La protagonista si chiama come me: che altra storia potevo mai scegliere?
La cosa che più mi colpisce nel tuo modo di scrivere è il linguaggio. Spesso la narrazione ne risulta rallentata e appesantita - non dici "legno", specifichi "mogano", non ti basta un aggettivo, ne metti tre o quattro - ma è un dettaglio irrilevante alla luce, poi, della minuziosità con cui il lettore si ritrova nella scena narrata. L'unica pecca è che, come avevo notato nell'altra storia, certe volte fai scelte più "di gusto" che di reale "correttezza" e alcuni vocaboli sono troppo ricercati per la sintassi della storia; ma è questione di gusti, dopotutto.
Ti segnalo solo, se mai deciderai di rimettere mano alle tue storie, di controllare molto bene i verbi: ci sono dei periodi stridenti, nei queli le forme verbali cozzano un po' fra loro; inoltre cercherei di cambiare un po' il modo di accostare i periodi stessi, hai utilizzato moltissime avversative (moltissimissimi "ma") che si potrebbero cambiare facilmente!
p.s. c'è anche un piccolo errore di battitura, quando deve vestirsi da fatina scalcia per non farsi infilare LA gonna.. manca la L ^^
Bene, lì lascio la parte "tecnica", perchè è una cosa che mi sentivo di dover fare. Ora vengono i complimenti, complimenti di vero cuore. hai preso una situazione orribile, una in cui nessuna famiglia vorrebbe trovarsi e sei riuscita a farne uscire più di un sorriso. E sì, concordo con te: i bambini sono molto, molto più coraggiosi i brillanti degli adulti. Quando sentono che qualcosa non va sanno dire e fare cose inimmaginabili, per noi. Questa storia è dolcissima e struggente, eppure piena di speranza ed amore proprio in virtù della giovanissima età della protagonista - quando muore il fratello - e della caratterizzazione di quel ragazzo rimasto immutato e perfetto nel tempo. Lei che va ad affrontare il mostro è una scena così realistica... è commuovente, nel senso più vero del termine. Davvero, davvero, complimenti.
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