Queste piccole piccole nonsense sono frammenti docili e saturi, come schegge solubili negli occhi, al leggerle; dolciamare. Mi sembra anche che al guardarle meglio possano essere scomposte in parti più piccole, e ognuna ha qualcosa da dire.
Come al solito emerge il tuo domandare, il tuo frugare lieve in te stessa, compagna di interlocutori sempre pieni e non so, ai miei occhi, sempre un po' fragili. Il tuo guardarti dentro torna e quasi però la risposta è un ricordare, mi pare che tu la sappia già, dentro di te, e stia lavorando solo per farci vedere come la stringi.
Mi piacciono molto i tuoi pezzi, lo sai, carezzo la parte che riesco a stringere e non mi dispiace che il resto rimanga tuo. Mi piace l'aria leggera e consapevole che ci metti, mi piace vedere il tuo riflesso in ogni scambio di battute, la tua sfrontatezza, la tua tristezza, la tua noia, la tua curiosità.
O forse è solo una mia illusione, non so. Ma non mi importa se qui o altrove, desidero sempre che tu non finisca mai di scrivere; mi fa sentire meno sola, anche se -no, non ho capito il perché- non vuoi più parlarmi. Invece posso leggere i tuoi mondi preziosi e in realtà è come se ti rubassi ogni parola e me la tenessi per me.
Scusami. Ma ti prego, non smettere. Cerca, cadi, vola, chiedi, grida, scrivi. Non dimenticarlo mai, se vuoi dimenticati di me, ma non della parte di te che forse precipita ma forse sta solo volteggiando a testa in giù e deve semplicemente capirlo. Ti voglio bene.
E comunque, il mio preferito rimane il gatto.
Tua Mezzo_E_Mezzo |