Recensioni per
Purity
di Padme Undomiel

Questa storia ha ottenuto 104 recensioni.
Positive : 104
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/11/12, ore 11:50
Cap. 23:

Altro capitolo meraviglioso , con diversi punti di vista molto interessanti ** !Inanzitutto quella scheggia di un ricordo infantile è davvero dolcissimo , qui emerge una Miyako bambina persa nei sogni innocenti e puri , tipici delle femminucce , con il sogno di un amore tra i fiori di ciliegio e tanto affetto , in contrapposizione a Iori , sempre più razionale ma non per questo meno tenero...E il tutto si conclude con una frase semplice ma pregna di significato "L'amore viene ad ogni età , Iori-kun ! Potresti innamorarti anche adesso !E' per questo che devi sempre stare attento a quando verrà a farti battere il cuore ! " , che è molto simile a ciò che ho sempre pensato io e che ritengo più che veritiero ! E poi ritorniamo alla Miyako adulta , in uno stato totalmente confusionale e non solo per la febbre , il malessere fisico...Nel piccolo , fuggevole , momento di serenità ,quando guarda la città di Tokyo dalla finestra , sembra che tutto si stia mettendo a posto nella sua vita , ma quando scorge quei 2 fidanzatini , il ricordo di un amore sbagliato , subito si irrigidisce e il panico , che si impossessa di lei dopo essersi accorta dei capelli viola ,e non neri , che il vento le scompiglia , è qualcosa di disarmante e incredibilmente suggestivo , perché sei riuscita a farmi percepire quelle terribili sensazioni che si sono impossessate di lei...Il ricordo dell'appuntamento avuto con Ken , la triste consapevolezza di non essersi realmente mostrata a lui come avrebbe voluto , l'avevano spinta a buttare con rabbia quella parrucca , a detestare Rumiko , come se delle lenti a contatto e quei capelli neri , fossero gli unici mezzi con cui aveva celato la vera se stessa...E' Satsu , sempre molto amorevole e premurosa nei suoi confronti , a farle capire quanto sia in realtà la razionalità che lei stessa si è imposta , il nascondere il suo vero , reale carattere ,a celare dentro di lei Miyako Inoue...E il portarla davanti allo specchio è un 'idea assolutamente fantastica...La rabbia , o più che altro paura , di Miyako verso il suo vero essere , sono quasi sconvolgenti...Forse perché lei ha associato a quei capelli viola e qui grandi occhiali i suoi sbagli , il suo bambino abbandonato , un amore finito male , le indagini sul suo conto che danneggiamo anche i suoi più cari amici..Ma non è così , è solo stato il suo desiderio di essere amata , il suo voler vivere una storia apparentemente bellissima a farle commettere tutti quegli errori , il non essere stata fedele e ai suoi stessi sogni già da allora , per correre dietro un amore che non era come aveva sempre immaginato...Satsu l'ha capito e cerca di aiutarla in questo riaccettare , riscoprire quasi , se stessa...Sono contenta anche di come , finalmente , Rumiko , si sia sfogata e abbia raccontato (seppur solo in parte) la storia di Ken..Ho adorato come lei lo consideri adorabile quando balbetta , uno sprazzo di dolcezza bellissimo ** E spero vivamente che segua il consiglio  di Satsu e si riveli a Ken , anche se , certo , quando l'amica glielo aveva consigliato non sapeva chi era lui veramente...Felice doppiamente alla decisione di lei al chiamarlo (a proposito , lui sempre così tenero a darle il suo numero senza volere il suo **)..Anche se non ha resistito ha rimettersi quella parrucca , ma forse è ancora troppo presto , e pian piano ci riuscirà  a farne a meno ;)
E ora la parte di Takeru , anche questa davvero bella  ** Mi ha rallegrato tanto vederlo così spensierato e scherzoso con il fratello...Quando parla di come il sorriso di Hikari lo abbia tanto scombussolato e l'osservazione di Yamato , di come lui parli così 'esattamente' degli altri mentre con Hikari è tutta confusione di calore e sensazioni meravigliose , mi fa capire quanto già lui sia cotto di lei ^___^ ! Inoltre si è reso conto di quanto lui abbia abbandonato quel bisogno ossessivo di aiutare gli altri , di ricambiare a tutti i costi , quasi godendo di quando gli altri erano in difficoltà per avere un minimo di felicità nell'aiutarli...E che invece ora volgia aiutare quell'orfanotrofio semplicemente perché ci crede anche lui in quel progetto , perché ha imaparato a voler bene a qui bambini , ai ragazzi dell'orafnotrofio e a Hikari in modo speciale (e siamo sicuri che sia un semplice voler bene ? ^_-)....Il ritorno di un vecchio , ma al contempo nuovo ,Takeru , che ha ritrovato un po' di quella luce di bambino che aveva perduto , che ora è felice ed è pronto a lottare per difendere questa sua conquista insieme a tutto ciò a cui tiene veramente...Si , questa chiacchierata con il fratello gli è servita davvero tanto , e non per avere un parere , quanto più per chiarire ulteriormente tutto ciò che aveva imparato in quei mesi...Perché lui non avrebbe mai rinunciato all'orfanotrofio , ad Hikari , neanche se Yamato glielo avesse consigliato :)
Un bacio enorme chitta97

