Cara Efin Emrys,
ormai hai catturata la mia attenzione, per cui diventerò la tua stalker delle recensioni. È ufficiale (non spaventarti, sono nell'effetto vacanze).
Rispetto allo scorso capitolo il testo è decisamente più fluente, coeso, privo di incertezze grammaticali: insomma, più prosegue, più si fa articolato e strutturato. Direi quindi che posso passare subito ai due punti focali della mia recensione: il capitolo in sé e le tue note a fondo pagina.
"La scrittura sui fogli era angolosa, grossa, ogni lettera era divisa dall'altra da un piccolo spazio, frammentata. Era stata scritta velocemente, con ansia. Man mano che le righe continuavano, le parole si inclinavano verso il basso. Le parole pendevano verso la parte sinistra del foglio. Per i vari errori grammaticali, era ovvio che la persona che aveva scritto quella lettera non aveva grande cultura. Del resto, neanche Abaddon l'aveva: non gli era mai interessato. Il re sospirò: la lettura era stata fin troppo difficoltosa, doveva ripassare ogni tanto sennò gli altri sovrani si sarebbero beffati di lui."
Sono felice che tu abbia ripreso ed esplicitato quello che nella recensione dello scorso capitolo è ho definito "accenno a Carlo Magno", ossia accenno all'essere illetterato di Abaddon. Non so se lo hai fatto volontariamente, ma hai citato un elemento che mi ha molto incuriosita: Abaddon ripassa. Non so se hai mai letto la "Vita Karoli Magni" di Eginhart, ma questo aspetto, insieme a quello della scarsa cultura di Carlo Magno, è reiterato: soprattutto, viene detto che Carlo associava apprendimento e cibo, e ho trovato davvero 'spannend' (ora come ora non trovo il termine italiano) che nel tuo capitolo tanto spazio sia dedicato al cibo.
Quanto alla scritta... al termine del testo ho letto la tua nota, in cui ti riferisci alla pratica di trarre dalla scrittura informazioni caratteriali. Con mio sommo imbarazzo devo ammettere che ad una prima lettura io non mi sono soffermata su questo aspetto, ma su un altro: leggendo di una scrittura "angolosa, grossa" la mia mente da Medieval obsessed ha pensato a qualcosa tipo il minuscolo carolino. Che dire, hai ottenuto due effetti incisivi in un colpo solo!
Poi, sappi che hai scatenato la mia passione più intensa: la cucina medievale. Ah, quanto ti adoro! Anzitutto con il riferimento a Teodorico; se non a quello storico, almeno ad alcune delle sue peculiarità. Non so se l'hai fatto con cognizione di causa, è sempre un'incognita, però ci spero: Teodorico il Grande è storicamente il destinatario della più antica fonte che possediamo sugli usi alimentari dell'alto Medioevo (certo, è stato scritto nel 520, dopo gli avvenimenti della tua storia, ma chi può impedirmi di fantasticare?). Il medico greco Anthimus gli ha infatti scritto una lettera, per consigliarlo su usi e abusi di vari alimenti (intitolata "De observatione ciborum"). Nella lettera viene evocata la teoria degli umori (quella di Galeno e Ippocrate, non credo ci sia bisogno di spiegarla) e i modi con cui l'alimentazione può tenerla in equilibrio, senza creare scompensi dannosi. Ora, non me la bevo che tu hai scritto una riga di dialogo come questa: "Certo. Lo sappiamo entrambi che uomo vile e debole è re Teodorico. Fortunatamente non porterà sua moglie. Fai preparare formaggi. Ricorda, Sotèr: pasti caldi e abbondanti. E vino: ricordati il vino! Vino non per forza di qualità. Non birra. Assolutamente no: puzza e ti rovina i denti" senza saperlo. Altrimenti nei un idolo nel leggere la mentalità dell'alto Medioevo. Abaddon consiglia volutamente cibi abbondanti, caldi, molli (come i formaggi, che erano anche i cibi dei poveri: allusione al bonaccione che è Teodorico?) perché sa che il re ospite è debole, non solo di costituzione, ma anche di appetiti presumo (l'allusione alla mancanza della moglie, forse?). Cibi come questi, "umidi", erano famosi nel Medioevo perché facevano scattare il peggiore dei peccati: la lussuria, debolezza tra le debolezze, e spesso essa scaturiva dalla gola.
Insomma, colpo da maestro il tuo! Tanta sostanza in così poche righe!
Ora, potrei far partire un'altra manfrina sulla scelta di Abaddon di preferire il vino alla birra. Mi trattengo: dico solo che non mi risulta una sorpresa, vista la sua indole focosa. Il vino è divenuto molto popolare, come l'olio, nei paesi germanici grazie alla diffusione del Cristianesimo e dell'idea che all'interno del Cristianesimo vincolavano. Che Abaddon preferisca il vino, qualcosa di estremamente sacro che diventa piacere profano, terreno, mi sembra naturale, viste le sue inclinazioni verso il purissimo, angelico Blank (occhiolino malizioso). Non so se tu avevi previsto questa interpretazione, davvero: ma siccome sei molto attenta ai dettagli, lo sospetto.
La scena descrittiva in cui introduci Helle è davvero molto ben scritta. Non solo per il modo naturale con cui descrivi la percezione di tratti fisici (capelli rossi) e deformazioni da parte dell'ambiente che la circonda: ma soprattutto per l'alone di mistero che hai creato attorno a lei. "Helle". Sai, ho passato qualche manciata di minuti a pensarci, e è incredibile quanto le tue scelte onomastiche possano influire sulle mie interpretazioni! Ma devo ancora elaborare: "Helle" è senza dubbio un nome scandinavo, ma anche quell'assonanza con "Hell", 'inferno', mi alletta... ti farò sapere quando mi sarò decisa! Non so perché tu l'abbia introdotta, ma il suo incontro-scontro con Blank apre un sacco di prospettive interessanti. Oggetto anche dell'ossessione dell'Occhio della Strega? Poveraccio il nostro Blank! Mi costringo inoltre a saltare tutte le suggestioni che hai creato in me citando fuso e rocca come strumento di Helle. Potrei scriverti un'altra spatafiata!
Interessante anche il sogno di Abaddon, i cui bollori sono costretti e soffocati, sia metaforicamente che letteralmente, sotto una coltre di neve e responsabilità (anche familiari, vista la disapprovazione di Horvoloson)! La neve che tutto copre e tutto soffoca... ah, che bell'immagine!
Insomma, capitolo di transizione, ma che aumenta la tensione nel lettore: sogno, apparizione di Helle, arrivo di un nuovo personaggio in vista... Si può aspettarsi qualunque cosa. Ben fatto, ben scritto, complimentoni! Viva anche le note, è bello sapere che vuoi condividere con noi le tue ricerche!
Senti, ti lascio in pace a goderti la Pasqu(ett)a, ora, lo giuro! XD So che sembrerò una pazza ossessiva, ma ti giuro, la storia mi ha preso, soprattutto per gli evidenti sforzi che tu ci hai infuso!
A presto!
Quainquie |