Una tranquilla storiella del postmodernismo, tranquillamente persa tra il surreale e l'ordinario. Ben scritta, piacevole da leggere e con quel pizzico di rilassante filosofia che, tra una parola e l'altra, permea di sé l'intero testo.
C'è un po' di tutto, qua in mezzo: un po' di qualunquismo, tra le fabbriche tutte uguali dell'hinterland, e un po' di elegante individualismo, che ne è poi la negazione. E allora il messaggio di semplice rassegnazione si rovescia, ed ecco che ne emerge un altro, più vero e più alto: ci sono persone, nella vita, che non possono e non devono perdere la loro autenticità.
Ci sono persone che sfiorano appena i margini della nostra esistenza, eppure sono importanti come il respiro: esistono, rassicurano, ci rendono consci dell'esistenza concreta del mondo stesso in cui viviamo. E allora in questa Patrizia dai capelli rossi ci sono un pò tutte le "ragazze del tram" della nostra vita, capaci di ammaliare, anche solo per un istante, per poi restare deliziosamente lontane dal nostro intimo. E capaci anche di sparire, lasciandosi dietro un piccolo grande vuoto che sarà colmato solo dal tempo.
Questa storiella è piccola, ma grande. E davvero, sembra solo un piccolo episodio, ma in realtà dice qualcosa su noi stessi. Grazie per avermi fatto pensare, il che è già strano di per sè :D
willHole, smiling :D |