Non credo di aver ancora letto qualche tuo scritto, quindi non conosco il tuo stile e non potrei fare paragone con altre tue storie. Comunque, questa one-shot mi è decisamente piaciuta, quindi mi limito a farti i complimenti per questa! Il modo in cui hai scritto la storia, l’uso delle parole e la struttura stessa del testo sono a mio parere decisamente azzeccati e nient’affatto banali, spero di leggere presto altri tuoi racconti simili.
Mi sono immedesimata e riconosciuta nei pensieri della protagonista. Anch’io mi trovo spesso a fare i suoi stessi ragionamenti, momenti sospesi tra ragione e follia, troppo fulminei per essere interpretati. Dopotutto, forse è vero che noi siamo solo umani, solo semplici creature incapaci di comprendere qualcosa di eterno quanto misterioso come le stelle. Ma, se così fosse, non vedrei la ragione di questi “sprazzi di lucidità” che a volte ci colgono. Questa ovviamente è solo una mia idea, ristagnante nella mia mente contorta da un po’, e proprio per questo la tua storia mi ha colpita: sembra ripercorrere alcune delle domande che mi pongo, la sento mia.
Mi piace come hai impostato il dialogo, inframmezzato dalle riflessioni della protagonista. L’alternare il discorso diretto al discorso indiretto libero si è rivelata una scelta particolare e interessante, poche altre volte ho letto qualcosa del genere e ancor meno qui su EFP. Inoltre sono risultati chiari e immediati e anche in questo hai dimostrato un talento particolare.
Anche la decisione di narrare al tempo presente mi è piaciuta, ha in qualche modo reso la scena più vivida, più vicina al lettore. In genere io evito il tempo presente perché mi causa non pochi problemi, mi viene più naturale scrivere al passato. Tuttavia l’utilizzo dell’Io narrante è perfettamente riuscita in questo breve racconto, ti faccio i miei complimenti!
Forse c’è solo una cosa che non sono riuscita ad apprezzare nella one-shot, ovvero il periodo:
“Non accade ad ogni anima che vaga sotto quegli sguardi indifferenti, solo a chi alza il viso ogni notte verso le loro luci, agognandone la misteriosa carezza; e con un fremito della nostra pelle umana, della nostra mente imperfetta, delle pieghe più profonde del nostro animo a volte assaporiamo per un istante il tocco di quegli esseri antichi e indifferenti.”
Personalmente lo ritengo un po’ troppo lungo, ammetto di preferire frasi più brevi. Comunque, non sapendo dove spezzarlo, credo che il punto e virgola comunque ne giustifichi la durata, quindi va bene anche così. Solo una cosa ti segnalo: hai ripetuto due volte lo stesso aggettivo, “indifferenti”, nella stessa frase (non credo fosse voluto). È l’unico aspetto non positivo che mi sento di commentare in questa storia, per il resto mi sembra perfetta, priva d’errore alcuno.
Per concludere, con poche righe sei riuscita a colpirmi, a farmi riflettere e, soprattutto, a creare una piccola perla di racconto. Una finestra aperta su un momento significativo, su pensieri significativi. Ripeto, spero di leggere presto qualcos’altro di tuo in questo stile. Nel mentre, questa storia finisce nelle ricordate!
Complimenti ancora, continua così!
Un saluto!
Tawara |
