(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Può un autore comporre un tributo all’opera originale talmente autentico, nei modi e nei toni, da trarre in inganno il lettore? Leggevo da un arco di tempo troppo modesto Keiko-chan per scoprirne il talento di falsaria (talento a mio avviso espresso al massimo grado nei suoi esercizi narrativi su Baricco), quando mi imbattei in queste pagine e dovetti domandare rassicurazione all’autrice: era un A/U o mi trovavo davanti il più dolente e temuto degli spoiler? Dopo un incipit un po’ faticoso, l’immersione nelle sequenze sceniche diventa subito totale, pregnante e suggestiva.
Il gioco dei sentimenti filtra attraverso lo sguardo con una resa assolutamente IC e lo stile utilizzato si aggancia al manga travalicandolo.
Linguisticamente è un’opera che ho trovato più ricca delle più risalenti della stessa autrice, ma non guasta, perché in qualche modo crea un’aura decadente che è perfetta per la chiusa. Anche i giochi di forza espliciti ed impliciti nei personaggi sono resi con assoluta vivdezza (il triangolo Reira-Takumi-Shin. Ma anche la rabbia silenziosa di Yasu).
Ho apprezzato molto, per quanto sia un gesto desolato, l’accenno alla triste fine della fan per eccellenza, con un tocco feticistico che è davvero perfetto per l’ambientazione proposta.