francikikka98 :)

Recensore Junior
12/06/11, ore 23:55
Cap. 6:

Vedi, Will, quando parlo della fresca novità della tua scrittura, intendo proprio poesie come questa. Sai soffermarti su alcuni dettagli che poi elabori e trasformi e impreziosisci in vivaci immagini inaspettate. È sorprendete il lavoro di reinterpretazione che riesci a fare su semplici oggetti, comportamenti o personaggi. E se mi permetti di definire questo tuo stile che mi è tanto caro, gli darò il nome di "impressionistica ingenuità": un'ingenuità un po' naif con una profonda carica impressiva.

Recensore Veterano
16/05/11, ore 20:39

Sono sinceramente ammirato, il sogno d'inchiostro è una delle metafore più originali e belle che abbia mai letto, l'ho amata immediatamente.

Complimenti CC

Nuovo recensore
13/04/11, ore 20:23
Cap. 3:

Questa mi piace semplicemente per le immagini che hai utilizzato, per la musicalità ed il tono carezzevole dei versi. Ti rinnovo i saluti ed i complimenti, Tristano

Nuovo recensore
13/04/11, ore 20:17

Qui il tema è poco originale, ma mi piace il modo in cui lo hai sviluppato e soprattutto le immagini che hai usato per descrivere la pioggia. A volte ci si sente persi ad osservare una cosa così immensa che ci rovescia così minuscoli frammenti, vero? Basta, davanti a queste parole bisognerebbe stare in silenzio e non dire neanche una parola, solo: poesia :)

Nuovo recensore
13/04/11, ore 20:12

Ciao, ho iniziato a leggere questa tua raccolta e sono rimasto colpito da questa prima poesia. La prima immagine che mi è venuta in mente è stata quella di me davanti ad un quadro (tipo quelli da musei, cioè quelli famosi che tutti conoscono, inutile fare nomi, inutile dire luoghi). Sarà colpa sicuro dei versi "E sono solo i tronchi/di corteccia dipinta". Il punto è che mi sembra di essere, leggendo questa tua poesia, come un osservatore che ammira incredulo il dispiegarsi da sinistra a destra di un quadro che hai dipinto. Un quadro che nella mia testa vede questo bosco magico, questo "sogno d’inchiostro". La cosa meravigliosa è questa doppia dimensione del "bosco di sogno" e del "sogno d'inchiostro", cioè come del luogo dell'immaginazione e della penna che sogna di rappresentarla e, infine, il lettore, che si trova come uno spettatore meravigliato e perso in questa magia. Complimenti, bella. Saluti, Tristano.

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