Carissima Mina72, innanzi tutto scusami per lo spaventoso ritardo con cui invio il mio contributo, ma quella di oggi è stata una giornata folle. Detto questo, procediamo.
So che potrebbe sembrare insolito, ma credo sia necessario, per questa volta, che io inserisca un rating alla mia recensione. Rosso, per la precisione. Questo commento potrebbe, infatti, risultare sgradevole a qualcuno. Quindi, per chi decidesse di proseguire con la lettura, si ricordi che si tratta, comunque, di una banale nota ad una storia di fantasia.
Ora, in seguito ad un’attenta analisi, tutto mi appare più chiaro! La nostra amica Françoise soffre di una forma perversa di ansia da prestazione associata ad una rara paura di vivere. Ciò le impedisce di superare i complessi nei confronti del padre, di intessere normali relazioni sociali e soprattutto di abbandonarsi all’amore. Per contro, è invece portata a sacrificare la sua esistenza al dovere e alle regole dietro le quali si trincera trovando in esse, evidentemente, tutta la sicurezza che le manca.
E’ chiaro che Françoise si nasconda dietro una maschera di freddezza, ed ostenti un attaccamento quasi morboso al proprio lavoro, per non dover pensare a se stessa in prima persona. Le manca il coraggio di fare delle scelte al di fuori del suo blindatissimo e controllatissimo recinto, figuriamoci prendersene le responsabilità!
Pensando di essere l’unica ad avere ragione, pienamente investita nel suo ruolo da sfinge, Françoise fa tutta la sostenuta per poi, con una puerilità senza precedenti, denigrare la povera ragazzetta che si spupazza il suo Andrè, giudicandola bassa di statura e di intelletto! Il tutto senza accorgersi che lei, invece, sarà sì dotata di centimetri ma anche il suo tasso di stupidità è talmente elevato da essere visibile dalla Luna, insieme alla Muraglia Cinese (a quanto dicono)!
Ma ciò che è peggio, è che insite nel voler perseguire questa rotta con convinzione, è davvero persuasa che questa rappresenti l’unica strada possibile per dare un senso alla sua vita! E per cosa, poi?! Per una medaglietta in più?! Per dimostrare qualcosa a suo padre, che tanto se ne frega, e preferisce passare il suo tempo in giro per il mondo svolazzando fra salotti eleganti e bella gente?!
E’ proprio il caso di dire che qui, cara Françoise, c’è “grossa crisi”! Se posso citare un uomo, ma che dico, un profeta* dei nostri giorni a cui l’umanità si rivolge in tempi come questi di smarrimento e confusione, e vaga alla ricerca di un riferimento a cui tendere “…le risposte non le devi cercare fuori. La risposta è dentro di te. E però è sbagliata!”. Difatti tu, Françoise, ti accanisci e insisti con questa pazza idea di sacrificare l’amore per la carriera.
Qui urge una cura d’urto. Mi sono resa conto, solo ora, che il caso è più disperato di quanto pensassi. Altro che chirurgo vascolare, qui ci vuole la neuro!
...Mmmh! Devo escogitare un piano prima che Andrè diventi cieco, anche questa volta, a furia di pugnette!...
Toh, guarda! Proprio in questo momento mi è venuta in mente un’idea che potrebbe funzionare!
Cara Françoise, per fortuna che qui c’è la tua dottoressa Peggysan che ti vuole tanto bene e ti vuole aiutare ad uscire da questo empasse emotivo in cui ti sei cacciata.
Una valida soluzione al tuo caso, potrebbe infatti essere quella di applicare un collaudatissimo sistema per sovvertire le emozioni e creare, nel tuo inconscio, un’associazione tra desiderio e realtà in grado di condurti verso nuovi orizzonti. Tu non ti devi preoccupare di nulla, io e la mia equipe penseremo a tutto, tu devi solo fidarti di noi che abbiamo tanto a cuore la tua situazione! Ti consiglio però di non farne parola con Andrè. Sai com’è, magari lui è della vecchia scuola e potrebbe anche non capire la filosofia di certi metodi di psichiatria avanguardista. Devo confessarti che, talvolta, le persone tendono a giudicarmi un tantino estremista e provocatoria. Io rispondo loro che tutto dipende sempre dai punti di vista! In questo caso però preferisco rifarmi all’antica saggezza popolare che si rifà al famoso proverbio secondo il quale “a mali estremi, estremi rimedi”!
Ottimi e definitivi risultati si ottengono, infatti, con un affascinante trattamento che porta il nome di “cura Ludovico”**. Forse ne avrai già sentito parlare, ma consentimi, cara Françoise, di illustrartene la procedura. Prima di tutto, verrai imbottita di farmaci che ti procureranno un senso di nausea estrema. Secondo, verrai legata ad una sedia affinché tu possa essere impedita nei movimenti, quindi ti verrà messo sulla testa un marchingegno dotato di pinze speciali, la cui funzione è quella di tenerti gli occhi aperti forzatamente, impedendoti di sbattere le palpebre. Relativamente a quest’ultimo dettaglio, non ti preoccupare, è tutto sotto controllo. Infatti non dovrai temere la secchezza oculare dato che un’infermiera - ma se vuoi posso farlo anch’io - ti inumidirà regolarmente gli occhi con del collirio. Fatto questo, verrai sottoposta alla visione obbligata di ore e ore e ore di proiezioni aventi come soggetto scene di guerra, battaglie, violenza, rapimenti, torture, combattimenti via aria, via terra, via mare, lo sbarco in Normandia e la presa della Bastiglia. La visione di questi soggetti, associata all’uso dei farmaci, ti renderanno intollerante ad accettare e ad affrontare, nella realtà quotidiana, qualsiasi azione simile agli avvenimenti presentati durante le proiezioni.
Al termine del trattamento, quindi, sarai libera da tutti quei condizionamenti assurdi che ti sei messa nella testa, penserai che passare la vita a fare la guerra - contro tutto e tutti - è ancora più assurdo e deciderai, infine, di lasciarti andare, di infilare fiori nei cannoni, di usare il dizionario arabo/francese come fermaporta e di concederti senza ulteriori indugi a quel santo di Andrè.
Mi rendo conto che, di primo acchito, la cura può sembrare un tantinello traumatica, ma dovrai ammettere anche tu, Françoise, che con quella testa dura che ti ritrovi, sia necessario usare le maniere forti per farti capire come gira il mondo! E poi guarda, che lo facciamo per il tuo bene!
Ti dico solo questo! anche l’Autrice è stata d’accordo con me nel sostenere che il buon Grandier è “grandier size” in tutti i sensi. Tu stessa, che hai avuto la fortuna di conoscerlo molto da vicino, puoi confermare la nostra ipotesi. Detto questo, non ti viene il sospetto che la causa di tutto quel godimento e quel coinvolgimento che hai provato quando ti sei ritrovata fra le sue braccia muscolose, dipenda dal fatto che lui sia un tipo davvero speciale?! E allora, cara Françoise, perché non cogliere le opportunità che la vita ti offre?!
Per ora ti saluto e aspetto il prossimo capitolo per vedere se la cura ha funzionato!
* Quelo, guru contemporaneo estratto dalla galleria di personaggi messi in scena da Corrado Guzzanti.
** Cura Ludovico. Trattamento sperimentale anti-violenza descritto da Anthony Burgess nel suo romanzo “Clockwork Orange”, più noto in Italia con il titolo di “Arancia Meccanica”. |