Recensioni per
Verso il sole, per una volta
di imeropa

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
31/05/11, ore 17:33

Questo racconto mi ha colpita. Merito dello stile scorrevole e mai banale, merito della scena iniziale che è risultata per me davvero vivida, merito del fascino del soriano del sedile posteriore, chissà. Probabilmente di tutto ciò insieme e altro ancora. Ma andiamo con ordine (questa recensione sarà particolarmente lunga, abbi pazienza)...

Intanto, devo dire che l'italiano che usi è splendido, non c'è nessun errore né grammaticale né di battitura. Questo costituisce un grande punto a tuo vantaggio: la lettura del testo diviene subito piacevole e accattivante. Le immagini che hai evocato, dalla monotona pioggia ai ricordi dell'infanzia sono particolarmente efficaci. Mi è sembrato di essere presente, al fianco della protagonista, sul sedile dell'auto e nella sfarzosa casa. Non ti sei persa in descrizioni inutili, limitandoti a sottolineare le sensazioni della protagonista. Anche quest'ultima è delineata quasi solo psicologicamente, non hai approfondito il suo aspetto fisico. Anche questa scelta è stata azzeccata: una one-shot non deve essere troppo prolissa o troppo ricca di dettagli futili, specie se introspettiva, quindi approvo il tralasciare la descrizione fisica (tra l'altro, anche il suo nome viene lasciato nell'ombra, cosa accaduta solo in un altro testo che ho letto).
La narrazione ha un buon ritmo, le analessi sono collocate nei punti giusti e dipingono ancora meglio la psiche della protagonista, piena di contraddizioni. Prima fra tutte, quella di decidere di intraprendere una nuova vita lontana dalla famiglia ma, in seguito, di non andare oltre, di tornare al suo appartamento senza saper dare una svolta decisiva al suo destino. Decisione sottolineata anche dallo spazio, l'alba in questo caso. Insomma, la protagonista del racconto appare nel finale come la figura dell'"inetto" tipica della narrativa psicologica degli inizi del Novecento. Quella sorta di rassegnazione che la spinge a non cercare una nuova vita traspare nelle righe:
"Ma io quel coraggio non lo avevo, e se non ero io ad andare incontro ad una nuova vita, sicuramente non sarebbe stata questa nuova vita che tanto agognavo a venirmi incontro. Così infilai la chiave nel quadro, accesi il motore e feci inversione. Continuava a piovere."
Che dire, hai saputo rendere magistralmente la figura di questa ragazza, che ha avuto il coraggio di cambiare la sua strada soltanto una volta, ma non di fare i conti con l'"inesplorato".
Vorrei anche farti i complimenti per come hai caratterizzato la famiglia, sia con la metafora del raffreddore (che merita un applauso a sé stante!) sia con la figura della madre. Forse questo personaggio è un po' stereotipato, ma non bisogna scordarsi che gente di tal fatta esiste davvero, non soltanto nei libri o nei film, e visto che nei racconti qui su EFP non è particolarmente ricorrente ci può stare comunque. E poi, si contrappone perfettamente alla nuova famiglia di vicini, molto ben resa anche questa.

Ora è il caso che concluda perché questo commento di sicuro ti avrà già annoiata, ma ci tenevo a fare una recensione approfondita. Quindi ti faccio i complimenti per aver pubblicato questo splendido racconto, una piccola perla che finirà nelle mie ricordate!

Un saluto, continua così!
Tawara