Recensioni per
Una casa fatta di due stanze
di Ninfea Blu

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
06/08/11, ore 15:36

Eccomi anch'io....Questo scritto è bellissimo, e ha risvegliato in me tanti ricordi. Per prima, la casa della mia nonn materna, dove io ho imparato a parlare, a cammminare, a scrivere e a farmi le mie prime piccolissime opinioni sul mondo circostante. E poi la casa delle vacanze in Maremma, dove trascorrevo le estati circondata da nonni, cugini, zii e che per me è rimasta qualcosa di molto simile al "posto delle favole", il luogo dell'infanzia e dell'estate per eccellenza...E' delicatissimo, questo ritratto che emerge dalle tue parole, tratteggiato a tinte sfumate eppure vivissime come se tu lo avessi dipinto  su una tela....regalacene altri, ti prego. E' una gioia per il cuore e per l'anima poterli leggere...
Con affetto
Livia

Recensore Master
02/04/11, ore 12:29

Cara Ninfea, scusa se non ho commentato prima questo bellissimo brano, ma... facevo fatica a scrivere qualcosa. Questo tuo personale racconto ha risvegliato in me tanti ricordi del mio passato.
Anch'io come te ho nel cuore una casa di piccole dimensioni: la casa di mia nonna materna.
Ricordo quel lettone alto, sul quale da bambina facevo fatica a salire; l'armadio con il grande specchio centrale (dove andavo a specchiarmi da ragazzina); il quadro con la Sacra Famiglia e la coroncina del rosario che stava sempre sul comò.
Ricordo la piccola libreria con i libri di scuola dello zio e la scrivania con una pila di giornali vecchi (Stop, sorrisi e canzoni, famiglia cristiana) che mia nonna conservava per me; e mi sono rivista quindicenne seduta a quel grande tavolo del soggiorno, dove mangiavamo quando tutta la famiglia si riuniva, a ritagliare dalle pagine le fotografie di Simon Le Bon e John Taylor dei Duran Duran o di Morten Harket degli A-HA.
Ho rivisto il mucchio di sabbia nell'aia del cortile dove giocavo con palette e secchiello insieme a mia sorella e mia cugina, mentre la mamma conversava con la nonna, entrambe sedute su delle sedie pieghevoli intente a badare ai miei due fratellini più piccoli.
Ho risentito l'odore del caffè che saliva dalla caffettiera ed inondava tutto il cucinino ed ho rivisto mia nonna versarsi la scura bevanda, non in una tazzina, ma in un bicchiere.
E per un attimo mi è addirittura sembrato di avvertire nell'aria il profumo di questa donna a cui ho voluto un bene dell'anima: la mia nonna che mi ha lasciata quattro anni fa.
Uno scritto delicatissimo che mi ha riempito il cuore e la mente nel leggerlo, perchè sebbene io non possa trattener le lacrime nel ricordare, non voglio assolutamente dimenticare.
Sentitamente e profondamente Grazie.

Recensore Veterano
02/04/11, ore 10:02

Ciao cara, come avrai notato ultimamente latito, ma alla fine arrivo sempre per legegre le storie che valgono la pena di essere lette. E la tua è come sempre tra queste. In poche righe sei riuscita a rendere l'atmosfera della tua infanzia, la dolcezza di quegli anni, il sentimento che ti legava a tua nonna, che mi sembra di vedere, felice di trascorrere quelle due settimane nella sua casetta, felice di sentirsi, per un momento forse ancora, di nuovo indipendente e di nuovo giovane. E poi la malinconia delle ultime righe, quando le visite a quella casa di due stanze sono terminate e la percezione di fondo, appena accennata ma inconfondibile, che un periodo della vita sia finito, e con esso forse la vita stessa. Grazie per aver condiviso questo ricordo. un abbraccio!

Recensore Master
30/03/11, ore 11:05

Che bella storia! Triste e malinconica, ma tanto bella. Ci sono case che ci segnano, sono luoghi che ci rappresentano e che definiamo "casa" anche se non sono la nostra abitazione principale. E per fortuna che esistono....Anche io ne ho una, e anche per me è la casa di mia nonna materna, in Puglia. Il mio cuore è lì da sempre, anche se io vivo da un'altra parte.
Ho letto la tua storia, e contemporaneamente ho "visto" quella casa. Grazie.

Recensore Master
28/03/11, ore 11:11

Sai da bambina vivevo in una casa con un pavimento così, pieno di buchi e avvallamenti

Mi hai fatto ricordare quei tempi, in fondo nn troppo lontani, in cui se avevi un problema o un malore potevi rivolgerti alla vicina di casa, che si precipitava ad aiutarti

Oggi a malapena ci si saluta

Grazie di aver condiviso con noi questo ricordo così dolce