Uno splendore di storia che credo rispecchi una gran parte degli adolescenti di questi tempi. Il non sentirsi amati a casa dai genitori perché prima di tutto viene la carriera, poi viene tutto il resto; il non sentirsi amati a scuola, che è uno dei luoghi in cui si cresce maggiormente; il non sentirsi amati in generale, magari avendo perfino un amore inconfessabile che non potrà mai ricambiare, in nessun caso. 
Questa storia mi fa pensare che, alla fine, tutto sembra troppo poco per andare avanti, tutto sembra troppo fragile e troppo superfluo per andare avanti, per continuare a vivere. Quando possiamo scegliere tra la vita e la morte, forse non consideriamo bene le due ipotesi: la vita è davvero la cosa migliore?
Forse certe volte sarebbe meglio lasciarla andare, e lasciare agli altri il ricordo di noi come ce l'hanno sempre avuto, o meglio, come hanno sempre voluto avercelo. Magari è da codardi, certo, però a volte questa sembra l'unica via d'uscita.

Complimenti per la storia, una delle più belle che abbia mai letto. 

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