Nuovo recensore
15/05/11, ore 20:13
Cap. 23:

Sempre più interessante! Vai così!!! non vedo l'ora di sapere il seguito!

Recensore Junior
05/05/11, ore 12:54
Cap. 23:

Ciao, Padme:) Ti prego di perdonare il mio ritardo, ma nella mia promessa non avevo considerato quanto densi potessero essere i tuoi capitoli. Elaborare una recensione che tenti di cogliere almeno la gran parte del significato di questi passaggi mi ha richiesto più tempo del previsto, senza contare la scuola e altri impegni connessi ^^" Ho avuto bisogno di meditare un po’ alcune parti di ciò che hai scritto, perché hanno un senso così profondo e alle volte molteplice che sarebbe certo superficiale pensare di poter essere in grado di individuarlo ad una sola lettura. E di certo, dopo la mia recensione seguiranno molte altre riletture, perché, come ripeto instancabilmente e come ciò che scrivi mi ricorda sempre, un’opera d’arte è tanto più valida e bella quanto riesce a trasmettere qualcosa anche alla 10.000 lettura! XD
Avventurarmi a recensire questo capitolo mi crea una certa apprensione, per queste ragioni che ti ho appena enumerato. Ma proverò ad essere all’altezza di una densità così disorientante.
Ho notato che la prima scena, quel sogno-ricordo di Miyako, sembra quasi essere ambientata in un mondo a sé. Mi è apparsa come una dimensione molto più che onirica, rubata non al passato o al concetto di spazio, ma ad un’innocenza la cui purezza sconfina nell’infinità. Forse perché nei bambini è più visibile il barlume di assoluto che ci pervade, non saprei dirti. O semplicemente per un trasporto emotivo di cui non saprei descrivere la reale potenza. Sta di fatto che mi è sembrato di essere immersa in un oceano, tra i flutti scomposti di un conforto piacevole e duraturo, negli occhi sicuri di una bimba che sembra condividere i miei stessi sogni. Non ti nascondo un’identificazione quasi immediata con le sue parole ed i suoi gesti, non so quanto affine alle mie reali caratteristiche, ma indubbiamente vicina all’immagine che la mia anima mi rimanda di me stessa. L’impeto di quell’infantile desiderio, quel voler essere principessa con tutta la dolcezza ad esso legata, pervade di una tenerezza molto forte il meraviglioso sfondo della scena. Quel fiore di ciliegio, prima tra i capelli e poi in grembo … E poi, quella frase, lasciata cadere nei moti turbinanti del vento “L’amore viene ad ogni età, Iori-kun! Potresti innamorarti anche adesso! E’ per questo che devi sempre stare attento a quando verrà a farti battere il cuore.” Definirei struggente la carica emotiva che pervade questa certezza, se non avessi paura che questo aggettivo facesse perdere la purezza delle labbra che l’hanno pronunciata. Perché l’infanzia non è forse sempre carica di meravigliose convinzioni, inalterate dalla razionalità e dall’esperienza? Se Miyako avesse continuato a credere che i suoi ideali romantici prima o poi avrebbero trovato un reale compimento, forse non avrebbe commesso tutti gli errori che ora gravano su di lei come un macigno distruttivo. Ma,forse, ha pensato che valeva la pena sacrificare qualche sogno, per l’inafferrabile appagamento del sentire di essere amata. E la propensione verso questo appagamento le ha fatto perdere se stessa nei rivoli di un affetto sbagliato nelle sue premesse. Non so dirti se la mia interpretazione è corretta, ma mi è parso di scorgervi questo.
