Ciao Francesca, ho trovato questa storia per caso e ho deciso di recenirla perché mi ha colpita.
Hai uno stile semplice, chiaro e scorrevole che mi piace tantissimo, sai equilibrare bene dialoghi, descrizioni ed emozioni dei personaggi. C'è qualche errore di battitura (sà, sbattè anziché, come dovrebbe essere, sa, sbatté) e altre cosette che potrebbero essere sistemate, ma per il resto non è scritta male, anzi.
Io credo che il pianto non sia da deboli, anzi, che siano proprio le persone più forti a lasciarsi andare ad esso, perché non si tengono dentro il dolore, la frustrazione o la tristezza ma la buttano fuori utilizzando non solo le parole ma anche il loro corpo. Inoltre piangere può, dopo, far stare un po' meglio, farci sentire meno il peso che ci opprime. Certo non risolve i problemi, ma dà un po' di sollievo. Te lo dice una che ha perso la persona più importante della sua vita cinque anni fa e, quando penso a lei, spesso ancora piango perché il dolore non è passato e non passerà mai. Sono andata avanti, in parte, ma la sofferenza è ancora presente, e a volte piangere è l'unico modo che ho per liberarmene un po'.
Mi dispiace comunque per quello che è successo, spero davvero che si sia risolto tutto.
Sei stata coraggiosa a mettere per iscritto una parte della tua vita e a pubblicarla qui, ti ammiro molto per questo.
Giulia |