Nelle due parti successive in cui mostri ancora il suo punto di vista porti avanti la grandissima problematica della sua identità, arrivando a sondare con uno sguardo davvero penetrante i recessi nascosti della sua anima. Ma direi che la questione va al di là di Rumiko e di Miyako, in questo caso. Anche se nell’ambito della storia si tratta di una magistrale descrizione del tormento interiore di questo personaggio, anche se la carica razionale e spirituale della scena è impetuosamente posta alla ribalta da quella parrucca nera che va e viene, l’identità è quel complesso dilemma psicologico che riguarda tutta l’umanità e che nella tua analisi trova una chiara esplicazione. Certo, si ricollega a questo caso in particolare. Ma echi di valenza più estesa sono ben visibili. Quello di Miyako è un disperato tentativo di barare con se stessa. Di celare dietro la pesante coltre di un paio di lenti a contatto e una parrucca sé stessa, il suo istinto, la sua grande anima. Questa sorta di razionalizzazione costante della propria indole, questo ossessivo controllo di sé ha un che di spaventoso … Il sentirsi terrorizzata dal proprio essere più profondo, quando esso non può fare a meno di manifestarsi, il perdersi in queste vuote maschere di sé... Si tratta di una prospettiva terribile. Non è tanto il nascondersi fisico, quanto quello spirituale, il rifuggire da se stessa che è il reale dramma dell’esistenza di Miyako. Questo trascinarsi avanti, come un automa, questo sopravvivere perdendo la vita … Ecco, Ken in questo caso ha un suo valore tutto speciale. Riesce a risvegliare la verità sopita, a cambiare le cose prima che sia troppo tardi. A richiamare, come un’ode d’una sirena, incessante, il desiderio di essere se stessa nella ragazza che sta iniziando ad amare. E Satsu ha in questo caso il merito di fare in modo che la sua amica prenda consapevolezza di questa speranza oramai chiara in lei. Si tratta di un passaggio progressivo, da quell’iniziale momento in cui Miyako osserva, incoscientemente se stessa, la città di Tokyo vivificata in una mattina di sole, poi quel cadere preda della disperazione, del buio, della solitudine, e infine Satsu… La sua amicizia, i suoi consigli, il suo scherzare così disinteressato, ma anche la sua lucida visione dello stato dei fatti sono indubbiamente da ammirare. Mi hanno colpito così tanto, da lasciarmi immobile, basita, davanti allo schermo, come inerme dinanzi alla, come definirla, eroicità del suo intervento. La sua conoscenza di Miyako è così intima da riuscire a vedere con chiarezza ciò che davvero sta accadendo alla sua compagna. Non è dunque una malattia l’amore, né l’istinto. Soprattutto ora che Miyako, pur nascondendosi ancora dietro le spoglie di Rumiko, ha davvero deciso di difendere la bellezza interiore dell’essere Inoue Miyako.
Per quanto riguarda invece Takeru, pur essendo di natura diversa, la sua incertezza si può identificare con una medesima perdita d’identità. Ridotto se stesso ad un essere che vive in funzione degli altri, egli si era perso. La sua anima aveva preso a vagare in chissà quale orizzonte, distante, triste. Il ruolo giocato da Hikari in questa ripresa lo sottolinea molte volte. E, indirettamente, anche Yamato ha avuto un ruolo centrale. Ma la verità è che le potenzialità di Takeru, il suo stesso io erano stati dimenticati, non perduti per sempre. È in se stesso ora che si manifesta la splendida bellezza della speranza, della consapevolezza di poter ora davvero aiutare. Ma se di volontà di donare qualcosa si tratta in entrambi i casi, dov’è stata la sua evoluzione? Nel comprendere che solo non opprimendo il proprio essere in questo anelito, egli può davvero realizzarlo. Ed è per se stesso, perché lo fa stare bene, perché è un suo desiderio, prima di tutto suo, che decide di tornare da Hikari. E anche perché ha trovato il modo di volerle bene davvero, a lei e ai bambini dell’orfanotrofio. O, almeno, è quello che penso sia stata.
Non so quanto corrette possono esserti sembrate le mie impressioni, ma prescindendo dai miei dubbi posso assicurarti con tutta la sicurezza che posseggo che questo capitolo è riuscito a trasmettermi qualcosa che si sta radicando piano nella mia interiorità e che difficilmente potrei dimenticare. E quindi permettimi in conclusione di ringraziarti per lo splendido regalo di un piccolo passo nella mia crescita. Non avevo mai letto un capitolo tanto bello. Ma non sarà l’ultimo, ne sono assolutamente certa …